Continua con questo lunedì, e andrà avanti per tutti i lunedì successivi, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato alle Botteghe Storiche e ai Locali di Tradizione della nostra città. Siamo partiti con il punto di vista dell’assessora comunale al Commercio, Paola Bordilli, e del segretario generale della Camera di Commercio di Genova, Maurizio Caviglia. Vogliamo raccontare, di volta in volta, quelle che sono le perle del nostro tessuto commerciale, e che ci fanno davvero sentire orgogliosi di appartenere a questa città. Buon viaggio insieme a noi!
Una storia quella del locale di tradizione 'Armanino' che risale al lontano 1905 quando, Placido Armanino, fondò l'attività all'interno di un'antico edificio del 1133, precisamente nel cuore di Genova in Sottoripa, i più antichi porticati pubblici di cui si abbia conoscenza in tutta Italia.
Ad oggi, dopo la bellezza di centoventi anni, dove sono passati le redini dell'attività a figli del fondatore, Bruno, Edilio, Angelo e Valerio e poi i nipoti Duccio e Massimo, adesso al timone le pronipoti Cinzia Dagnino e Alessia Armanino, è possibile ritrovare i tipici sapori della tradizione gastronomica genovese e in particolare alimenti quali la frutta secca candita, glassata e disidratata che si mescolano nel banco di Armanino ad altrettanti prodotti provenienti da altre culture e da paesi lontani come il cous cous, yerba mate, duce de leche, halva, loukumes.
Non solo cibo, però, è quello che colpisce subito l'occhio dell'attività, di cui non è possibile non notare certi particolari che riportano a tempi ben lontani dalla contemporaneità. Infatti, l'architettura interna del negozio richiama chiaramente la storica tradizione stessa del locale: il bancone di marmo, i mobili di legno e il soffitto a volta. La bottega era infatti una rimessa per barche e pescherecci che attraccavano al porto di Genova.
Facendo, però, ancora un passo 'un pò più indietro', quindi tornando al di fuori delle mura interne della bottega, ciò che colpisce anche è proprio l'insegna presente con su scritto "sê parla zênêizê": la tradizione del locale, infatti, non è soltanto l'architettura o i prodotti proposti, ma anche il cliente e la lingua genovese, che all'interno del negozio continua ad essere la 'lingua d'ordine', di un dialetto affascinante e che oggi, purtroppo, ormai in pochi usano.
Il genovese "Lo capiamo molto bene ma lo parliamo poco - ci ha raccontato Cinzia Dagnino che, insieme ad Alessia Armanino, gestisce la bottega da otto anni - Ci divertiamo molto con i nostri clienti più anziani a parlarlo, almeno ci proviamo", proseguono.
Insegna che, come raccontano le titolari, è stata realizzata appositamente al fine di invitare i clienti a rivolgersi alle commesse in dialetto: "Siamo subentrate ai nostri genitori nel 2015 e ancora oggi è una soddisfazione e un divertimento per noi poter parlare in genovese con i nostri clienti più affezionati”.