Urla, sporcizia e problemi all’ordine pubblico, anche durante la celebrazione messa: i cittadini denunciano una situazione complessa nella zona di via Cecchi, davanti alla parrocchia di Santa Maria dei Servi, nel quartiere della Foce.
Da tempo, infatti, nei pressi e sulle scale della chiesa si trovano persone in difficoltà che stazionano, giorno e notte, rendendo difficile la convivenza. Nella serata di domenica un episodio particolarmente grave ha fatto allarmare ancora di più la comunità. A raccontare l’accaduto è il parroco, Don Jonas Murallon: “Durante la Messa di ieri, domenica 12 gennaio, un uomo di origine africana che parlava solamente in lingua inglese è entrato dentro la chiesa e ha iniziato a urlare, prendendo anche il microfono. Non so se a causa del freddo, ma voleva avere le chiavi della chiesa, forse per potersi riparare all’interno, dicendo ‘questa è casa mia’”.
Non si tratta di una novità: da quando Don Murallon si trova assegnato alla parrocchia di Santa Maria dei Servi ha a che fare con le tante persone che nel corso degli anni si sono avvicendate nei pressi per alloggiare e stazionare: “Vorremmo aiutarle, e abbiamo spesso provato a farlo, anche con l’aiuto della Comunità di Sant’Egidio e della Caritas, che si occupa di portar loro del cibo. Anche in questi casi, però, noi ci troviamo a dover pulire il giorno dopo perché lasciano tutto sporco: se però gli viene proposto di spostarsi, loro non vogliono, preferiscono essere liberi di rimanere qui, anche quando fa freddo come in questi giorni. Normalmente abbiamo un buon rapporto con queste persone - continua a raccontare - ma quando bevono troppo succedono queste cose. Sono persone che hanno bisogno di aiuto, ci sono anche delle donne, e vedere che dormono e vivono lì è un grande dispiacere”.
Il problema è già noto alle forze dell’ordine: “Spesso una macchina dei Carabinieri viene a stazionare fuori dalla chiesa durante la celebrazione della Messa della domenica, dopo che abbiamo raccontato quello che accade. Ieri, però, non c’era nessuno. Quello che si può fare, a questo punto, va fatto, perché ora le persone iniziano ad avere paura, soprattutto i bambini che ieri hanno assistito alla scena”.
L’assessore alla Sicurezza del Comune di Genova Sergio Gambino spiega: “E’ un grosso problema che purtroppo conosciamo bene. Da tempo continuiamo a intervenire in zona e ad allontanare le persone che si trovano fuori dalla chiesa, decine e decine di volte. Abbiamo anche proposto di chiudere con delle cancellate il porticato della chiesa, ma non è stato possibile perché la Sovrintendenza ha ritenuto che le ringhiere non fossero compatibili con l’architettura dell’edificio”.
Ed è proprio la cancellata che potrebbe, almeno in parte risolvere il problema: “La chiesa è in condizioni di degrado perché non può essere diversamente, almeno finché queste persone stazionano qua fuori - aggiunge il parroco -. La cancellata potrebbe aiutare durante la sera, per evitare che ci sia modo di dormire lì fuori: non si tratta di chiudere la chiesa, ma di proteggerla, e di convincere chi si trova a stazionare lì fuori a trovare altri posti. Bisogna restare umani, aiutare queste persone è la cosa più importante, ma nello stesso tempo dobbiamo mettere a posto questa situazione perché è un problema non solo per noi sacerdoti o per la comunità parrocchiale, ma della società intera”.
“Queste persone stazionano anche sotto il porticato, che non è sulla pubblica strada; noi sgomberiamo quando sono per strada, interviene Amiu per pulire e sistemare e poi ritornano poco dopo - spiega ancora l’assessore Gambino -. Inoltre, i soggetti che occupano la zona cambiano spesso, rendendo ancora più difficile la situazione”.