Con un voto finale arrivato intorno alle 18:30, dopo tre giorni di discussioni, ottocento ordini del giorno e tre richieste di verifica di numero legale, il Consiglio comunale di Genova ha approvato il bilancio preventivo, con ventidue sì, quindici no e due astensioni.
Nel dettaglio, è stato confermato un debito pari a novecentosettandue milioni di euro, in flessione rispetto all'anno scorso: cinquecentodiciotto milioni in conto capitale nel piano triennale delle opere pubbliche, novanta milioni destinati al sociale, quarantaquattro per i servizi educativi e duecentoventidue per il personale.
Il facente funzioni sindaco Pietro Piciocchi ha espresso il parere a nome della Giunta, facendo una breve premessa: "La grande maggioranza degli ordini del giorno - ha dichiarato Piciocchi - ha avuto parere favorevole: su molti abbiamo voluto accettare l’impegnativa nonostante non ci fosse piena condivisione nelle premesse, spesso per il modo in cui sono stati scritti. Ma, in un pieno clima di collaborazione, non abbiamo voluto penalizzare con un parere sfavorevole gli ordini del giorno che abbiamo ritenuto validi".
"Un bilancio non all'altezza delle sfide che Genova deve affrontare e che non risponde ai bisogni delle persone", il giudizio di Davide Patrone, capogruppo del Pd. Esprimendo il voto contrario del gruppo Patrone ha rimarcato: "Per il sociale l'investimento è stabile rispetto all'anno scorso ma vede 10 milioni in meno rispetto al 2016".
Tra gli interventi di coloro che hanno votato contro, Filippo Bruzzone, capogruppo dei Rossoverdi, ha dichiarato che "i dati del bilancio esaminati in aula rivelano una città chiusa e impaurita, una paura che consente al centrodestra di mantenere lo status quo". Fabio Ceraudo del M5S ha definito il bilancio "miope e fallimentare". Cristina Lodi, capogruppo del Misto in quota Azione, ha motivato il suo voto contrario, evidenziando in particolare le "incertezze legate al bilancio della partecipata Amt".
Il dibattito più acceso ha riguardato la possibile creazione di una moschea a Genova. Il consigliere del Pd Simohamed Kaabour ha introdotto la questione in aula rossa, presentando un documento che impegnava il sindaco e la giunta a istituire "un tavolo permanente di confronto con i rappresentanti della comunità musulmana genovese", con l'obiettivo di costruire una moschea che potesse fungere anche da luogo di culto e centro per il dialogo interreligioso.
Prima di procedere al voto, il vicesindaco reggente Pietro Piciocchi ha proposto di modificare l'ordine del giorno per dare un parere favorevole, subordinando la creazione del tavolo a una commissione consiliare. Tuttavia, i membri del Pd, guidati da Kaabour, hanno insistito sulla necessità di rispondere alle esigenze della comunità islamica. Nonostante il dibattito si sia intensificato, non è stata trovata un'intesa. Federico Bertorello, della Lega, e Nicholas Gandolfo, della lista Toti, hanno accusato il Pd di voler forzare la situazione. Bertorello ha chiesto ai dem perché negli ultimi anni non avessero presentato alcuna mozione, mentre Gandolfo ha esclamato: "Non ci farete passare per quelli che votano contro la moschea". Alla fine, il risultato della votazione è stato di venti voti contrari e diciassette favorevoli.