Il brindisi del 31 dicembre ha sancito l’ingresso nell’anno che darà a Genova un nuovo sindaco, dopo il trasloco di Marco Bucci in piazza De Ferrari e dopo la reggenza del suo vice Pietro Piciocchi, chiamato a guidare l’amministrazione fino al voto. Due anni prima della scadenza naturale (prevista nel 2027), il capoluogo si appresta a mettere in piedi una nuova corsa elettorale, a nemmeno tre mesi da quella delle regionali.
“Noi abbiamo definito che il candidato sia Pietro Piciocchi e andremo avanti così”. Parola di Marco Bucci che, di fatto chiude la partita per la ricerca del frontman del centrodestra alle amministrative genovesi di primavera. E così la coalizione di governo, fresca di nuova vittoria alle regionali di ottobre, può dare il via alla propria corsa per Palazzo Tursi, tanto che ai più attenti non sarà sfuggita la comunicazione di Piciocchi sui social e sui media che tradisce una comunicazione già infarcita di toni promozionali che sanno di campagna elettorale. Il pacchetto è pronto e, in pieno stile centrodestra, arriverà compatto e unito all’appuntamento elettorale.
Tutt’altra atmosfera in casa centrosinistra. Che l’obiettivo sia quello di non ripetere gli errori di ottobre è cosa palese, che ci sia già la strategia per farlo è un’altra cosa.
A partire dal nome del candidato sindaco che, per ora, non è nemmeno avvistabile all’orizzonte (stesso scenario della strada che ha portato alle regionali) e le ipotesi in campo si basano solamente su voci e indiscrezioni. Andrea Orlando si propone come regista, parla di una ‘piattaforma’ per organizzare i lavori della coalizione e rimanda al Partito Democratico la responsabilità (e anche l’ultima parola) nella scelta del candidato sindaco che possa unire la coalizione. Quale coalizione, poi, è tutto da vedere. Perché ancora non è chiaro se il Movimento 5 Stelle farà parte della squadra progressista o se sceglierà di correre, almeno al primo turno, con un candidato proprio. Stessa questione anche per l’ala centrista rappresentata da Azione, Italia Viva e tutto ciò che gravita loro attorno.
Il nome, quindi. C’è chi è pronto a scommettere su una possibile opzione al femminile con gli occhi puntati sull’ex Ministro della Difesa Roberta Pinotti (presente in prima fila all’evento del teatro di Stradanuova), mentre altri puntano su uomini da record di preferenze come i consiglieri regionali Armando Sanna e Federico Romeo, entrambi con un nutrito bacino di voti in dote ed entrambi già ampiamente formati alla vita amministrativa, in quanto rispettivamente ex sindaco di Sant’Olcese e attuale presidente del Municipio Valpolcevera. Più nebulosa la strada che porta alle svariate ipotesi civiche.
Il risultato, al momento, è che il centrodestra un nome ce l’ha e lo sta già promuovendo facendo sponda sui temi cardine della narrazione politica cittadina. Per contro, il centrosinistra è in attesa che la ‘piattaforma’ (qualsiasi cosa sia) consenta ai partiti di delineare la geografia della coalizione e, soprattutto, di consegnare agli elettori un nome in cui credere, prima che sia troppo tardi. Alla primavera non manca poi così tanto.