Il progetto del Comune di Genova per trasformare il mercato di piazza Sarzano in un polo enogastronomico turistico ha sollevato preoccupazioni tra gli abitanti e i commercianti del quartiere.
Le proposte avanzate dal Civ e dal Comitato dei residenti puntavano alla salvaguardia del mercato in quanto tale, con attività di vicinato capaci di riconnettere il tessuto sociale, sono rimaste inascoltate e il Comune ha optato per un piano di riqualificazione che prevede la creazione di due nuovi punti di somministrazione, affidati alla Fabbrica della Birra di Busalla e a Il Genovese, con l’obiettivo di attrarre visitatori e valorizzare la zona con un'offerta street food.
Ma per chi il quartiere lo vive quotidianamente, il timore è quello di vedere sempre meno tenute in considerazione le necessità della comunità.
Matteo Zedda, presidente del Civ Sarzano, sottolinea: "Il Comune vuole rilanciare la struttura come polo enogastronomico turistico, ma noi ribadiamo la necessità di un luogo a servizio del quartiere, che manca da diversi anni".
Piazza Sarzano ha ospitato un mercato rionale sin dal Medioevo, rappresentando un punto di riferimento essenziale per i residenti. La struttura attuale, inaugurata nel 2013, comprendeva inizialmente cinque banchi, tra cui fruttivendolo, drogheria, banco di salumi e formaggi e macelleria. Col tempo, molte attività hanno chiuso, lasciando oggi solo un banco di frutta e verdura ancora attivo.
“Prima di tutto - spiega Zedda - chiariamo il fatto che si tratta di una manovra di un privato che investe in una struttura data in concessione, quindi il privato è libero di fare quello che vuole. Il Comune, però, dovrebbe agire in difesa del territorio, quindi in difesa di quello che, secondo noi, era il mercato di quartiere. C’è una sorta di cambio di destinazione d’uso il tutto a discapito del quartiere, della sua vivibilità e dei servizi alla comunità. Dopo quanto accaduto in altri mercati di Genova, come quello del Carmine, questo era da evitare e si doveva tutelare il mercato”.
Il Comune insiste sulla necessità di valorizzare l’area con nuove attività di somministrazione, ma per Zedda e gli altri commercianti la strada da seguire è diversa. "Temiamo che questa trasformazione snaturi il quartiere, trasformandolo in un luogo per turisti più che per chi ci vive”. Il presidente del Civ contnua: “Non abbiamo paura della ristorazione, e lo dico da ristoratore, non è la concorrenza che spaventa. Anzi, ben vengano attività, ma che aprano in uno dei tantissimi locali sfitti. Ci sono saracinesca abbassate ovunque, facciamoli aprire lì”.
La preoccupazione è tanta anche tra i residenti che appoggiano la presa di posizione del Civ e hanno scelto di portare il loro punto di vista in fase di progettazione, punto di vista che non è stato ascoltato. Eppure, basta parlare con chi la zona la abita per capire che il mercato è una necessità per la comunità. Lo ribadisce ancora Zedda: “Un mercato ideato, strutturato per essere a servizio della comunità dovrebbe essere tutelato. Qui, nonostante il prolungamento della concessione al privato, non è stato fatto nulla per mantenere la vocazione di questa struttura. Perché non c’è stato un intervento simile a quello fatto con i banchi del Mercato Orientale? Perché non si è tutelato il mercato di quartiere?”.
Il Civ aveva avanzato diverse proposte, tra cui una sinergia con il supermercato che si trova in piazza: “Avrebbero spostato il fresco fuori sistemano i banchi di ortofrutta e salumi, quasi una sorta di scambio: la grande distribuzione ha tolto al mercato, la grande distribuzione ridà qualcosa allo stesso. Ne abbiamo parlato, abbiamo messo in contatto tutti gli attori ma oramai il progetto era fatto, ci hanno solo portato a spasso”.
La riqualificazione del mercato di piazza Sarzano, a cascata, porta con sé numerose altre questioni come lo stato di salute delle strade, sollecitate dal continuo transito di mezzi pesanti per i cantieri di piazza delle Lavandaie prima, e negli anni a seguire per gli interventi sull’area.
Una delle questioni più annose è certamente quella di vico del Dragone dove, da diversi mesi, una transenna segnala un cedimento dell’asfalto. “Mi hanno detto - prosegue Zedda - che l’unica soluzione è che crolli da un momento all’altro in modo che possa passare come intervento urgente. Intanto però il rischio per i residenti è alto, la gente qui ci abita. Sono passati avanti e indietro con mezzi pesanti e un’altra conseguenza che vediamo è il cedimento tra vico chiuso Re Magi e salita Re Magi dove c’è un cunicolo che sta cedendo. Questo apre a un altro problema quello delle blatte, degli scarafaggi e dei topi. Le strade stanno cadendo a pezzi e le nostre richieste rimangono inascoltate”.