Spaesamento è stata la prima reazione del mondo genoano dopo il "contropiede" messo in campo dalla società e dalla controllante 777 Genoa CFC Holdings S.r.l. comunicando di non aver "conferito alcun incarico per la vendita delle proprie partecipazioni detenute nel Genoa CFC S.p.A., tanto meno alla Moelis & Company", l'advisor finora individuato da A-Cap per vendere le società.
Una mossa improvvisa e per certi versi inattesa, visto l'evolversi delle varie società controllanti negli States, un comunicato che stoppava ogni ragionamento sotto forma di sillogismo applicabile alla società rossoblù, difficile quindi a un primo impatto da comprendere. Nonostante l'ormai nota situazione di difficoltà della holding di Miami confermata anche dai dirigenti genoani in diverse occasioni.
Lasciando da parte le dietrologie, una spiegazione arriva dagli USA, precisamente dallo Utah. Le autorità di regolamentazione dello Stato, nel caso specifico il Dipartimento delle Assicurazioni (Utah Insurance Department) nei giorni scorsi ha di fatto imposto a tre assicurazioni del gruppo A-Cap di smettere di accettare nuovi clienti perché in difficoltà economiche.
A spiegarlo è un articolo del Financial Times, riportando come questo sarebbe una conseguenza degli investimenti, sotto forma di prestiti, del colosso assicurativo in 777 Partners. Gli investimenti di questi ultimi, comprese le società calcistiche come il Genoa, secondo l'autorità statunitense hanno portato le società di assicurazioni in una "condizione finanziaria pericolosa". Lo si legge nell'ordinanza emessa nella serata dello scorso lunedì, dove si dichiarava altresì che le aziende appartenenti al gruppo A-Cap non disponevano di capitali sufficienti per soddisfare le loro passività.
Il gruppo con sede a New York, che negli ultimi mesi aveva in qualche modo preso in mano le sorti del Grifone affidandosi per le scelte sportive a Don Dransfield e a Johannes Spors quali consulenti, avrebbe già lasciato trapelare l'intenzione di ricorrere contro questa decisione, ultimo tassello di una vicenda nata la scorsa primavera. Ad aprile era stato chiesto alle assicurazioni di limitare la loro esposizione nei confronti di 777, consentendo loro di continuare ad accettare nuovi clienti. Una condizione che ora, per le autorità, sarebbe venuta meno in base a significativi deterioramenti nei prestiti concessi a entità legate a 777.
A questo punto la mossa di ieri appare come una sorta di "smarcamento" da una nuova situazione che potrebbe in qualche modo portare incertezza anche in un possibile processo di vendita del Genoa.
Molto resta comunque nell'alone delle ipotesi. Di certo c'è che entro fine anno andrà convocata una nuova assemblea dei soci azionisti: quello sarà il prossimo passaggio concreto sul quale poter ragionare più compiutamente circa il futuro del Vecchio Balordo, atteso da un dicembre importante dal punto di vista del campo e da un gennaio dove i conti si dovranno fare anche col calciomercato e una rosa da possibilmente rinforzare e non indebolire in nome dell'auto sostenibilità, che passa necessariamente dalla salvezza.