Politica - 14 marzo 2025, 12:49

Elezioni comunali. Intervista allo scrittore Bruno Morchio, in campo per Salis: “La mia Genova ridotta a sagra paesana, merita di più. Bacci Pagano? Voterebbe Fratoianni”

La penna che ha raccontato l’anima noir della città si candida e porta le sue proposte al tavolo del centrosinistra: “Un campus universitario a Quarto e il prolungamento della Cremagliera al posto della funivia. Bucci? È organico a Toti”

Bruno Morchio

Bruno Morchio

C’è una Genova che scivola nelle pagine dei romanzi di Bruno Morchio, fatta di vicoli, atmosfere scure. E c’è una Genova reale, concreta, vissuta quotidianamente, che oggi lo scrittore osserva con preoccupazione e speranza. Psicologo di formazione e scrittore per passione, Morchio ha dato vita all’investigatore Bacci Pagano, figura ormai simbolo di una città che si confronta continuamente con il proprio passato intrecciandolo con le sfide del presente.
Al nostro microfono Bruno Morchio racconta le ragioni che lo hanno portato a candidarsi alle elezioni amministrative, sostenendo la corsa di Silvia Salis e della coalizione di centrosinistra che la affianca. Una decisione maturata dalla sensazione di sentirsi “straniero in patria”, dalla percezione di una città che rischia di perdere se stessa inseguendo eventi e progetti discutibili, come lo “scivolo più lungo del mondo” o il tanto discusso “Tricapodanno”. Morchio non risparmia critiche alla gestione politica degli ultimi anni, parlando apertamente di un’amministrazione regionale e comunale “scaduta a comitato d’affari” e ribadendo lo stretto collegamento tra Toti e Bucci, che considera “organico” all’ex presidente.
Accanto alle critiche ci sono le proposte: dalla valorizzazione dell’area di Quarto per trasformarla in un campus universitario, alla contrarietà netta verso opere come la funivia, da sostituire con un’alternativa più sostenibile, come il prolungamento della storica cremagliera di Granarolo.
Morchio parla apertamente anche della politica come “arte del possibile”, del difficile equilibrio all’interno della coalizione progressista e della necessità di imparare, finalmente, l’arte del compromesso. E alla fine, scherzando ma non troppo, immagina anche per chi voterebbe il suo Bacci Pagano, segno di quanto, per lo scrittore, finzione e realtà siano due facce della stessa passione civile.

Da dove arriva la sua scelta di candidarsi?
Mi sembra sia arrivato il momento di voltare pagina a Genova, mi sentivo un po’ straniero in patria. La scena dello scivolo, la focaccia lunga non so quanti metri, il ‘Tricapodanno’, la presenza del presidente e del sindaco sul palco a Capodanno che mi sembra una cosa di pessimo gusto…non mi riconoscevo più nella mia città. Poi ci sono delle considerazioni meno emotive, più di carattere politico. Come il toccare con mano un declino inarrestabile che forse inarrestabile non è e che non è solo di Genova, ma è molto legato al fatto che si è lasciato al mercato, e solo al mercato, il compito di dare un impulso alla città, mentre la regia pubblica è scaduta a un comitato d’affari

Si riferisce all’era Toti?
Bucci è organico a Toti, è andato al suo posto e ora è fortemente preoccupato perché governare la Liguria senza avere Genova è problematico. Bucci, a tutti gli effetti, è stato organico al potere di Toti, forse alcune cose le sapeva, altre no

Cosa l’ha convinta di Silvia Salis?
Mi ha convinto quando ho visto il video di un suo lancio del martello, di una bellezza straordinaria. Non conoscevo questa specialità, niente di paragonabile al lancio del peso, è una danza, ricorda il movimento dei dervisci. Poi ho sentito le sue prime interviste. Quando è uscito il nome non lo conoscevo, l’ho sentita quando sono stato alla sua presentazione al Municipio Centro-Est con il Pd e mi ha colpito per la sua determinazione. È una donna ed è giovane, per questa città sono elementi importanti. Mi sembra molto determinata e mi sembra un argomento pretestuoso quello dell’essere o meno preparata rispetto alla macchina comunale. Chi lo era tra quelli di prima? Sono stato nel Partito Comunista, lei ha subito chiarito e professato una fedeltà alle sue origini, è un dato molto importante. Non è la radical-chic che arriva qui da fuori, è una donna che ha saputo affermarsi grazie alle sue capacità. Ha una storia radicata in città e in una parte della città. Suo padre era un personaggio del vecchio PC. Questo mi è piaciuto. Poi sono venuti gli argomenti. Quando le ho sentito dire no allo Skymetro e alla funivia, mi sembra che sia già una buona partenza. Vorrei farle delle proposte per delle possibilità che ci sono”.

Me ne dice qualcuna?
Una riguarda l’odissea di Quarto. Ho partecipato alla creazione del movimento che ha bloccato la sua svendita e questo ha reso possibile che le comunità dei pazienti rimanessero. Poi c’è stata la nascita di ‘Quarto pianeta’. Quando diciamo che Genova è una città vecchia è anche vero, vuol dire che la gente vive di più, ma Genova manda via i giovani anziché richiamarli. Una delle ragioni fondamentali per cui l’università non è attrattiva è che c’è tutto il problema degli alloggi, degli affitti. Fare un campus a Quarto sarebbe una cosa che avrebbe senso. L’altra è per la funivia, è una cosa che mi angoscia. Fare un pilone di 70 o 80 metri sopra le case del Lagaccio, che è già un quartiere sofferente, è un obbrobrio. Una cosa incivile. Il sindaco è mai andato a vedere la Cremagliera di Granarolo? Se allungata di 300 metri si fa lo stesso servizio della funivia ed è anche molto bella. Sono proposte concrete per ridare alla città una fisionomia che, in realtà, aveva e che ha perso perché questa forte caratterizzazione da sagra paesana di basso livello non ha fatto bene alla città. Genova può esprimere ben altro

Come si sente all’interno di una coalizione progressista così ampia? Per esempio, sulle grandi opere ci sono opinioni differenti portate da Italia Viva e Azione…
Credo che la politica sia l’arte del possibile, quindi in qualche modo bisogna fare dei compromessi. Non so se loro abbiano visioni opposte, su alcune questioni e alcuni nodi vanno chiarendosi. Come si fa a essere contro il Terzo Valico? Sulla Gronda, invece, credo che alla fine si farà, tutto quello che decongestiona la città è un bene per i genovesi. Sulla diga non mi esprimo, ho sentito pareri contrastanti e non vorrei che un giorno arrivi una mareggiata e ci troviamo i pezzi sulle navi. Bisogna far parlare anche punti di vista diversi, metterli a confronto, o si fa così o non si va da nessuna parte. È vero che ci sono delle distanze, ma perché da una parte creano problemi e dall’altra scivolano lisce?

La sinistra sta imparando l’arte del compromesso?
Spero che prima o poi la sinistra impari, ha pagato prezzi altissimi per le sue divisioni. Stiamo vivendo un momento storico in cui o si tirano un po’ i remi in barca o se si vuole essere duri e puri si sa a che cosa andare incontro

Il suo Bacci Pagano per chi voterebbe?
In questo non siamo proprio uguali…penso voterebbe per Fratoianni. Lui è così, è molto ‘bianco o nero’. Avrebbe votato ‘no’ al Parlamento Europeo, e in questo sono d’accordo

Pietro Zampedroni


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