Attualità - 21 febbraio 2025, 08:00

Alla scoperta dei Rolli - Potere e bellezza si intrecciano nelle sale di Palazzo Reale

Voluto da Stefano Balbi alla metà del Seicento, questo imponente edificio fu simbolo di potere e ricchezza. Qui trovarono dimora i Savoia e qui, oggi, sono accolte alcune delle più importanti opere d’arte delle collezioni genovesi

Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Rolli’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle caratteristiche principali della nostra città, che è valsa anni fa il riconoscimento Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Si tratta del sistema dei Palazzi dei Rolli: edifici che sono vere e proprie perle del centro storico e non solo. Vi accompagneremo dentro con i nostri racconti, ve li faremo scoprire con le fotografie, vi illustreremo aneddoti e curiosità. Sempre per amore di Genova e delle nostre eccellenze. Buon viaggio insieme a noi!

Affacciandosi dalla terrazza, si può ammirare il suggestivo panorama del porto, dominato dalla Lanterna
Uno scorcio unico, tassello tra i fondamentali della storia di questo magnifico edificio,  palazzo Stefano Balbi, noto oggi come Palazzo Reale.
Questa non è solo una residenza aristocratica ma è un testimone vivente della storia, dell’arte e del prestigio che ha vissuto la famiglia Balbi e che ha interessato tutta la città.
Situato nella monumentale Strada Balbi, il palazzo si impone ancora oggi come un simbolo di potere e raffinatezza, nonché come un museo straordinario che custodisce capolavori inestimabili.
La sua storia ha inizio nel 1643, quando Stefano Balbi, esponente di una delle famiglie più facoltose della città, commissiona la costruzione della sua residenza agli architetti Pier Francesco Cantone, Michele Moncino e Angelo Falcone. Il progetto segue lo stile delle grandi dimore nobiliari genovesi, con una pianta a "U", cortili interni e un gioco di prospettive pensato per impressionare gli ospiti e affermare il prestigio della famiglia, seguendo il gusto spiccatamente Barocco.
Tuttavia, il palazzo non rimane a lungo nelle mani dei Balbi: nel 1679 viene acquistato dai Durazzo, che avviano un imponente programma di espansione e decorazione. È in questa fase che l’edificio assume il suo carattere scenografico definitivo, grazie all’inserimento della terrazza a mare, realizzata nel 1681, e della terrazza di ponente, costruita tra il 1682 e il 1685, che si affacciano sul dedalo di vicoli della città e sul porto.
A dare il tocco finale alla maestosità della residenza è, con ogni probabilità, l’architetto romano Carlo Fontana, il quale, ispirandosi alle scenografie teatrali, realizza la spettacolare facciata sud: un connubio perfetto tra architettura e paesaggio, che si apre attraverso un cannocchiale ottico che collega atrio, cortile, giardino e terrazza, creando una sequenza armoniosa di spazi che culminano nella visione del mare.
Nel 1842, il palazzo cambia nuovamente proprietà, diventando residenza dei Savoia, che ne fanno la loro dimora ufficiale a Genova. Ancora oggi, la fastosità degli ambienti testimonia la loro influenza, con arredi e decorazioni che riflettono il gusto e la magnificenza della corte sabauda.
Entrare in Palazzo Reale significa immergersi in un universo di pitture, sculture e decorazioni che raccontano l’evoluzione del gusto artistico tra il Seicento e l’Ottocento. Ogni stanza, ogni soffitto, ogni parete custodisce opere di incredibile bellezza.
Tra i cicli decorativi più straordinari figurano gli affreschi commissionati dai Balbi nel XVII secolo, eseguiti da alcuni dei più grandi artisti del periodo.
Qui lavora Valerio Castello che realizza ‘La Fama’, una delle sue composizioni più celebri, in cui il mito si intreccia con la celebrazione del casato; Giovanni Battista Carlone, autore di ‘Giove e la Giustizia’, in questi ambienti realizza un capolavoro contraddistinto dal grande impatto narrativo.
Non mancano anche gli artisti ‘foresti’. Accade infatti che due dei migliori quadraturisti bolognesi qui si trovano a operare. Si tratta di Agostino Mitelli e Angelo Michele Colonna, artefici del raffinato gioco illusionistico ne ‘Allegrezza che scaccia il Tempo’, dando l’illusione di un’architettura che si espande oltre i confini fisici della stanza.
Con il passaggio ai Durazzo, il palazzo si arricchisce ulteriormente: nel Settecento viene allestita la celebre Galleria degli Specchi, una meraviglia ispirata alla Galleria degli Specchi di Versailles, affrescata da Domenico Parodi e arricchita da sculture e arredi sontuosi. Qui, la luce naturale gioca con le superfici riflettenti, creando un effetto di spazialità senza confini.
Le sculture che adornano il palazzo rappresentano un altro elemento di grandissimo valore. Tra le opere più importanti spiccano le Metamorfosi di Filippo Parodi, padre di Domenico, frescante nella Galleria degli Specchi e oggi visibili nella collezione museale, e Plutone e Proserpina, un gruppo dal marcato dinamismo realizzato da Francesco Maria Schiaffino.
La collezione pittorica di Palazzo Reale è una delle più ricche di Genova. I dipinti, esposti nelle sontuose stanze della dimora, comprendono opere di maestri italiani e fiamminghi, tra cui Van Dyck, Tintoretto, Luca Giordano e Guercino.
Tra i pezzi più prestigiosi troviamo, ‘Il ritratto di Ansaldo Pallavicino’, opera di Van Dyck; opere di Tintoretto e Guercino e le grandi tele di Luca Giordano.
Un’altra particolarità del palazzo è il suo giardino pensile, un’area verde sospesa a metà tra il cielo e il mare. Questo spazio, affacciato sul porto di Genova, offre una vista mozzafiato ed è progettato per essere una sorta di oasi di pace, dove i nobili potevano godere della brezza marina lontano dal trambusto della città. Le terrazze, ornate da balaustre e sculture, completano la scenografia della residenza, facendo di Palazzo Reale un luogo in cui arte e natura si fondono in perfetta armonia.

Isabella Rizzitano

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