Palazzi stupefacenti, il brulicare della vita nella Genova tra il Duecento e il Trecento fatta di guerre intestine, di straordinari sviluppi culturali e di una preziosità che ancora oggi riecheggia tra i vicoli della Città Vecchia.
Il racconto che il celebre fumettista Enzo Marciante dedica alla Genova medievale riassume tutto questo: un’abbondanza di meraviglia che la storia ha spesso trascurato.
Il tutto è diventato un albo illustrato dal titolo ‘Genova nel Medioevo’, nato dal desiderio di esplorare con curiosità un’epoca storica cruciale per la Superba in un anno, il 2024, dedicato proprio al Medioevo.
“I Guelfi e i Ghibellini - racconta Marciate - li conosciamo soprattutto attraverso la Toscana e Dante. Ma a Genova? Ho voluto approfondire per illustrare una realtà che, tra il Duecento e il Trecento, si intreccia con episodi incredibili come l’incendio di San Lorenzo e il lungo assedio ghibellino alla città, divenuta guelfa, durato quattordici anni. Sono eventi drammatici e fondamentali per la nostra storia”.
Protagonisti sono i noti Nonno Arturin e il suo fedelissimo Polpo che, in modo quasi magico, si trovano a incontrare celebri Annalisti come Jacopo da Varagine e Giorgio Stella, raccontando così il quotidiano genovese in un assedio via terra e via mare che si conclude con la pace del 1331.
Un elemento centrale dell’opera è il Codice Cocharelli, un manoscritto del Trecento che documenta la vita e le vicende dell’epoca redatto dal nipote di Pellegrino Cocarelli che nell’opera riporta i racconti dell’avo. Oggi ne restano ventisette fogli e frammenti, conservati tra British Library, Cleveland Museum e Museo del Bargello: "È una perfetta fotografia di quegli anni. Grazie a questo codice, mi sono immerso in un mondo che sembrava voler essere raccontato”.
Ascoltare il metodo di lavoro di Marciante vuol dire lasciarsi guidare in un racconto unico: “Quando lavoro, compio un viaggio mentale nel tempo, ho un punto di vista forse atipico e quello che presento è una sorta di resoconto, ovviamente onirico, come ho fatto con la storia di Genova e la storia del Porto. Mi siedo sotto un albero particolare o sugli scogli di Quinto e mi immergo in un’altra epoca. Mi sembra di vedere quei luoghi e di vivere quelle situazioni che ho letto e studiato. Traccio schizzi rapidi dove c’è già tutto: testi, situazioni, personaggi. Poi, a casa, realizzo la bella copia”.
Il risultato è un’opera che unisce accuratezza storica e libertà immaginativa, ricostruendo una Genova che prende vita in ogni dettaglio, “passeggiare per vico Indoratori o guardare i palazzi di piazza San Lorenzo mi aiuta a ritrovare il respiro di quel tempo. Consiglio a tutti di guardare Genova col naso all’insù: si scoprono meraviglie nascoste”.
Per garantire la fedeltà storica del suo lavoro, Marciante ha potuto contrare sulla preziosa collaborazione del professor Antonio Musarra, professore di Storia Medievale alla Sapienza di Roma, a cui si è aggiunto Giacomo Montanari, storico dell’arte, ricercatore e professore all’Università di Genova: “Il professor Musarra è stato incredibile: ha corretto inesattezze nelle mie tavole e mi ha dato consigli preziosi. Lavorare con persone di tale livello è stato un privilegio”.
A proposito del lavoro che sarà presentato questo pomeriggio alle 17 a Palazzo Ducale (Sala Munizioniere, ingresso libero fino a esaurimento posti), l’autore prosegue: “Ho comunicato a lavorare su questo libro a primavera e ho iniziato a raccogliere il più possibile dati da persone di altissimo livello ma ho visto che mancava un’opera omnia su quel periodo, o almeno, io non l’ho trovata. Ho parlato con Alessandro Barbero, che ha ricordato di avere il diario di Pisquino da Volastra quando ci siamo incontrati, e con tanti altissimi personaggi per avere informazioni e consigli. Ho mandato un paio di tavole al professor Musarra e si è entusiasmato, chiedendo di poter ricevere altro materiale man mano che il lavoro proseguiva. Mi ha aiutato precisando alcune inesattezze. Praticamente mi ha fatto da correttore di bozze ed è stato incredibile”.
Una similitudine che per Marciante ha trovato il ricordo di un altro illustre studioso genovese, Ennio Poleggi: “Quando ho realizzato la Storia di Genova, il grande urbanista e studioso del Quattrocento Ennio Poleggi aveva fatto la stessa operazione di Musarra, mi sono ritrovato nuovamente in queste condizioni rassicuranti”.
Come non citare poi le indicazioni dell’archeologa Piera Melli: “Lei mi ha introdotto alla genova di quattromila anni fa da cui ho realizzato ‘La leggenda di Genova’, un racconto inventato che si basa sulle tracce archeologiche delle emergenze che si trovano nella zona di Brignole dove, quattro millenni fa, si trovava già una città con un senso urbano, come dimostra il muro in parte visibile nella stazione della Metropolitana”.
Tante sono state le personalità che hanno dato preziosi contributi a Marciante nella realizzazione del suo ultimo libro. Per esempio, le ricostruzioni architettoniche hanno beneficiato dell’aiuto di studiose come Anna Decri e Gaia Leandri, che hanno così permesso all’artista di rendere il fumetto un’esperienza visiva e culturale di grande impatto.
Marciante si definisce un divulgatore per passione: "Non sono uno storico, ma racconto ciò che studio e scopro, con l’intento di far rivivere Genova. Questa città mi ha sempre ispirato, e attraverso il fumetto voglio condividere la sua anima. Ricordo ancora l’emozione che provavo da bambino leggendo fumetti con mia nonna: quei momenti hanno plasmato tutta la mia vita”.
Tra i progetti futuri, Marciante parla di un’opera dedicata al mercante genovese, figura centrale del Mediterraneo medievale. “Me ne ha parlato Giustina Olgiati dell’Archivio di Stato. Non era un semplice bottegaio, ma un uomo straordinario, dotato di intuito e coraggio. Doveva navigare in terre pericolose, gestire lingue e culture diverse, proteggere il carico durante burrasche. È un personaggio che incarna l’audacia e l’intelligenza della Genova marinara”.
Genova nel Medioevo è molto più di un fumetto: è una celebrazione della storia e dell’identità genovese, un invito a scoprire le radici di una città che, allora come oggi, continua a emozionare e ispirare.