Attualità - 16 novembre 2024, 08:00

‘L’ultima spiaggia’ da cui ripartire, così sopravvivono le librerie indipendenti

Negli ultimi giorni, complice la chiusura della storica libreria Bozzi, in molti si interrogano sul futuro dell’editoria. Fabio Masi, premiato Libraio dell’Anno 2022 racconta le sfide e le soluzioni di un settore che in Italia ancora viene troppo poco valorizzato

‘L’ultima spiaggia’ da cui ripartire, così sopravvivono le librerie indipendenti

In un’epoca dominata dalle grandi catene, l’editoria indipendente sta vivendo un periodo di forti difficoltà che non sembrano trovare soluzioni capaci di salvaguardare questa fondamentale attività.
L’ennesimo campanello d’allarme arriva dalla chiusura della Libreria Bozzi, una libreria storica nel cuore di Genova che tra poche settimane abbasserà definitivamente la sua serranda.
La notizia della chiusura ha fatto discutere e non poco nei giorni scorsi e in tanti si stanno interrogando su quale sia il futuro del settore.
Tra gli esempi virtuosi, non certo senza difficoltà e sacrifici, c’è quello di Fabio Masi, vincitore del Premio per Librai Luciano e Silvana Mauri 2022.
Masi gestisce "L'Ultima Spiaggia", una libreria che si divide tra Ventotene, un'isola nel cuore del Tirreno, e Camogli, pittoresco e amatissimo borgo ligure. 

Una storia, la sua, che è un viaggio nel mondo dei libri in cui non mancano le sfide imprenditoriali e la battaglia per la sopravvivenza di un modello culturale in via di estinzione.
Quella italiana è una situazione preoccupante che, nonostante la vicinanza di paesi come la Francia e la Germania dove apposite leggi e strutture garantiscono supporto alle librerie e agli editori indipendenti impedendo, allo stesso tempo, la concentrazione del potere nel settore editoriale, non riesce a garantire modelli efficaci per la salvaguardia di un’offerta eterogenea.
In Francia - racconta Masi - opera dagli anni Ottanta l’associazione Adelc (Association pour le développement des librairies de création), fondata da un librario editore che attorno a sé ha raccolto molti editori piccoli e grandi come, per esempio, Gallimard, un editore che potremmo paragonare a Mondadori in Italia. Ha creato questo all’affacciarsi delle prime librerie di catena. Ha compreso subito quello che poteva essere un pericolo per il sistema editoriale e ha creato un’associazione il cui compito era, ed è, quello di sostenere le librerie intendenti e di seguirle nei primi cinque anni di apertura”.
Un esempio di straordinaria lungimiranza che, grazie anche all’impegno del governo, in quarant’anni ha evitato la chiusura di quattrocento librerie garantendo una distribuzione delle stesse su tutto il territorio nazionale facilitando, di conseguenza, l’accesso ai libri.
Masi prosegue: “Sono convinto che ci siano tanti librari e libraie che vorrebbero aprire nuove librerie ma si rendono conto che in queste condizioni, le regole del gioco hanno un rischio di fallimento è troppo elevato. Il risultato? In Italia tredici milioni di persone non hanno facile accesso ai libri”.
Non avere sul proprio territorio una libreria o una biblioteca fa parte di quel fenomeno di impoverimento culturale che sta già mostrando le sue preoccupato conseguenze.
Un fenomeno che va necessariamente invertito e in tempi rapidi, basti pensare che quella dell’editoria è la prima industria culturale in Italia.
Garantire dunque azioni durature nel tempo e non ‘oasi nel deserto’ può essere una delle iniziative da intraprendere per garantire il futuro del settore, certo senza dimenticare la necessità di un adeguato finanziamento per il sostegno al comparto.
La libreria indipendente, inevitabilmente, finisce con il diventare una specie di isola in cui rifugiarsi per poter trovare la propria dimensione proprio tramite i libri: “A Ventotene, in questo microcosmo dove secondo i parametri nazionali nessuno avrebbe dovuto aprire una libreria, ci ho aperto proprio la mia prima. Una piccola follia che ha funzionato perché conoscevo profondamente il territorio” racconta Masi che prosegue “questo lo voglio portare come esempio non per sentirmi dire quanto sono bravo, ma per ribadire la necessità di conoscere il territorio. Ventotene ha peculiarità particolari ma è un territorio pronto a rispondere. È vero che abbiamo un basso numero di lettori in Italia, soprattutto tra gli adulti, ma è anche vero che nella fascia d’età degli adolescenti e, ancor di più, dei primi lettori, i dati di attenzione e lettura sono altissimi”.
Dare accesso ai libri dunque diventa fondamentale: “A Camogli - prosegue - la risposta del territorio è stata incredibile. La libreria è diventata un’ulteriore piazza nel borgo dove e persone si ritrovano, dove i bambini giocano con i libri e dove spesso i genitori perdono i bambini e si stupiscono nel ritrovarli in libreria che, per i più piccoli, diventa un’estensione della propria stanza dei giochi”.
Nell’immaginario di Masi non dovrebbe esistere borgo senza libreria, in tutto il territorio di tutta la penisola: qui l’incontro con i volumi, la scoperta dei generi di narrativa o lo sfogliare di testi di saggistica, amalgamati dalla conoscenza di librai e libraie, può costituire la base di un rapporto che, un capitolo alla volta, costruisce la cultura dei cittadini e delle cittadine, sia quelli di oggi, ma anche quelli di domani.
L’ennesima testimonianza dell’importanza del rapporto diretto con i clienti che sa andare oltre alla semplice vendita ma attenzione a pensare che tutto sia un discorso contro le grandi catene, “L’importante è che ci siano librerie - ribadisce - entrambe le realtà possono coesistere, offrendo esperienze diverse e arricchendo il tessuto culturale del paese”.
Libri, dunque, come promotori di un modello di società dove è forte l’idea di comunità, di condivisione e di arricchimento culturale, ‘l’ultima spiaggia’ da cui, oggi più che mai, è necessario ripartire.

Isabella Rizzitano

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