Attualità - 03 aprile 2025, 08:00

C'era una volta... la cartoleria - 'Gagliardi', la storica attività di Sestri Ponente che resiste all'online: "L'amore per questo mestiere e il rapporto con le persone? Sono più forti"

Fondata nel 1971 da Severino Gagliardi, è da sempre un punto di riferimento per tutti i bambini e ragazzi non solo per i libri scolastici ma anche per il materiale di cancelleria. Oggi è gestita dal figlio Marco e dalla moglie Barbara, che si occupa del secondo punto vendita in via Sestri

Il titolare Marco Gagliardi

Il titolare Marco Gagliardi

‘C’era una volta… la cartoleria’ è il nuovo servizio seriale de La voce di Genova dedicato a questi negozi che sembrano essere sospesi nel tempo. Rifugio di studenti, impiegati e sognatori, la cartoleria è sempre stata più di un negozio, ma un luogo dove perdersi, tra il profumo della carta nuova e i colori di pennarelli, pastelli e tempere. Oggi queste botteghe sono sempre più rare, ma con questi racconti vogliamo riscoprire il loro fascino, raccontando le storie di chi le tiene ancora in vita con passione.

Un pezzo di storia di Sestri Ponente che da sempre è stato, ed è, un punto di riferimento per tutti i residenti del quartiere non solo per i libri scolastici per i più piccini, ma anche per il materiale di cancelleria, libri e gadget di qualsiasi genere: è questa la storica cartoleria 'Gagliardi', che nonostante l'avvento di internet e del commercio online, resiste e alza ogni giorno con determinazione e grandi sacrifici la saracinesca dal lontano 1971.

La loro storia, quindi, inizia cinquantaquattro anni fa, quando Severino Gagliardi decide di intraprendere questa nuova esperienza nella delegazione ponentina aprendo da prima il punto vendita in via Sestri, per poi approdare in via Ciro Menotti: "Erano anni diversi, abbiamo vissuto dei bei momenti", racconta il figlio e attuale proprietario Marco Gagliardi, che assieme alla moglie Barbara gestisce il punto vendita alle porte di Sestri Ponente e il secondo nella centralissima via Sestri a ridosso del noto 'curvone', che per tutti i sestresi rappresenta un punto  di ritrovo per poi andare a farsi le famose 'vasche' nella via dello shopping. 

"Negli anni '90 ci siamo trasferiti in via Ciro Menotti perché il palazzo dove avevamo la prima sede, era in ristrutturazione ma alla fin fine non siamo rientrati perché, in quegli anni, gli affitti erano notevolmente aumentati vista che la richiesta era altissima e, onestamente, non ci stavamo più", chiarisce Gagliardi.

Oggi sono quasi, praticamente, cinquant'anni che il cuore pulsante della cartoleria è in via Ciro Menotti, nonostante sia presente il secondo punto vendita presente in via Sestri ma dedicato in particolare, nonostante ovviamente la componente di cancelleria, "all’oggettistica da regalo". 

Erano anni floridi, quelli che ricorda Marco durante l'intervista, anni in cui c'era un grande rapporto con le persone e la vita, ancora, era per la stragrande maggioranza vissuta in presenza, a contatto con il commercio e i commercianti, che erano un punto di riferimento. Ancora oggi è così, ma inevitabilmente l'arrivo dell'online ha trasformato notevolmente la situazione: "Come tutte le categorie merceologiche, facciamo sempre più fatica perché la tecnologia ha stravolto interamente tutto il settore", racconta Marco con amarezza. 

Un contesto che non ha ancora finito di trasformarsi e che per lo storico titolare della cartoleria "continuerà a cambiare": "Negli anni '80 via Sestri era una delle vie più commerciali d'Europa e allora era molto invidiata da tutti i commercianti, che venivano da qualsiasi parte per farsi due passi - ricorda Marco -. Ora come ora, in questi ultimi anni, la situazione è cambiata: le persone consumano molto poco e l'online sta prendendo sempre più campo, ma anche la concorrenza con altri venditori non è da sottovalutare". 

Ad oggi l'attività è molto legata "al periodo scolastico, sia per la rifinitura di quaderni che per il materiale di cancelleria": "Il fatto è che parliamo di soli tre mesi all'anno e durante i mesi restanti campiamo perché non c'è altro - chiarisce Marco -. Dovessi fare un tuffo nel passato, ricordo che i periodi 'morti' erano solo gennaio, febbraio e marzo, però poi arrivavano la pasqua e le comunioni: il lavoro era diverso ed era tanto, non concentrato solo nei tre mesi estivi. Ricordo che eravamo in tre a servire, mentre oggi ci sono solo io ad occuparmi del negozio in via Ciro Menotti". 

L'online, un 'Odi et amo' che non solo, però, ha stravolto il commercio, ma anche proprio il rapporto tra persona e commerciante: "Le persone guardano davvero molto quello che il telefono dice e, sovente, si fidano più di quello che leggono sul cellulare rispetto alla mia professionalità - racconta Gagliardi -. Io ho lavorato per oltre quarant'anni, il mio lavoro mi piace, so quello che vendo e soprattutto posso consigliare anche fornendo delle alternative rispetto a quello che si cerca e che, magari, è difficile da reperire. Il problema è che, avendo come competitor l'online che propone una scelta immensa, le persone ad oggi non chiedono più consigli: si presentano direttamente in negozio con il telefonino in mano e la foto del prodotto che vogliono. E cosa succede? Se lo hai, bene; se non lo hai, non ha nemmeno senso proporre alternative, perché intanto escono subito e se lo comprano online. Ricordo che ai tempi, si diceva 'l'online ci farà star meglio', ma io avevo capito subito che, invece, ci avrebbe fatto star peggio, perché ci rende troppo frenetici e superficiali". 

Il periodo della pandemia, però, è stato il momento che ha dato una grossa spinta al sopravvento dell'online: "Ha portato dei grandi problemi fin da subito ma io avevo compreso che, le conseguenze, le avremmo viste e subite non immediatamente ma dopo qualche anno, perché è subentrata durante la pandemia sempre più l'abitudine ad acquistare sul web - chiarisce -. Chi non lo conosceva, lo ha scoperto e così le persone escono sempre meno, anche per altri motivi, ma in particolare perché è comodo. Oggi chi entra in negozio sono persone di una certa età, poi c'è la generazione tra i cinquanta e i sessant'anni che ancora non credono tanto nell'online e continuano a comprare in presenza perché hanno fiducia nel rapporto con il commerciante. La vera difficoltà, sta nella generazione dai trent'anni in giù: con loro, non c'è giro". 

Il futuro? Per Gagliardi "tempo dieci anni, e i negozi saranno sempre meno": "Sarà, inevitabilmente, sempre più complicato reggere la concorrenza dell'online e le persone, purtroppo, si abitueranno a comprare sempre più così. Io spero, però, che quando sarà il nostro momento di andare in pensione, qualcuno possa prendere in eredità l'attività, perché sarebbe un altro pezzo di storia che lascia un buco profondo nel quartiere". 

Federico Antonopulo

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