Da giorni non si sente parlare d’altro se non dell’imminente Black Friday, l’appuntamento nato in America negli anni Sessanta ed esportato in tutto il mondo.
Una ricerca spasmodica all’affare, dove il prezzo più basso è l’obiettivo della clientela, spinta all’acquisto da percentuali di sconto elevate.
Ma se per gli americani questa giornata, che arriva immediatamente dopo il Giorno del Ringraziamento, ha una sua storia e, di fatto, apre al periodo natalizio, in Europa e in Italia questo tipo di attività sembra portare beneficio solo alla grande distribuzione e a catene internazionali che rischiano di affossare il commercio locale.
Una fotografia attenta di quanto accade la scatta Francesca Recine, presidente ligure di Fismo Confesercenti sottolineando l’impatto di questa usanza che ha preso piede anche a Genova ha sulle abitudini di consumo e sull’economia locale.
“Il Black Friday, come tante altre iniziative - spiega - ha mal educato il pensiero dell’approccio al commercio che ora si muove alla costante rincorsa del prezzo più basso. Questo è entrato nelle abitudini da circa vent’anni grazie alla grande distribuzione che propone un sistema legato al fast fashion, per esempio, che spinge a continue promozioni viziando la mentalità e inducendo a pensare che un articolo possa essere acquistato a prezzi scandalosamente bassi”.
L’idea di poter acquistare continuamente a prezzi stracciati, secondo Recine, non solo danneggia i piccoli commercianti ma alimenta un mercato insostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale. “Produrre a basso costo significa spesso sfruttare lavoratori e offrire qualità pessima, con un impatto ambientale devastante. Ormai queste realtà sono sotto gli occhi di tutti e non si possono più ignorare”.
Ma se da un lato i giovani e giovanissimi si mostrano sempre più ricettivi verso un’attenzione all’impatto ambientale e sentono il bisogno di conoscere tematiche importanti come quella dell’impatto che la produzione di abbigliamento e oggetti tecnologici ha sull’ambiente, dall’altro, attivamente e praticamente, ciascuni può attuare strategie diverse appoggiando un modo di fare acquisti che riparta dalla bottega sotto casa.
“Acquistare nei negozi di vicinato - continua Recine - non è solo una scelta economica, ma anche etica e sociale. La città con i negozi aperti è più bella e più sicura per tutti ma diventa anche molto più accogliente per i turisti”.
Confesercenti e Camera di Commercio, assieme a Comune e Regione, dunque, lavorano per valorizzare la campagna ‘Compra sotto casa’, portando residenti e non solo alla scoperta della ricchezza del tessuto commerciale locale, fatto sì di botteghe storiche ma anche di una differenziazione dell’offerta che è la vera ricchezza di Genova.
Il concetto viene ribadito anche dall’assessora al Commercio del Comune di Genova Paola Bordilli: “È l’occasione di comprare nei negozi dei nostri quartieri, comprare sotto casa. Certo, il Black Friday rappresenta un po’ l’avvio del mese che porterà poi verso il Natale ma quello che vogliamo ribadire è l’importanza di comprare bene, di qualità, nei negozi cittadini”.
A proposito dell’acquisto ‘sotto casa’ o nei negozi delle vie della città, Recine spiega come “via Luccoli offra un’esperienza di acquisto irripetibile, lontana dalla standardizzazione dei marchi internazionali in cui i turisti restano stupiti della varietà e della peculiarità dei nostri negozi. È un patrimonio che difendiamo con i denti”.
Il messaggio abbraccia dunque anche l’ambiente: riscoprite il piacere di passeggiare tra le vie del centro, scoprendo la qualità e la professionalità dei commercianti locali. “Comprare sotto casa è a impatto zero: uscire, camminare e supportare la propria comunità significa contribuire a una rete economica sostenibile” conclude Recine.
Mentre il Black Friday continua a catalizzare l’attenzione, Genova ribalta il paradigma, invitando a scegliere il valore e l’unicità dei negozi di vicinato per sostenere una città più viva e autentica.