Attualità - 30 novembre 2024, 08:00

Lo Sport che amiamo - Irene Bogliolo: "Così facciamo brillare a Genova la stella dell'hockey su prato"

La giocatrice fa parte dell'Hockey Club Xeneize: "Ho conosciuto questo sport alle scuole medie ed è stato amore a prima vista. Oggi abbiamo tantissimi progetti"

Lo Sport che amiamo - Irene Bogliolo: "Così facciamo brillare a Genova la stella dell'hockey su prato"

Prosegue questo sabato, e andrà avanti per tutti i sabati successivi, ‘Lo Sport che amiamo’, una rubrica dedicata a personaggi e storie di sport della nostra città e della nostra regione. Ci piace raccontare quel che c’è oltre il risultato sportivo: il sudore, la fatica, il sacrificio, il duro allenamento, l’impegno, le rinunce, lo spirito del gruppo. Tanti valori che vogliamo portare avanti e mettere in luce con quello che sappiamo fare meglio: comunicandoli. Comunicarli significa amplificarli, ed ecco perché lo sport può diventare, sempre di più, ‘Lo Sport che amiamo’. Ci accompagna in questo percorso un giovane di belle speranze: Federico Traverso, laureato in Scienze della Comunicazione. L'ospite di oggi è Irene Bogliolo, una delle protagoniste dei successi dell'Hockey Club Xeneize.

Irene Bogliolo, come nasce l’Hockey Club Xeneize?
“Il club nasce nel 2023 da un gruppo di amiche. Alcune sono argentine, ed è proprio da lì che viene il nome del club, dal soprannome del Boca Juniors. L’Hockey Club Xeneize nasce per dare spazio a coloro che si erano un po’ perse per strada oppure un po’ più in là con gli anni. La squadra infatti recupera delle ragazze che avevano smesso, come me, sia per ragioni lavorative che legate alla maternità, e con il passaparola siamo riuscite a costruire un gruppo che potesse partecipare ai campionati. Ciò che ci interessa è dare spazio a chi, per un motivo o per l’altro, fa fatica a giocare in altre realtà. Abbiamo creato una squadra che si potesse adattare alle nostre esigenze, dato che molte di noi lavorano o devono seguire i figli. Due ragazze sono più giovani, mentre il resto della squadra va dai 24-25 anni fino ai 44-45 anni. Da un’idea è nata una squadra, e da poco anche un progetto legato alla comunicazione, con un nostro sito web e delle pagine social”.

Una squadra nata da un legame profondo con l’Argentina, dove l’hockey su prato è molto popolare…
“Assolutamente, l’Argentina è proprio una delle patrie dell’hockey. Lì è diffusissimo. Il presidente della Xeneize, Maria Julia Cusano, è argentina ma vive a Genova da circa vent’anni. L’ho conosciuta vent’anni fa e oggi ci ritroviamo qui a giocare insieme”.

Anche guardando le vostre giocatrici, si nota come la multiculturalità sia predominante nel club.  
“Certamente, anzi, il numero di giocatrici italiane è forse inferiore a quelle straniere. La nostra realtà è davvero multiculturale, in tutti i campi. Da anni l’hockey accoglie giocatori e giocatrici che vengono da fuori, è uno sport molto sviluppato in tanti Paesi del mondo, tanto che molte società accolgono giocatori stranieri per formare i propri atleti”.

E in Italia?
“Parlando sempre di sport a livello dilettantistico, ci sono tante persone che giocano a hockey ma stiamo attraversando un momento che non è dei più rosei. Tengo a precisare che, però, le squadre sono quasi tutte autofinanziate. Non è facile, quindi, per un club partire per giocare in Sicilia, in Sardegna o a Roma, si parla di cifre importanti. Noi fortunatamente abbiamo delle trasferte abbastanza agevoli e giocheremo spesso a Genova. In questo senso, l’idea del sito web può essere utile anche per trovare degli sponsor che ci possano aiutare, perché le spese non sono poche, dall’attrezzatura ai campi fino alle trasferte”. 

Hai menzionato il progetto di comunicazione del club. Di che cosa si tratta?
“Il progetto di comunicazione che abbiamo avviato è forse, in questo momento, la cosa più importante per noi, ancor di più dei risultati sportivi. È un modo per legare le persone. Sia il sito web che le pagine social sono create e gestite da chi gioca in squadra: Dilia Ponce ha creato il sito web da zero, mentre sua sorella è appassionata di fotografia e gestisce quel lato della comunicazione. Un’altra ragazza si occupa della parte social, mentre altre vanno in cerca di sponsor. Io invece aiuto con le pubbliche relazioni o con la contabilità. È tutto fatto da noi, non c’è nessun aiuto esterno, ed è una cosa di cui andiamo molto fiere. Teniamo moltissimo a questo progetto, e non finirà qui, perché abbiamo tante idee per il futuro. Si è venuta a creare una macchina che ha messo insieme le persone giuste al momento giusto, e sta andando forte”. 

L’Hockey Club Xeneize pratica l’hockey su prato. Quali sono le peculiarità di questa disciplina e in che modo è diversa dal più conosciuto hockey su ghiaccio?
“La differenza principale sta nella fisicità. L’hockey su ghiaccio è molto più fisico, più americano, mentre l’hockey su prato è uno sport elegante, più inglese. Sul prato il contatto fisico non è concesso, come protezione indossiamo solo dei parastinchi, i paradenti e un guantino. Per certi versi è simile al rugby, perché alla fine della partita c’è un momento di convivialità con le avversarie, un vero e proprio terzo tempo. È anche questo il bello dell’hockey”.  

E tu, invece, come ti sei avvicinata all’hockey?
“Ho iniziato a giocare alle scuole medie. Quando sono venuti a scuola a presentare questo sport, per me è stato un amore a prima vista. Adesso ho quasi quarant’anni, quindi ho passato più tempo a giocare a hockey che a fare il resto. È uno sport che, però, ti consente di giocare anche se hai un’età più avanzata. Tante squadre, infatti, richiamano giocatori o giocatrici che avevano smesso per sopperire alla mancanza di numeri, anche perché i ragazzi che iniziano non è detto che continuino. Quando sei giovane subentrano tanti fattori e distrazioni, in più Genova è una città che offre molto a livello sportivo, a volte può essere anche dispersiva, quindi è difficile mantenere lo stesso interesse in modo continuativo”.

Quali sono gli obiettivi per la squadra quest’anno? 
“Noi abbiamo due campionati differenti, quello indoor e quello outdoor: sono quasi due sport diversi. Il nostro obiettivo è quello di consolidare il gruppo, sia sul campo che fuori. Se ci compattiamo fuori dal campo, sono sicura che questo avrà dei risvolti positivi anche quando giochiamo. Dopotutto, siamo anche un gruppo di amiche oltre che una squadra di hockey, personalmente negli ultimi sette-otto mesi ho stretto delle amicizie molto profonde. Per quest’anno non vogliamo porci degli obiettivi che sappiamo non essere raggiungibili, non ci prefissiamo di vincere il campionato. Riconosciamo i nostri limiti e non ci spingiamo oltre. Noi vogliamo continuare ad allenarci con la serietà e la costanza che dimostriamo sempre. Quest’anno forse avremo qualche speranza in più nell’indoor, dove l’anno scorso le ragazze hanno giocato una finale. Ripetersi è un obiettivo raggiungibile, non lo escludiamo. In ogni caso, dato che la squadra è una realtà recente, guardiamo soprattutto al futuro, anche se abbiamo già fatto dei grandi passi in avanti. Credo fortemente in questo gruppo, perché è composto da persone capaci. Questa è la nostra storia, ma non finisce qui. Ce ne sarà altra da raccontare”. 

Federico Traverso

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A DICEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU