Cronaca - 04 dicembre 2024, 19:56

Ancora un suicidio in carcere: ventunenne si è tolto la vita a Marassi

Si tratta dell’ottantacinquesimo caso in Italia dall’inizio dell’anno, e del quarto nell’istituto penitenziario genovese

Ancora un suicidio in carcere: ventunenne si è tolto la vita a Marassi

Nel pomeriggio un detenuto di ventuno anni si è tolto la vita nel carcere genovese di Marassi. Si tratta dell’ottantacinquesimo caso dall’inizio dell’anno in tutta Italia, e del terzo in Liguria nelle sole ultime tre settimane. L’allarme è scattato intorno alle 15,30, ma per il giovane non c’è stato nulla da fare. 

Sul tema è intervenuto il Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria Gennarino De Fazio: "Magrebino, di soli 21 anni, ha messo fine alla sua giovanissima vita nel pomeriggio, impiccandosi nella sua cella del carcere genovese di Marassi, al reparto Sai (servizio assistenza intensificata), dove pare fosse stato allocato per pregressi intenti suicidari. A nulla sono valsi i soccorsi di operatori e sanitari. Con 85 detenuti che si sono tolti la vita nel 2024, cui bisogna aggiungere 7 appartenenti alla Polizia penitenziaria, quando mancano ancora 27 giorni alla fine dell’anno, è stato già superato il numero del 2022, anno più tragico di sempre, in cui i suicidi furono 84. A Marassi, peraltro, è il quarto, l’ultimo solo il 15 novembre scorso”. 

“La situazione complessiva nelle prigioni è da tempo fuori controllo e, ciò che è peggio, si aggrava giorno per giorno - continua a spiegare De Fazio -. Sono ormai sedicimila i detenuti oltre la capienza massima, mentre mancano oltre diciottomila unità alla Polizia penitenziaria. Anche a Marassi, su 535 posti, sono ammassati 696 reclusi che vengono gestiti da appena 330 agenti, quando ne sarebbero necessari almeno 551. Tutto questo rende quasi impossibile la vita sia ai detenuti sia agli operatori, questi ultimi sottoposti a carichi di lavoro e a turnazioni massacranti, privati di elementari diritti, anche di rango costituzionale, stremati nel fisico e mortificati nel morale e nell’orgoglio anche per esser loro impedito d’adempiere efficacemente alle funzioni richieste dalla collettività. Ribadiamo che necessitano interventi immediati per deflazionare la densità detentiva, adeguare concretamente gli organici della Polizia penitenziaria, assicurare l’assistenza sanitaria e riorganizzare, riformandolo, l’intero apparato”, conclude De Fazio.


 

Redazione

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