Economia - 09 gennaio 2025, 12:19

Amianto e Ferrovie dello Stato: nuova condanna del Tribunale di Roma

Amianto e Ferrovie dello Stato: nuova condanna del Tribunale di Roma

Anche se l’amianto continua a mietere vittime, la giustizia continua a fare il suo corso e restituisce qualche vittoria. L’ultimo esito giudiziario innanzi il Tribunale di Roma si rivela apripista per la giurisprudenza che riguarda le morti di asbesto nel settore ferroviario. Si tratta del caso di Rocco A., esposto all’amianto durante lo svolgimento della sua attività lavorativa alle dipendenze di RFI (Rete Ferroviaria Italia) presso le Officine Grandi Riparazioni (OGR) di Foggia, che è stato colpito da un mesotelioma epitelioide che non gli ha lasciato scampoIl Tribunale di Roma, XII Sezione Civile, con la sentenza del 30 dicembre 2024, ha emesso un’ulteriore condanna nei confronti delle Ferrovie dello Stato alla liquidazione dell’ulteriore risarcimento danni spettante agli eredi del ferroviere foggiano. La somma sfiora quasi il milione, compresi gli interessi, rappresentativa delle sofferenze subite dalla vedova, che nel frattempo è deceduta, e dai due orfani, che otterranno la liquidazione di questi ulteriori danni. Quest’ultimo risarcimento si somma alla precedente sentenza emessa dalla Corte di Appello di Roma, che aveva confermato la condanna all’indennizzo di circa 200 mila euro per il risarcimento del danno diretto subito dal ferroviere. 

In questo modo, il Tribunale di Roma in sede civile ha affermato il principio fondamentale secondo cui anche i danni da lutto devono essere liquidati, così come richiesto dall’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS, e dallo stesso Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’associazione, nonché legale della famiglia della vittima. Già la Corte di Appello di Roma aveva ribadito il principio chiave secondo cui non esiste una soglia minima al di sotto della quale si annulla il rischio amianto, pertanto anche un’esposizione non prolungata nel tempo può determinare l’insorgenza di patologie asbesto correlate. Ciò ha trovato conferma anche in sede civile da parte del Tribunale di Roma. 

La storia lavorativa del ferroviere deceduto per mesotelioma 

Rocco A., originario di Orta Nova e residente a Foggia, ha prestato servizio in RFI dal 1969 al 1971 con mansioni di operaio qualificato quale “aggiustatore meccanico”. Il ferroviere foggiano si è quindi occupato della manutenzione dei rotabili ferroviari, motori, tubazioni, cavi elettrici, respirando direttamente e indirettamente le sottilissime fibre killer. I locali in cui Rocco A. svolgeva le sue mansioni erano, infatti, privi di aerazione e le lavorazioni venivano eseguite senza l’adozione di alcuna misura di sicurezza, nonostante la loro disponibilità sin dagli anni ’40. Non solo, negli stessi ambienti lavorativi per la rimozione delle polveri cancerogene erano utilizzati soffiatori che finivano inevitabilmente per disperderla. Già nel 2006, l’ex dipendente di RFI aveva avuto un primo versamento pleurico, e il 28 marzo 2009 è purtroppo deceduto all’età di 68 anni, lasciando la moglie e i due figli. 

L’INAIL aveva fin da subito accertato l’origine professionale della malattia e costituito in favore della vedova la rendita spettante ai superstiti. La famiglia della vittima, assistita dagli avvocati Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale Amianto, e Daniela Lucia Cataldo, aveva presentato ricorso al Tribunale di Roma per ottenere il risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali. Ma nonostante l'ONA avesse già ottenuto altre condanne nei confronti di F.S., in questo caso l’azienda aveva contestato la pretesa, spiegando che “solo a partire dalla metà degli anni ’70 vi è stata la presa di coscienza circa la pericolosità della esposizione a fibre in amianto”. 

In primo grado, basandosi su un’ampia letteratura medico scientifica, la magistratura aveva tuttavia respinto le eccezioni di FS.  Il CTU nominato dal Tribunale aveva quantificato il danno del ferroviere in circa 200 mila euro e la condanna fu confermata anche dalla Corte di Appello di Roma. Adesso il Tribunale civile di Roma, con sentenza del 30.12.2024, n. 19674, ha applicato il principio fondamentale, confermando il fatto/reato di omicidio colposo e ha altresì ribadito la fondatezza della sentenza già emessa dalla Corte di Appello di Roma. Inoltre, il Giudice, tenendo conto anche del riconoscimento INAIL e dell’escussione testimoniale, ha stabilito la risarcibilità anche dei danni subiti prima di tutto dalla moglie, nella somma complessiva di €317.972,20, e poi dei due figli, con una somma di €266.869,52 ciascuno, con il calcolo della rivalutazione e degli interessi legali. L’importo complessivo quindi ammonterà a circa €1.300.000,00.

 

Un’altra vittoria per l’Osservatorio Nazionale Amianto 

 

L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS ha espresso notevole soddisfazione nel portare a termine l’ennesimo riconoscimento dei diritti dei ferrovieri esposti ad amianto. Infatti, proprio quello dei rotabili ferroviari è uno dei settori più a rischio, soprattutto per tutti coloro che hanno svolto attività lavorativa all’interno delle OGR di Foggia, Bologna e Torino. In ogni caso, è dimostrato dalle evidenze scientifiche e dalla copiosa giurisprudenza che l’impatto epidemiologico nelle FS è tra i più elevati. Infatti, fino al 2018, sono stati registrati più di 696 casi di mesotelioma solo tra i dipendenti delle FS, a cui bisognerebbe aggiungere anche i dipendenti delle ditte dell’indotto, tra cui quelli adibiti alla costruzione e manutenzione dei rotabili ferroviari, come per esempio le Officine Breda, e anche delle scoibentazioni delle carrozze che sono state praticate dalle ditte appaltatrici delle FS.

«Auspico che le FS prendano atto dell’ennesima condanna e procedano al risarcimento del danno amianto causato ai dipendenti, e in particolare a quelli che hanno subito gravi malattie, tra cui mesotelioma, tumore del polmone, della laringe e asbestosi, e non ultimo il tumore del colon, fermo restando che l’ONA rimarrà sempre al fianco dei lavoratori e loro familiari, per la tutela delle loro ragioni», così dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA e legale dei familiari del Sig. A. Rocco.

La collaborazione tra ONA e il suo team di professionisti

L’ONA promuove una mobilitazione su scala nazionale a difesa delle vittime dell’amianto, coinvolgendo anche il comparto delle Forze Armate, che spesso è stato colpito dall’esposizione ad asbesto così come ad uranio impoverito nelle missioni di pace, specialmente per coloro che hanno prestato servizio in territorio balcanico. È fondamentale evidenziare come il rischio amianto riguardi tutte le Forze Armate e nello specifico anche l’Esercito Italiano. La stessa storia del Col. del Ruolo d’Onore Carlo Calcagni, che ha subito anche esposizioni ad uranio impoverito, ne è l’esempio lampante, colui che ha racchiuso la sua battaglia contro questi potenti cancerogeni in due sole parole, ormai divenute un motto di vita: “Mai arrendersi”. Ma non solo l’Esercito Italiano è esposto al rischio amianto, ma anche la Marina Militare, l’Aeronautica Militare e addirittura la Guardia di Finanza. Lo stesso componente del Direttivo Nazionale dell’ONA, M.llo Nicola Panei, ha ricevuto la diagnosi di asbestosi, a causa della sua lunga esposizione ad amianto e altri agenti cancerogeni, durante il servizio prestato nella sezione antincendi dell’Aeronautica Militare Italiana. In tale contesto, è essenziale altresì il ruolo svolto dal Comitato del Ripristino della Festa del 4 Novembre, guidato dal Tenente Pasquale Trabucco.

Grazie all’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni, oltre della più ampia realtà rappresentata dall’ONA APS, la tutela di tutte le vittime è estesa anche al personale civile e militare delle Forze Armate. Per cui vi è piena operatività anche dell’Osservatorio Vittime del Dovere, di cui fa parte anche il Col. Carlo Calcagni, che ha assunto il ruolo di co-ordinamento e di supporto per il personale civile e militare delle Forze Armate. L’associazione si avvale comunque sempre del sostegno del Dott. Arturo Cianciosi, medico legale competente in medicina del lavoro e dell’Accademia della Legalità, presieduta da Paola Vegliantei

L’Osservatorio Nazionale Amianto può contare altresì sulla collaborazione di altre figure professionali nell’ambito della tutela delle vittime dell’amianto promuovendo un approccio interdisciplinare. Tra le figure di maggior spicco all’interno dell’associazione c’è il Dott. Arturo Cianciosi, che coordina tutto il settore medico dell’ONA, oltre ad essere tra i pionieri nella battaglia contro l’amianto, al fianco dell’Avv. Ezio Bonanni. Al suo fianco, inoltre, spicca l’impegno della giovane criminologa, Dott.ssa Melissa Trombetta, nonché una delle prime e poche criminologhe in Italia che si occupa di crimini ambientali. In tal senso, è fondamentale ribadire l’importanza dell’interdisciplinarità, specialmente nel campo della tutela legale, come ha recentemente evidenziato anche l’Avv. Guerrino Petillo, co-ordinatore dell’Accademia Forense di Roma ed esperto in alta formazione, con l’Università UNINT (Università degli Studi Internazionali di Roma). 

L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS, con lo sportello amianto, continua a sostenere tutte le vittime e i loro familiari attraverso la consulenza raggiungibile al numero verde gratuito 800 034 294.

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