Sono lontani i tempi e i numeri dell'emergenza, ma sono ancora due i nuovi casi di peste suina africana emersi in Liguria, stando all'ultimo aggiornamento dell'Istituto zooprofilattico di Liguria, Piemonte e Valle D'Aosta. Ritmo più lento, restano costanti in un contesto di diminuzione le positività riscontrate sul territorio regionale, ancora una volta riguardanti la provincia di Genova dove, a differenza del Piemonte, non ci sono segnalazioni di focolai che riguardino focolai negli allevamenti suinicoli. Dati contenuti in parte anche per via della stagione invernale, che sta contenendo la diffusione del virus, insieme agli abbattimenti previsti dal piano regionale per evitare l'espansione tra la fauna selvatica.
Secondo l'ultimo bollettino, dello scorso 5 gennaio, il totale dei positivi sui cinghiali affetti da peste suina sale a 1.722 casi emersi da inizio emergenza, due hanno riguardato il territorio ligure e altri due invece sono stati censiti oltre il confine piemontese. Crescono a 1.044 in Liguria e a 678 in Piemonte. Sono 9 invece i focolai riscontrati negli allevamenti suinicoli.
In Liguria le ultime due positività riscontrate hanno riguardato un caso emerso in provincia di Genova, nel levante a Castiglione Chiavarese, primo contagio da inizio epidemia nel comune della Val Petronio. L'altro caso è stato invece riscontrato in provincia della Spezia a Maissana.
La situazione, sul fronte regionale tiene, al momento risulta sotto controllo, dopo le recrudescenze degli anni scorsi. Complice la stagione fredda.
"D'inverno - spiega l'assessore con delega alla Caccia e all'Agricoltura di Regione Liguria Alessandro Piana - la malattia ha alle volte un decorso più lento, così come più lento risulta il contagione. Ad ora tutto sommato, rispetto ad inizio emergenza, la situazione risulta parzialmente nella norna. Hanno influito in parte anche gli abbattimenti ad inizio stagione della caccia, che hanno ridotto molto i contagi".
"Ci siamo battuti al massimo - sottolinea Piana - per garantire l'utilizzo della caccia come uno dei principali strumenti utili al contenimento e all'eradicazione, per scongiurare l'estensione del contagio".
Dai dati risalenti allo scorso agosto la quota di cinghiali abbattuti nell'ambito dei piani di contenimento è stata di circa 900 capi.
"Rispetto ai primi 2 anni dall'emersione della malattia - continua Piana - quando era più facile trovare carcasse infette di cinghiali morti, che poi analizzate risultavano positive, oggi il problema ha una dimensione minore. Prima l'accertamento e il riscontro era quasi quotidiano, ma ora anche nei casi di ritrovo di carcasse dalle verifiche il contagio è più contenuto".
Non ci sono al momento invece problemi particolari legati a contesti di contagio o passaggio della malattia al suino domestico, che metterebbe a rischio gli allevamenti.
Con il cinghiale ritrovato a Castiglione Chiavarese sale a 168 il numero dei Comuni coinvolti su base ligure, in cui è stata osservata almeno una positività alla Peste Suina Africana.