Si avvicina a grandi passi il fine settimana delle elezioni comunali, previsto per domenica 25 e lunedì 26 maggio 2025 e uno dei temi di fondo del dibattito politico è legato all’astensionismo che nelle scorse tornate elettorali ha toccato percentuali preoccupanti.
In questo scenario, emerge la candidatura di Marco Loconte, figura inedita nel panorama politico che, con la sua storia di agricoltore e la sua determinazione a "seminare il cambiamento", vuole risvegliare la coscienza civica dei genovesi e offrire un'alternativa concreta a una politica percepita come distante.
La candidatura di Loconte arriva in un momento in cui i numeri dell'affluenza alle urne raccontano una storia preoccupante. Come evidenziato dai dati delle recenti elezioni regionali del 2024 in Liguria, solo il 45,97% degli aventi diritto si è recato alle urne. Un dato che si traduce in un paradosso democratico: il presidente della Regione Marco Bucci, pur avendo ottenuto il 48,47% dei voti validi, governa con il sostegno effettivo di appena il 21,58% degli elettori totali.
Una situazione analoga si era verificata nelle elezioni comunali di Genova del 2022, dove l'affluenza si era fermata al 44,17% e l’allora primo cittadino, l’attuale governatore Marco Bucci, aveva vinto con il 54,70% dei voti validi, rappresentando solo il 23,40% degli aventi diritto.
Loconte, agricoltore genovese e creatore della prima Oasi WWF dedicata all'agricoltura nella provincia di Genova, pone proprio il problema dell'astensionismo e della rappresentatività al centro della sua campagna elettorale. Con lo slogan incisivo "Un contadino genovese che si è rotto le zappe… e ora si candida a seminare il cambiamento!", chiarisce subito l’intento: portare una ventata di novità nella politica cittadina, offrendo una voce autentica e radicata nel territorio.
“La parola ‘politica’ è una cosa bellissima", afferma Loconte, sottolineando come la sua decisione di correre da solo sia maturata da un'esperienza diretta con i partiti tradizionali che si è rivelata deludente: "Mi sono avvicinato ai partiti per cercare di cambiare le cose, ma tutto è entrato da un orecchio e uscito dall’altro".
La sua sfida, dunque, non si limita alla mera conquista di voti, ma mira a riconquistare la fiducia dei cittadini nel valore fondamentale della partecipazione democratica.
Per Loconte, la questione è chiara: “Loro in otto hanno, calcoli alla mano con le percentuali di votanti attuali, hanno il 50% delle preferenze; io, posso avere il restante da solo”, afferma provocatoriamente, mettendo in discussione un sistema che permette di governare con il consenso di una minoranza degli aventi diritto.
Il programma di Loconte si articola in dieci punti chiave, focalizzati su temi che toccano da vicino la vita quotidiana dei cittadini e che riflettono la sua provenienza e la sua sensibilità. Tra le priorità spiccano la giustizia sociale, la sostenibilità ambientale, l'autonomia locale, la promozione dell'agricoltura urbana, una mobilità sostenibile, la tutela della salute pubblica e la difesa dei diritti dei cittadini. "Voglio una Genova più giusta, sostenibile, autonoma, che rimetta il cibo, la terra, la salute e i diritti dei cittadini al centro della vita pubblica", ribadisce elencando i suoi punti cruciali e sottolineando l'importanza di riportare al centro del dibattito pubblico elementi essenziali per il benessere collettivo.
La decisione di candidarsi nasce dalla volontà di offrire un'alternativa concreta in un contesto politico segnato da una crescente disaffezione. I dati sull'astensionismo evidenziano come le amministrazioni vengano spesso elette con il supporto di una minoranza dell'elettorato totale, sollevando legittimi interrogativi sulla reale rappresentatività dei governi locali. Loconte non ha timore di affrontare questa problematica promuovendo una maggiore partecipazione civica e offrendo a cittadini e cittadine candidati che rispecchino autenticamente le loro esigenze e aspirazioni, distanti dalle logiche partitiche tradizionali.
Tra i tanti temi sul tavolo, anche la necessità di superare le divisioni sociali e di genere, promuovendo un pensiero inclusivo che prevenga il ripetersi di ingiustizie e violenze. Secondo Loconte, è fondamentale costruire una cultura che renda inaccettabili atti di violenza, in particolare contro le donne, e che promuova una reale parità tra i sessi.
La candidatura di Marco Loconte rappresenta quindi un appello al ritorno a una politica più vicina alle esigenze concrete dei cittadini, un invito a superare la disillusione e a riappropriarsi del proprio diritto di voto come strumento fondamentale per costruire una Genova più equa, sostenibile e autenticamente partecipativa. La sua sfida è chiara: se si desidera che chi governa rappresenti davvero la volontà popolare, è necessario tornare a votare, scegliendo con consapevolezza chi può realmente portare un cambiamento tangibile per la città.