Attualità - 09 gennaio 2025, 09:15

Nel 2026 Chiavari dirà addio al cinema Mignon

Il pubblico non manca, ma i costi sono insostenibili: il gestore annuncia la chiusura della storica sala

Nel 2026 Chiavari dirà addio al cinema Mignon

Il cinema Mignon di Chiavari chiuderà i battenti il 30 aprile 2026, dopo quasi cinquant’anni di attività. Aperto il 13 marzo 1977, il piccolo cinema di via Martiri della Liberazione, con una capienza di circa 220 posti, ha rappresentato per decenni un punto di riferimento per gli amanti del cinema d’autore, ma ora si trova a dover fronteggiare una situazione economica insostenibile.

La decisione di chiudere era nell’aria da tempo, ma senza una data precisa. Ora, però, Massimo Colombi, gestore del cinema, ha confermato che la serrata avverrà tra poco più di un anno. Il problema principale è legato ai costi di gestione, già alti e destinati a diventare insopportabili con il previsto raddoppio dell'affitto nel 2026, rendendo impossibile continuare l'attività.

Oltre all'affitto, il cinema deve far fronte a bollette energetiche in costante aumento, alla manutenzione delle attrezzature, e agli stipendi del personale, in un contesto dove le sale indipendenti faticano sempre di più a mantenersi in equilibrio economico.

Negli ultimi tempi, il Mignon aveva saputo conquistare un pubblico affezionato, con proiezioni che richiamavano lunghe file di spettatori lungo il "caruggio dritto" di Chiavari. Tuttavia, nonostante il successo di alcune rassegne, il peso dei costi di gestione ha prevalso, e la situazione economica si è fatta insostenibile.

Non è la prima volta che la chiusura del cinema viene discussa. Negli anni passati ci sono stati tentativi di trovare soluzioni alternative, ma nessuno di questi si è concretizzato. Il Mignon, rimasto l’ultimo grande schermo della città, si era distinto per la qualità delle sue programmazioni, che evitavano i blockbuster più commerciali in favore di pellicole d’autore e produzioni indipendenti.

Chiavari si prepara quindi a dire addio a un pezzo della sua storia culturale, che, per quasi mezzo secolo, ha offerto al pubblico locale una proposta cinematografica di qualità, ma che non riesce più a sostenere i crescenti costi operativi.

Redazione

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