Esultano i cacciatori, critici gli animalisti e gli ambientalisti che avvertono su un provvedimento che rischia di 'peggiorare la situazione'. Insomma, divide e di netto il provvedimento approvato ieri alla Camera con un emendamento a firma ligure del leghista Francesco Bruzzone varato dalla commissione Bilancio nell’ambito della discussione sul disegno di legge sulla montagna, che ha a che fare con il tema del lupo.
“Una modifica all’articolo 12 inerente al declassamento del lupo da specie ‘particolarmente protetta’ a ‘protetta’", o "più precisamente - ha spiegato Bruzzone - in attesa che venga definitivamente modificata la direttiva ‘Habitat’ a livello europeo, la legge italiana prevede l'automatico recepimento della decisione che verrà. Non appena l’Europa avrà definito l’iter di declassamento, in Italia l’abbassamento del livello di protezione del lupo sarà subito applicabile; il passo determinante affinché venga garantito, anche a livello nazionale, un declassamento il cui iter si sta ancora prolungando nei meandri europei”.
Il riconoscimento, stando alla Lega, per legge italiana del declassamento del lupo consentirà l’attivazione di piani di controllo sui territori. Possibili quindi, per ridurre la presenza sul territorio, data per in aumento anche in Liguria. E mentre anche il vicepresidente della Regione celebra “un grande risultato - dice - per la tutela del comparto agricolo e zootecnico” e per “garantire un equilibrio tra la conservazione della fauna selvatica e la difesa delle attività produttive nelle nostre aree rurali e montane”, il WWF richiama all'attenzione.
E se a livello nazionale già mesi fa, aveva avvertito richiamando alla prudenza su una decisione che poteva “andare contro il parere degli esperti e della scienza e che si ritorcerà contro gli stessi allevatori”, a livello ligure all'indomani dell'approvazione dell'emendamento la posizione resta fortemente critica.
Il declassamento “secondo noi non ha basi scientifiche corrette, segue un tema come quello del lupo senza conoscerlo bene dal punto di vista etologico né da quello dell'importanza nell'ecosistema”, chiosa Maura Piaggesi di WWF Genova.
Misura che comporta anche rischi, “perché chiaramente potrà aprire alla tendenza alla caccia per la selezione, che si dovrà capire a chi verrà affidata se a cacciatori qualunque o ad organi competenti. E rischia di sbilanciare la dinamica di branco. Paradossalmente potrebbe anche peggiorare le cose”.
“Noi siamo stati invitati sul piano locale anche ad incontri pubblici anche per incontrare la cittadinanza e aprire colloqui con la popolazione per spiegare la nostra posizione e far conoscere questo animale, non possiamo tornare indietro di mezzo secolo. I problemi ci sono, ma vanno messe in atto misure per la convivenza e per agevolarla”, sottolinea Piaggesi.
“Noi non siamo più abituati a rapportarci con questa specie e serve conoscenza, il lupo non aumenta a dismisura ma si auto-regola in base alle prede - conclude - basti sapere che i piccoli hanno mortalità altissima, almeno il 25% all'anno vengono uccisi dal bracconaggio. Bisogna sfatare il mito secondo cui il lupo è soggetto, se non controllato, ad una crescita numerica all'infinito”.