Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Rolli’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle caratteristiche principali della nostra città, che è valsa anni fa il riconoscimento Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Si tratta del sistema dei Palazzi dei Rolli: edifici che sono vere e proprie perle del centro storico e non solo. Vi accompagneremo dentro con i nostri racconti, ve li faremo scoprire con le fotografie, vi illustreremo aneddoti e curiosità. Sempre per amore di Genova e delle nostre eccellenze. Buon viaggio insieme a noi!
Tra i più noti palazzi di via Garibaldi non si può non annoverare Palazzo Rosso.
Ammiratissimo, caratterizzato proprio dal suo colore, fortemente identificativo, questo maestoso edificio è un monumento alla grandezza del barocco ligure.
Costruito tra il 1671 e il 1677 per volontà dei fratelli Francesco e Rodolfo Brignole Sale, il palazzo è il riflesso di un’epoca in cui arte e prestigio familiare giocavano a richiamarsi continuamente.
A seguire il progetto fu l’architetto Pietro Antonio Corradi, capace di trovare soluzioni adatte a garantire la magnificenza a entrambi i fratelli.
Due piani nobili sovrapposti con un imponente scalone a collegare la successione degli ambienti creano ampi spazi in cui non mancano ingegnosità e raffinatezza.
Non mancano straordinari affreschi come la rappresentazione del mito di Fetonte di Gregorio De Ferrari, o gli incantevoli salotti decorati con le allegorie delle stagioni e delle arti liberali.
A lasciare a bocca aperta, poi, è anche la Loggia delle Rovine, in cui Nicolò Codazzi gioca con la prospettiva e le illusioni alterando la percezione dello spazio attorno all’osservatore e dialogando con gli affreschi di Paolo Gerolamo Piola. Si crea così un ambiente in cui le rovine mitologiche paiono animarsi davanti agli occhi esaltando il gioco barocco dell’illusione.
A segnare un deciso cambio di passo nel destino di questo palazzo fu la scelta compiuta da Maria Brignole Sale De Ferrari, ultima erede della famiglia.
Nel 1874, infatti, la Duchessa di Galliera decise di donare il palazzo e le sue collezioni alla Città di Genova rendendo Palazzo Rosso, di fatto, un bene pubblico accessibile a tutti.
Pochi anni più tardi, poi, nel 1888, il museo si arricchì degli arredi provenienti dalla dimora parigina della famiglia che contribuirono ad ampliare la collezione del neonato museo.
Con la donazione contemporanea di Palazzo Bianco, Genova si trovò così ad avere istituito il primo museo della città.
L’avvento della Seconda Guerra Mondiale lasciò profonde ferite nel palazzo: il salone principale fu devastato dai bombardamenti, e molte decorazioni andarono perdute.
Al termine della guerra, grazie al prezioso impegno e alle intuizioni di Caterina Marcenaro, allora Soprintendente, e dell’architetto razionalista Franco Albini, Palazzo Rosso i grandi vuoti lasciati dalle bombe vennero colmati con soluzioni che divennero simbolo del rinnovamento museale italiano. Le sale furono restaurate con attenzione filologica, e il palazzo divenne uno dei fulcri della cultura cittadina.
Oggi Palazzo Rosso è parte integrante dei Musei di Strada Nuova e al suo interno accoglie uno spazio espositivo unico con preziosi dipinti, statue e arredi che raccontano la storia di una città e di una delle sue famiglie più illustri, rinnovando ogni giorno il rapporto tra passato e presente.