La fine dell'anno è ormai alle porte e il sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi ha deciso di scrivere una lettera, in tono confidenziale, rivolta a tutti i dipendenti del Comune di Genova, congratulandosi per l'operato e cogliendo l'occasione per fare gli auguri di buon anno: "Carissime e carissimi tutti, come di consueto, anche quest'anno - un po' all'ultimo e me ne scuso - ho deciso di venire a voi con alcune brevi parole di gratitudine per quanto fate ogni giorno e di augurio per il nuovo anno alle porte", scrive Piciocchi.
"Lo faccio in un ruolo rinnovato - da Vice Sindaco reggente - e questo è anche il motivo per cui ho la possibilità di rivolgermi a voi tutti che lavorate per il nostro Comune, in qualunque ruolo, e non solo, come nei precedenti anni, a coloro che collaborano insieme a me nel contesto delle deleghe che mi erano state affidate", prosegue il sindaco reggente e che, scusandosi per "la mia sfrontatezza", quest'anno ha deciso di rivolgersi dando del "tu" ai dipendenti perché "mi fa sentire meglio e mi permette una comunicazione più immediata, più diretta, cuore a cuore, come piace a me in queste circostanze".
"E allora la prima cosa che sgorga dal mio cuore e che voglio dirti pensando a questa grande famiglia del Comune di Genova è questa: tu fai parte di questa famiglia e credimi che è davvero bello lavorare con te", prosegue Piciocchi.
Con un occhio al passato, riguardando le sfide difficili affrontate in diversi campi, Pietro Piciocchi scrive di essersi "sempre sentito sostenuto e voluto bene da te (scusa l'italiano ma desidero proprio rimarcare questo concetto del voler bene)" e che il dipendente è "riuscito a trasmettermi il senso di fare squadra, abbiamo con te improntato il nostro rapporto non ad un mero stare insieme fisico in un posto di lavoro, ma in una bellissima condivisione di sforzi, di visioni, di obiettivi e, quando sono arrivati, abbiamo gioito insieme dei risultati: risultati che appartengono a te!"
"Chi mi conosce sa bene che non perdo mai occasione per rappresentare all'esterno, con parole sempre grate, la qualità e l'impegno che osservo in tutto ciò che fai...e lo faccio molto volentieri perché la Città deve sapere di essere nelle mani di persone come te che vivono ogni giorno il lavoro alle dipendenze di un grande Comune come un servizio autentico alla comunità. Ti esorto, ogni tanto, a soffermarti a riflettere su quanto bene puoi fare intorno a te, pur nella penuria dei mezzi...e quando questo succede, quando ti rendi conto di avere migliorato qualcosa, aiutato qualcuno, quando sei riuscito a far sentire la prossimità della nostra istituzione, quando giri la Citta e vedi l'opera delle tue mani, ebbene questo ti dà una gioia indicibile, ti riempie il cuore, ti ripaga delle amarezze che hai vissuto, ti dà la forza di respingere quelle tentazioni di sconforto sempre dietro l'angolo quando ti senti inadeguato davanti all'altezza e alla complessità della sfida che sei chiamato ad affrontare", prosegue nella lettera.
Io spesso mi dico: ma se siamo riusciti a fare questa cosa - e nessuno pensava che ci saremmo riusciti - cosa mi impedisce di fare quest'altra?...e avanti così! lo posso dirti che mi stai dando un aiuto immenso e ti prego di considerare che questo aiuto non lo dai a me - che sono ben poca cosa - ma a ciò che le circostanze più recenti mi hanno chiesto indegnamente di rappresentare ovvero la nostra amatissima Città, per servire la quale, insieme a te, io desidero dare tutto me stesso. Conosco bene la fatica del tuo lavoro, la situazione difficile nella quale spesso devi operare - pochi mezzi, pochi colleghi, incomprensioni varie - ma vedo anche la tua abnegazione, il tuo non cedere al lamento facile, il tuo evitare di fare la vittima, il tuo coltivare l'amicizia con i colleghi e le colleghe, il rispetto che manifesti nel rapporto con i cittadini, e - ultimo ma non ultimo - il tuo buonumore. Quanto è importante questo ingrediente per sentirsi meglio, per non prendersi troppo sul serio, per sdrammatizzare le situazioni e, quando sorgono, i conflitti, per vivere con più distacco e leggerezza i momenti difficili (che non significa assolutamente superficialità)! Charles Dickens diceva che "non c'è niente al mondo così irresistibilmente contagioso come il riso e il buonumore". Ecco, auspico davvero che quest'aria si possa respirare nel tuo ambiente di Scusa se insisto ancora su questo, ma è un punto che giudico tanto importante che al riguardo voglio dirti ancora un'ultima cosa", scrive il sindaco reggente.
Quando sono diventato Vice Sindaco reggente mi sono domandato: cos'è la cosa più utile che posso diffondere intorno a me, l'atteggiamento da tenere, il messaggio che si attende chi mi sta vicino, e in fondo - oso dire - ciò di cui la Città ha anche più bisogno di ottenere da parte di chi la amministra? Ci ho pensato tanto e, come capirai, mi sono venute in mente tantissime cose, tutte giustissime e sacrosante, ma alla fine una è prevalsa su tutte: il SORRISO sincero e - aggiungo -la tenerezza che ne è il corollario. Non l'avrei detto ma recentemente ho scoperto che Giacomo Leopardi diceva che 'a chi sorride appartiene il mondo'. E penso che avesse proprio ragione il grande esponente della nostra letteratura! Chi sorride nulla teme e tutto affronta", precisa Pietro Piciocchi.
"Ecco, ti lascio con questo pensiero che porto dentro di me, molto in linea con la gioia, quella vera, che proviene dal Santo Natale: sappi che è questo il difficile proposito che faccio per me e l'augurio che desidero rivolgere a te, ale persone che ti sono care e a tutta la tua famiglia per il nuovo Desidero, per il resto, che tu possa sempre contare su di me. Ti saluto con grande affetto, stima e gratitudine", conclude la lettera.