Attualità - 09 aprile 2025, 08:00

I mestieri di una volta - 'Carlo Gigante', l'artigiano di corso Sardegna tra gli unici otto 'Maestri Arrotini' d'Italia

All'età di ottantatré anni è ancora operativo a pieno regime dietro al banco. La sua cultura del lavoro non ha mai vacillato nel corso del tempo: "Bisogna sempre superare se stessi e i propri limiti. Ancora oggi, mi aggiorno costantemente sulle novità del mercato: è questa, per me, la vera essenza del commerciante"

Prosegue questo mercoledì ‘I mestieri di una volta’, un ciclo di servizi de ‘La Voce di Genova’ dedicato a chi ancora svolge quei mestieri antichi, con il medesimo impegno e la medesima passione. Ogni settimana vi racconteremo storie di ingegno, di orgogliosa resistenza, di rinascita, di ritorni alla moda: storie fatte di mani sapienti, di teste pensanti, di tantissimo amore e attaccamento alle proprie radici. Buona lettura!

"Ogni cliente te lo guadagni letteralmente i denti e devi sempre superare te stesso e i tuoi limiti": è questa la filosofia di una vita, una cultura del lavoro che da sempre ha contraddistinto il percorso dell'arrotino Carlo Gigante, storico commerciante del quartiere genovese San Fruttuoso, precisamente in Corso Sardegna 369/R, che ancora oggi, all'età di ottantatré anni, tutte le mattine alza la serranda del suo negozio.

Un artigiano, Gigante, di altri tempi e che, proprio grazie alle sue capacità e qualità, ha saputo contraddistinguersi non solo nel panorama locale, bensì a livello nazionale, ricevendo la nomina di 'Maestro Arrotino' e diventando, così, uno tra gli otto maestri di tutta Italia. 

Da settant'anni nel settore, anche se gli esordi della famiglia Gigante risalgono al 1930, l'artigiano ha iniziato diversi anni fa a produrre e realizzare dei proprio coltelli: Il primo lavoro in assoluto fu 'Misericordia', un pugnale molto lungo e sottile a doppio taglio, realizzato con l'acciaio recuperato da un acciaino da macellaio, finito con guardia in ottone, così come i pomoli e il manico in noce: "Io ho aperto nel lontano 1972 inizialmente in via Don Orione e ci sono rimasto per ventidue anni - racconta -. Poi, mi è capitata un'occasione e così nel 1991 mi sono trasferito qui in Corso Sardegna". 

L'amore per i particolari, la volontà di creare oggetti unici e la passione per la costante ricerca, l'approfondimento e la conoscenza di ciò che si vende: per Gigante, è sempre stata una vera e propria filosofia di vita, una cultura del lavoro che oggi come oggi è sempre più difficile trovare in giro. "Per me, è sempre stato ed è importante rimanere costantemente aggiornati sulle novità, sapere cosa vende e conoscere tutti i minimi dettagli di qualsiasi prodotto che propongo - afferma  -. Per acquistare la fiducia dei miei clienti, ho sempre combattuto e, anche dopo averla ottenuta, ho cercato di mantenerla sempre tramite la professionalità".

Quindi serietà, professionalità e disponibilità sono state, in gran parte, tra gli aspetti fondamentali di un mestiere che Carlo porta avanti da oltre settant'anni: "Per me, la base di tutto è stato anche sapere ciò che dicevo, ciò di cui parlavo e che proponevo ai miei clienti. E lo ripeto: l'essere aggiornati, è davvero l'aspetto più importante. Quando un cliente viene da me, chiedo subito 'Signore, a cosa le serve?' e mi faccio spiegare nel dettaglio tutte le sue necessità, così da poterlo indirizzare verso la scelta migliore adatta alle sue esigenze".

Ma, oggi come oggi, con l'avvento del commercio online, questo rapporto di fiducia, purtroppo, tende a vacillare: "Ahimè, sovente entrano clienti talvolta si presentano con la presunzione di saperne di più perché hanno letto su internet - racconta -. A volte ho la sensazione che i miei settant'anni di attività e esperienza, posso mettermeli da parte perché non servono a nulla. Ma internet, posso assicurarlo, non è sempre una fonte di verità assoluta, perché capita di sentire delle sciocchezze davvero incredibili. Le persone, oggi, non tutte ovviamente, vendono per vendere, non perché il prodotto è valido: così è cambiato e sta cambiando sempre più il commercio e la vendita". 

Il negozio nasce come laboratorio specializzato in affilatura, che è il cuore dell’attività, ed è aperto a tutte le persone che vogliono recarsi e verificare di persona quali lavorazioni siano necessarie per ridare ai coltelli e alle lame, la loro funzionalità: “I coltelli vengono passati su una mola, si assottiglia il taglio fino ad un punto di abrasione tale che si crea una sorta di ‘filo morto’ che poi viene rimosso - dichiara l'artigiano -. Infine si lucida, in genere sono tre passaggi di lucidatura per ridare bellezza originale, e poi viene passato su una pietra che infine dà il taglio. Questa è la magia della mola, che ti permette di affilare tutto quanto". 

Ad un certo punto, entra un signore con un set di coltelli: "Questi hanno circa cinquant'anni, sono di mia madre - afferma -. Che ne devo fare, ne vale la pena o sono da buttare?". Gigante risponde con una certa garanzia: "Assolutamente no". E poi, durante l'intervista, ci fornisce un'esaustiva motivazione: "Questi sono prodotti che non hanno nulla a che vedere con ciò che è realizzato oggi - chiarisce -. Questo perché, ai tempi, ciò che veniva realizzato era fatto per durare nel tempo e le persone cercavano proprio questa qualità, a differenza di adesso che si guarda più all'estetica". 

E il futuro? Dopo oltre settant'anni in attività, a fine anno Gigante chiuderà la parte di vendita al dettaglio ma rimarrà presente il laboratorio: "Non è stata una decisione facile ed è stata molto ponderata - afferma -. Per circostanze private, mi trovo attualmente a gestire tutto e non è così semplice. Secondariamente, sono abbastanza stufo di combattere con certi 'ciarlatani di internet' e, infine, ho un'età: una volta la giornata finiva alle 20.00, mentre oggi al pomeriggio inizio a far fatica onestamente. La decisione di chiudere solo la parte di vendita è legata al fatto che, dovesse succedermi qualcosa, è più semplice chiudere solo il comporto laboratorio senza avere anche la merce di mezzo. L'opzione passare il testimone e cederla? Assolutamente no, preferisco chiudere: per quanto concerne questo mestiere, chi è subentrato ha, dopo un po', chiuso; questo perché, dietro al bancone, non ci sei più tu storico proprietario, con la tua faccia e la tua esperienza". 

Federico Antonopulo

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