Il Piano del Commercio studiato dall’amministrazione comunale di Genova incassa il “sì” delle associazioni di categoria, ma non sfugge alle critiche delle opposizioni. Questo emerge dalle tre ore di commissione che hanno visto l’assessora al Commercio, Paola Bordilli, rispondere alle domande dei commissari che, specie dai banchi delle minoranze, hanno puntato il dito contro le tempistiche per la presentazione del Piano, a pochi giorni dall’ultima seduta del consiglio comunale e in piena campagna elettorale.
L’assessora Bordilli, di fatto, ha nuovamente esposto le linee guida del piano già enunciate in conferenza stampa, mentre i rappresentanti delle associazioni si sono mostrati nel complesso favorevoli al documento che, tra l’altro, li ha visti in parte protagonisti con le interlocuzioni che hanno poi portato alla stesura definitiva.
Cosa prevede il Piano del Commercio?
Il Piano, lo ricordiamo, prevede alcune novità che saranno applicate a tutte le operazioni commerciali soggette al rilascio di nuova autorizzazione e tiene conto di una suddivisione in zone del territorio su cui vengono individuati e perimetrati: i centri storici; i centri storici urbani; i centri storici commerciali; una fascia di tutela di un massimo di un chilometro lineare attorno ai centri storici urbani.
Per ogni zona individuata sono indicati e aggiornati i limiti massimi di metrature sulla superficie netta di vendita: nei centri storici urbani e centri storici commerciali sono previsti limiti in vigore nei centri storici in cui è già attiva l’intesa e pertanto, in tutti, per gli esercizi di vicinato il limite massimo è di 100 metri quadrati per alimentari e 150 per non alimentari, mentre per le medie strutture di vendita di 250 per il food e 600 per i non alimentari. Nella fascia cuscinetto, novità introdotta dal Piano, per gli esercizi di vicinato food e non food, vale il limite di 250 metri quadrati di superficie netta di vendita, mentre è fissato a mille metri quadrati il limite per le medie strutture di vendita.
Altra novità introdotta dal Piano è il sistema di punteggio con cui vengono individuati parametri qualitativi per il rilascio dell’autorizzazione. I parametri riguardano sia la condizione aziendale (in particolare la ricaduta occupazionale) e i servizi accessori per il quartiere.
Nella richiesta di autorizzazione sarà tenuto conto di un punteggio su: parametri occupazionali (assunzioni tempo indeterminato e tempo pieno da liste dei Cpi, esodati, lavoratori usciti dal ciclo produttivo per chiusura o delocalizzazione, assunzioni a tempo determinato con durata minima di 12 mesi); adozione di un quartiere collinare con l’insediamento o il mantenimento di un servizio di prossimità con forme di vendita in sede fissa o ambulante.
Tra le prestazioni strutturali accessorie sono stabiliti punteggi a fini autorizzativi su: parcheggi pertinenziali delle attività commerciali a disposizione del quartiere dopo l’orario di chiusura, interventi di miglioria urbana, abbattimento barriere architettoniche, nuova illuminazione integrativa a quella pubblica, videosorveglianza, interventi anche per la promozione delle attività locali svolte dai Civ, rinnovo dell’arredo urbano con installazioni innovative (ricariche usb), depositi per biciclette e gestione di punti raccolta ecovan.
Per il rilascio di autorizzazioni relative a medie e grandi strutture di vendita di generi alimentari, è introdotto l’obbligo di attivazione di programmi di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari: per tutte le categorie merceologiche è richiesta l’installazione di stazioni di ricarica veicoli e autoveicoli elettrici.
Inoltre, per il rilascio di autorizzazioni relative a grandi strutture di vendita di generi alimentari, scatta l’obbligatorietà di adozione di un quartiere collinare, nell’ambito del territorio limitrofo all’insediamento commerciale, per il mantenimento dei servizi di prossimità mediante forme di vendita organizzate in sede fissa o su mezzo ambulante per la distribuzione di generi di prima necessità.
La discussione
Come detto, oltre ad aver sollevato critiche tecniche al piano, le opposizioni hanno puntato sulle tempistiche affrettate di presentazione del piano, senza sufficiente tempo per studiare le carte e con un solo consiglio comunale in programma prima del voto. Una strategia imputata a “esigenze elettorali”.
Tra le proposte, quella di inserire tra i temi premianti in materia di punti anche la costruzione di spazi dedicati ai bambini. Idea che ha incassato l’ok dell’assessora Bordilli e che verrà inclusa con un emendamento di giunta.