Attualità - 13 gennaio 2025, 08:32

Addio a Oliviero Toscani, fotografo sempre controcorrente

Artista tra i più amati a livello internazionale, è mancato all’età di ottantadue anni. A Genova finì nella bufera per una frase infelice sulla tragedia del Ponte Morandi, che gli costò la cacciata dai Benetton

Addio a Oliviero Toscani, fotografo sempre controcorrente

All’età di ottantadue anni è morto a Cecina Oliviero Toscani, uno dei più celebri e controversi artisti visivi del nostro tempo. Ad annunciare la scomparsa è stata la famiglia attraverso un comunicato: “Con immenso dolore diamo la notizia che oggi, 13 gennaio 2025, il nostro amatissimo Oliviero ha intrapreso il suo prossimo viaggio. Chiediamo cortesemente riservatezza e comprensione per questo momento che vorremmo affrontare nell'intimità della famiglia. Kirsti Toscani con Rocco, Lola e Ali”. Al fotografo era stata diagnosticata l’amiloidosi, una malattia rara, che gli ha fatto perdere in poco tempo molto peso, fino al ricovero dello scorso 10 gennaio.

Toscani ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama culturale e artistico mondiale, con il suo lavoro che ha sempre sfidato i confini della creatività e della morale. Tra i suoi contributi più iconici e famosi, impossibile dimenticare le campagne shock per il marchio Benetton hanno fatto scalpore negli anni Novanta, rompendo gli schemi tradizionali della pubblicità.

Nonostante il suo genio creativo e la sua reputazione internazionale, gli ultimi anni della carriera di Toscani sono stati segnati da polemiche legate alle sue dichiarazioni sul crollo del Ponte Morandi di Genova. Il tragico evento del 14 agosto 2018 che causò la morte di quarantatré persone e che scosse profondamente l’Italia intera. Il ponte, un simbolo di modernità e progresso, crollò improvvisamente, sollevando interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture nazionali e su chi ne fosse responsabile.

Nel febbraio 2020, proprio Toscani si trovò nel mezzo di una bufera mediatica dopo aver rilasciato un commento durante una trasmissione radiofonica che fu percepito come una grave offesa nei confronti delle vittime del crollo. "Ma a chi interessa se crolla un ponte?" fu la frase pronunciata dal fotografo durante un’intervista al programma radiofonico "La Zanzara”, e il commento venne immediatamente  interpretato come un segno di insensibilità verso i familiari delle vittime e scatenarono una reazione di sdegno in tutta Italia. L’azienda Benetton decise di interrompere in quel momento la collaborazione decennale con Oliviero Toscani, per dissociarsi dalle sue parole, sottolineando come quelle affermazioni non riflettessero i valori del gruppo. Toscani si scusò pubblicamente poco dopo, spiegando che il suo commento era stato travisato e che non intendeva minimizzare la tragedia. Tuttavia, il danno era ormai fatto, e la rottura con Benetton segnò la fine di una delle collaborazioni più iconiche nel mondo della pubblicità.

La morte di Toscani riporta alla mente tanto il suo straordinario contributo artistico: figlio di Fedele, fotografo del "Corriere della Sera", fin da ragazzo manifestò un innato talento per la fotografia, che lo portò a studiare all'École des Arts et Métiers di Vevey, in Svizzera. Il suo approccio all’immagine è sempre stato caratterizzato da una forte componente provocatoria, utilizzando l'arte per mettere in discussione convenzioni sociali, politiche e culturali.

Il fotografo viene ricordato soprattutto per le sue campagne shock, che affrontavano tematiche come il razzismo, l'AIDS, la guerra e l'anoressia. Con la sua collaborazione con Benetton, cominciata nel 1982, Toscani rivoluzionò il mondo della pubblicità, facendo della moda un mezzo per trasmettere messaggi di impegno civile e sociale. Tra le immagini più memorabili, quella di un prete che bacia una suora, un neonato appena venuto al mondo, e il celebre manifesto con le fotografie di condannati a morte nelle prigioni americane.  Immortale resta lo slogan "Tutti i colori del mondo" legato alla prima campagna realizzata per Benetton, che porto al nuovo nome del marchio: United Colors of Benetton, all’insegna dell’integrazione: nell’immagine un gruppo giovani di diverse etnie su sfondo bianco, e con una semplice, disarmante e lungimirante scritta. Toscani, d’altronde,  non smise mai di difendere il suo stile unico. “La pubblicità è una forma d'arte,” diceva spesso, “ed è anche uno strumento per risvegliare le coscienze.” 

Toscani aveva reso nota la sua malattia l'estate scorsa: "Ho una malattia incurabile, non so quanto mi resta da vivere", dichiarò al "Corriere della Sera" il 28 agosto.

C.O.

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