Cronaca - 15 gennaio 2025, 13:27

Truffavano anziani con la tecnica del ‘finto maresciallo’: arrestati quattro napoletani

In totale, tra Masone, Novi Ligure e Podenzano, hanno portato via circa ventimila euro a chi è caduto nella loro rete

Truffavano anziani con la tecnica del ‘finto maresciallo’: arrestati quattro napoletani

Con la tecnica del “finto maresciallo e del finto avvocato” avevano truffato anziani tra i 78 e i 91 anni a Masone, Novi Ligure e Podenzano.
Così sono finite in manette quattro persone, tra i 55 e i 27 anni, residenti a Napoli, fermati nel capoluogo campano e a Bologna dai  Carabinieri del Nucleo Investigativo di Genova al termine di una complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Genova. In totale gli inquirenti hanno ricostruito sei truffe a danno di anziani oltre a furti in abitazione e indebito utilizzo di carte di credito. In totale si sono fatti consegnare beni per un valore complessivo di ventimila euro. Gli anziani, oltre al denaro contante, si sono privati di anelli, catenine, orologi ed altri monili in oro, che spesso costituiscono ricordi di famiglia.

Il modus operandi segue sempre lo stesso schema: le vittime vengono contattate telefonicamente da sedicenti marescialli dei Carabinieri o avvocati che riferiscono che un prossimo congiunto dell’anziano (generalmente figlio o nipote) ha provocato un incidente stradale in cui è rimasta gravemente ferita la controparte. Per aumentare la pressione psicologica, i truffatori riferiscono alla vittima che, per evitare l’arresto del parente, è necessario pagare immediatamente una cauzione per risarcire il ferito.

Una volta verificata l’intenzione di aiutare il parente in grave difficoltà, il truffatore spinge la vittima a mettere a disposizione il denaro e i gioielli presenti in casa. Il falso maresciallo o avvocato comunica al truffato che entro un breve lasso di tempo una persona (finto carabiniere o assistente dell’avvocato) l’avrebbe raggiunta nella propria abitazione per ritirare il denaro/preziosi.

Il telefonista, fino a quando il “corriere” non avrà ritirato il denaro, continua ininterrottamente a rimanere al telefono con la vittima, continuando ad evidenziare la gravità dei fatti e il poco tempo disponibile per risolvere la situazione. In questo modo riesce ad avere un controllo totale del truffato dal punto di vista psicologico e delle azioni da lui compiute, evitando così che la vittima possa avere contatti telefonici con amici o parenti che, una volta informati della situazione, potrebbero fare sfumare il ritiro della refurtiva e informare le forze dell’ordine.

Tre dei quattro arrestati sono stati richiusi nel carcere di Napoli, uno si trova invece già in quello di Bologna per altri reati.

Redazione

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