Con la sua voce profonda, avvolgente e inconfondibile, Mario Biondi torna a Genova per la chiusura del suo Crooning Tour, un lungo viaggio musicale che lo ha visto protagonista sui palchi di tutto il mondo. L’appuntamento è per domenica 15 dicembre al Teatro Ivo Chiesa, alle ore 21. L’evento, reso possibile dalla sinergia tra Aluha e il Teatro Nazionale di Genova, sarà un appuntamento unico, che vedrà l’artista accompagnato da Elisabetta Serio al pianoforte, Aldo Capasso al contrabbasso e Francesca Remigi alla batteria. “L’incontro fra me ed Elisabetta Serio è avvenuto in occasione dell’ultimo tour di Pino Daniele nel 2014 quando ho avuto l’onore di essere ospite in diverse date. Elisabetta era la pianista di Pino, e già all’epoca ci eravamo promessi che avremmo collaborato in futuro, negli anni siamo rimasti in contatto e di recente è nata l’idea del trio per il mio tour nei teatri. Ci siamo confrontati a lungo e insieme abbiamo individuato anche gli altri due componenti, Aldo Capasso e Francesca Remigi”.
Un ritorno nel capoluogo ligure, dopo l’ultimo concerto nell’estate del 2020 ai Parchi di Nervi, in piena pandemia Covid: proprio ricordando quel periodo, Biondi si sofferma sull’effetto che quel momento ha avuto non solo sul pubblico, ma anche sugli artisti: "Devo dire che oramai è diventato un ricordo quasi lontano. Le restrizioni di quel periodo sono stati momenti quasi ai confini della realtà. Sicuramente abbiamo patito e sofferto tanto, ma abbiamo anche capito a che punto siamo della vita personale". Questo ritorno al palcoscenico senza limitazioni rappresenta per lui una rinascita e un’opportunità di riconnettersi con il pubblico in maniera più autentica.
Biondi si aspetta un pubblico caloroso e coinvolto, soprattutto in una città come Genova, che ha un profondo legame con la musica: “Mi aspetto sicuramente un pubblico caloroso, caldo, attento, anche perché Genova è un po' come Bologna, sono città pregne di musica. L'Italia è una nazione fortemente legata all'ambito musicale, la musica è assolutamente padrona”.
L’opportunità di suonare in tutto il mondo ha reso possibile il confronto con un pubblico sempre diverso: "Ogni nazione, ogni posto ha sicuramente la sua peculiarità - racconta -. Mi viene in mente la Scozia, particolarmente chiassosa e rumorosa, ma anche l'Inghilterra, estremamente caotica ma che ti accoglie sempre con uno scoppio di allegria, di applausi, di urla. Alla fine devo dire che anche in Italia, in città come Napoli o Bologna, in ogni data il pubblico ha il suo modo di esprimere l'attenzione, di condividere la felicità per la serata che sta vivendo insieme a te”.
Il repertorio del concerto sarà una combinazione di brani originali e cover scelte con cura: "La scaletta? La faccio un po' ‘di pancia’ - rivela l’artista -. Nasce con un certo tipo di trasporto, perché è sempre una grande lotta scegliere una canzone piuttosto che un’altra, tanto che a volte è una gara persa in partenza. Spesso mi affido al fato, chiudo gli occhi e dico: 'Vabbè, questa va benissimo', perché so che comunque mi darà un buon risultato, anche con il pubblico”.
Tra i brani a cui Biondi è particolarmente legato c'è Cry Anymore, tratto dal progetto IF del 2008:”È una canzone che faccio entrare ed uscire dalla scaletta molto spesso. Ci sono legato affettivamente, ma ogni volta non sono mai contento di come viene, forse perché la amo tantissimo”.
Se la voce di Mario Biondi è indiscutibilmente la protagonista dei suoi concerti, c’è uno strumento che gli è particolarmente caro: il pianoforte: “Rappresenta una di quelle anime che mi piacciono tanto, mi danno un senso di completezza armonica e timbrica al quale farei fatica a rinunciare." Ma non solo: l'artista confessa il suo amore anche per la parte ritmica. “Adoro le percussioni, tant'è che ho sempre con me il mio piccolo banchetto dei miracoli, con chimes, shaker e tamburino. Sono strumenti di cui cerco di non privarmi”.