Non ha mai dribblato le difficoltà in campo da calciatore, semmai le ha sempre affrontare mettendo anzitutto la sua prestanza fisica al servizio della tecnica. E c'è da scommettere sarà così anche da allenatore in questa sua nuova avventura genoana per Patrick Vieira, il 48enne tecnico francosenegalese da appena due giorni sulla panchine del Grifone.
Un tecnico parso pacato ma deciso sul da farsi: “Quand'ho sentito della possibilità di arrivare in una grande società com'è il Genoa non ho potuto dire no. Ho trovato un gruppo molto orgoglioso, che ha voglia di fare bene per la società - ha esordito -. Non è facile perdere un allenatore che si sentiva bene col gruppo, con lui c'erano tanto rispetto e apprezzamento, sia da parte dei giocatori che dei tifosi e questo non cambierà mai”.
“Cosa mi ha convinto? Quando abbiamo parlato l'idea della società era chiara su ciò che volevano fare - ha quindi spiegato - Mi sono sentito bene dal punto di vista umano, sulla chiarezza che c'è stata. Il secondo punto era la qualità del gruppo inteso anche come unità. E' vero che ci sono stati infortuni che l'hanno ridotto, ma c'è un progetto molto interessante per me come allenatore e sono molto orgoglioso di essere qui”.
Con Vieira saranno presenti anche il vice Kristian Wilson e uno dei top players europei della match analysis, Aitor Unzué. Oltre allo staff rimasto dopo l'addio di Gilardino: “Per me era importante avere persone con cui ho lavorato prima ma anche una parte che conosce bene società e giocatori, può aiutarmi - ha subito chiarito l'ex Nizza, Crystal Palace e Strasburgo - Ho trovato uno staff a disposizione con cui abbiamo lavorato tanto, devo prendere anche in considerazione cos'è stato fatto, non è nel mio ordine di idee cambiare tutto. Dobbiamo prendere quanto di buono fatto finora e aggiungere qualcosa. Importante è lo svolgimento del gioco. Dobbiamo lavorare sulla fiducia, portare nuova energia per essere più competitivi. Però c'è qualità, c'è un gruppo che sarà più forte quando tutti torneranno a disposizione”.
Sullo sfondo c'è già domenica prossima un'importante ostacolo da superare nel percorso verso la salvezza, con pochi giorni a disposizione per preparare la gara a ranghi completi. “La partita di domenica è importantissima - ha subito chiarito il neo tecnico - ma dopo ce ne sono ancora. Tutto non sarà perfetto, ci sono cose su cui lavorare ma sono molto contento di quanto visto fino ad adesso. Per quanto riguarda gli infortunati aspettiamo domani, in settimana sono tornati ad allenarsi diversi giocatori importanti, però è ancora troppo presto per dire se faranno parte della partita di domenica”.
Chi di sicuro ci sarà al Ferraris domenica è invece il popolo rossoblù, pronto ancora una volta a toccare le 30mila presenze: “Tra i tifosi e il club c'è un legame più importante di quanto non abbia mai trovato in altre squadre. Per entrare nel cuore dei genoani penso di dover lavorare, di doverlo fare bene, con determinazione, ottenere risultati, avere un'idea chiara di come giocare e di fare il massimo - ha detto Vieira - Il punto forte del Genoa è il pubblico, per quello credo che giocare in casa dovrà essere un punto di forza. Ora ho veramente la voglia di essere a domenica per vivere quel momento, spero che il pubblico come sempre sarà dietro alla squadra, è una partita importantissima dove abbiamo bisogno del loro aiuto”.
Perplessità per molti sulla scelta sul piano tecnico tattico. Il Vieira allenatore ha infatti per lo più praticato finora un calcio sempre pronto a sfruttare gli esterni, le vecchie “ali”, giocando con per lo più due uomini per ogni fascia. Ma le idee del mister da questo punto di vista paiono già ben forgiate: “Vogliamo avere più possesso, essere più alti e aggressivi, portare più d'un giocatore nell'area avversaria. In tutto questo dobbiamo allenarci e migliorarci lavorando coi video, sul campo, sulla comunicazione. L'importante è la volontà e la disponibilità dei giocatori di mettere in campo le idee. La volontà di lavorare e accettare quei cambi che l'allenatore può portare è stata molto positiva da parte dei giocatori, questo mi dà gioia. Soprese? Non cambierò il calcio (sorride, ndr) importante per me è mettere i giocatori dove possono esprimere le proprie qualità, dopo c'è quel che di diverso posso chiedere nel gioco: fondamentale è poi vincere e guadagnare fiducia”.
Inevitabile il discorso Balotelli. Con l'attaccante c'erano stati screzi a Nizza, in questi giorni i due si sono ritrovati con un rapporto da rinnovare: “Lo conosco bene, come persona mi è sempre piaciuta. E anche come giocatore, ha qualità importanti. Deve lavorare come in queste settimane”.