Videogallery - 02 gennaio 2025, 08:00

Testimonial del dialetto - Mauro Boero, dall’Olanda non manca l’amore per la sua Genova: una vita all’estero parlando genovese (Video)

Fisico e ricercatore all’Ufficio Europeo dei Brevetti, con un percorso che lo ha portato dal capoluogo ligure a Cambridge fino a L’Aia, coltiva il legame con la sua terra attraverso il genovese, contribuendo a Wikipedia in lingua ligure

Testimonial del dialetto - Mauro Boero, dall’Olanda non manca l’amore per la sua Genova: una vita all’estero parlando genovese (Video)

L’edizione odierna di Testimonial del dialetto ci porta oltre i confini italiani, a L’Aia, in Olanda. È qui che Mauro Boero, genovese di 57 anni, vive e lavora da oltre vent’anni presso l’Ufficio Europeo dei Brevetti. Nonostante una carriera internazionale e un’esistenza lontano dalla Liguria, Mauro non ha mai spezzato il legame con la sua città, né con la lingua che considera la sua vera madrelingua: il genovese.

La storia di Mauro Boero parte da Genova, dove nasce nel 1967 e cresce in una famiglia dove il genovese era la lingua predominante. "Ho sempre parlato genovese - racconta Mauro - anche se i miei genitori, con me, facevano lo sforzo di usare l’italiano. Questo perché, quando mio fratello maggiore andava a scuola, i maestri lo trattavano con sufficienza a causa del dialetto. Parlare genovese era visto come qualcosa di inferiore”.

Nonostante ciò, il genovese è rimasto una costante nella sua vita, grazie soprattutto al rapporto speciale con il fratello Marco, più grande di otto anni. “Con mio fratello abbiamo sempre parlato genovese. Quando ero a Exeter, in Inghilterra, negli anni ’90, passavano mesi senza che parlassi italiano, ma il genovese mi veniva naturale. È stato lì che ho capito che il genovese è davvero la mia lingua madre”.

Il percorso: dopo la laurea in fisica a Genova e il dottorato a Exeter, Mauro ha lavorato a Cambridge prima di approdare, 23 anni fa, all’Ufficio Europeo dei Brevetti a L’Aia.

Nonostante la distanza, Mauro torna spesso a Genova e mantiene vivo il suo rapporto con la lingua. “Da L’Aia è molto più semplice rispetto a quando vivevo a Exeter. Qui bastano venticinque minuti in treno per arrivare all’aeroporto di Amsterdam, e ci sono voli diretti per Genova”.

La tecnologia moderna ha contribuito a mantenere questo legame. “Negli anni ’90 non c’era internet e le videochiamate erano impensabili. Parlavo con i miei genitori al telefono, ma erano conversazioni brevi. Ora, invece, posso parlare in genovese con mio fratello quasi ogni giorno”.

Wikipedia in genovese: un impegno culturale

Mauro non si limita a parlare genovese: negli ultimi anni si è impegnato attivamente per lasciare traccia della lingua anche online. “Tre o quattro anni fa ho iniziato a scrivere su Wikipedia in genovese. Ho creato pagine su Carlo Barabino, Natalino Otto, L’Aia e Cambridge. È importante che ci siano documenti scritti che rimangano, perché la lingua non può sopravvivere solo attraverso il parlato. Oggi vedo una nuova generazione che scrive molto bene in genovese, ed è un cambiamento positivo”.

La storia di Mauro si intreccia con una realtà più ampia. Come riportato in recenti studi, la generazione del boom economico ha rappresentato un punto di svolta: la spinta verso l’italiano come simbolo di modernità ha portato molte famiglie a mettere da parte il dialetto.

“Quando ero piccolo, i miei genitori hanno smesso di parlare genovese con me per paura che i maestri mi trattassero male. Era un periodo in cui il genovese veniva percepito come una lingua di serie B. Ora, invece, c’è stata un’inversione di tendenza. Vedo sempre più persone che riscoprono il genovese e lo insegnano ai loro figli”.

Ma la sfida è tutt’altro che conclusa. Solo una piccola percentuale della popolazione ligure parla ancora genovese, e spesso si tratta di anziani. 

Per Mauro, il genovese non è solo una lingua: è un legame profondo con la sua famiglia, la sua storia e la sua identità. Anche dopo oltre trent’anni all’estero, continua a considerarlo una parte fondamentale di sé.

Con il suo impegno, Mauro dimostra che il genovese può trovare spazio anche nel mondo moderno e che, con la passione e la dedizione di chi lo ama, può continuare a vivere, non solo in Liguria, ma anche oltre i suoi confini.

I VOLTI E LE STORIE CHE CELEBRANO LA LINGUA LIGURE 

La nostra rubrica Testimonial del Dialetto ha portato ai lettori tante storie appassionanti, che continuano a tracciare il profilo di una Liguria viva e pulsante. Ecco i protagonisti che ci hanno accompagnato:

Gilberto Volpara, giornalista e divulgatore della cultura e delle tradizioni locali.

- Il professor Franco Bampi, accademico e instancabile promotore della lingua e delle tradizioni genovesi. 

Anto Enrico Canale, conoscitore della lingua ligure e membro dell’Associazione O Leûdo. 

Cito Opisso, gestore di un pub e promotore della cultura genovese attraverso il dialetto e la convivialità.

Francesco Pittaluga, autore di testi sulla storia e cultura locale.

- I Buio Pesto, la band dialettale guidata da Massimo Morini e Nino Cancilla, icone musicali della Liguria. 

Mike fC, rapper genovese che mescola il dialetto con le sonorità contemporanee.

Rita Bruzzone, consigliera comunale e promotrice della tradizione orale ligure.

Andrea Di Marco, comico e attore che ha saputo reinterpretare con ironia la cultura locale. 

Giampiero Cella, profondo conoscitore del folklore ligure.

Paolo Regati, appassionato promotore del dialetto genovese, che attraverso il suo sito raccoglie e condivide espressioni, storie e curiosità legate alla lingua e alla cultura locale.

- Marco Carbone, in arte "U Carbun", cantastorie moderno che mantiene viva l’oralità ligure.

Ennio Cirnigliaro, storico e archeologo appassionato di cultura locale.

Cesare Garibaldi, direttore di bande musicali che hanno segnato la tradizione musicale della regione.

Giovanni Cambiaso, in arte Garsonetto, giovane rapper che usa il dialetto per raccontare storie urbane.

Carlo Sparviero, artigiano che con il suo lavoro rappresenta il connubio tra tradizione e innovazione.

Beppe Gambetta, cantautore e chitarrista di fama internazionale, custode delle radici liguri attraverso la musica.

Bruno Gattorno, autore e interprete di classici rivisitati della tradizione genovese.

Vladi Zullo, leader de I Trilli, storica band dialettale genovese.

- La compagnia teatrale “Quelli de na votta”, che porta in scena il dialetto ligure con passione.

Davide Cabona, cantautore che racconta storie liguri con una vena poetica unica. 

I Demueluin, musicisti che mescolano modernità e tradizione nel loro repertorio dialettale.

Vinicio Raso, figura chiave nella celebrazione del centenario della stazione di Sestri Levante.

Franco Po, cuore organizzativo della storica Sagra del Bagnun di Riva Trigoso.

- Il mitico Tipo Mustopo, leggenda popolare della comicità genovese.

Franco Casoni, scultore e artista che rende omaggio alla Liguria attraverso le sue opere.

Filippo Noceti, l’autore del “belìn” che unisce i liguri  

- Il sogno di Fabio Farina: tradurre testi impegnati in genovese per “normalizzarlo” e riportarlo a teatro

- Il cantautore Gioacchino Costa torna con l’album ‘Miserie’ e ricorda il maestro Armando Corsi

- La magia del Natale in lingua ligure con la piccola Bianca Maria

Marco Garibaldi

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