Attualità - 13 novembre 2024, 18:15

Orientamenti 2024: Sognare e osare per costruire il futuro

La prima giornata del festival si è aperta con Roberto Vecchioni, Filippo Magnini, Vincenzo Schettini e Debora Massari. A condurre la cerimonia di apertura anche Alice Arcuri: “Nella vita serve perseveranza”

Orientamenti 2024: Sognare e osare per costruire il futuro

Si è aperta oggi alla Sala Maestrale dei Magazzini del Cotone la ventinovesima edizione del Festival Orientamenti, l'evento che ogni anno guida migliaia di giovani nella scelta del loro percorso formativo e professionale. 

L'edizione 2024 ha visto la partecipazione di oltre centomila persone solo nella prima giornata, con prenotazioni ancora aperte per i numerosi seminari ed eventi in programma.

Alla cerimonia ha preso parte anche il neo Presidente della Regione Liguria Marco Bucci che ha inaugurato la manifestazione, incoraggiando gli studenti a "sognare e cavalcare l'onda del cambiamento" per raggiungere i propri obiettivi.

Bucci ha inoltre sottolineato l'importanza di scegliere un lavoro con passione e di essere sempre pronti ad adattarsi all'evoluzione del mercato del lavoro, evidenziando come ogni anno in Liguria circa quattromila posti di lavoro rimangono vacanti per mancanza di figure professionali adeguate.

Tre i testimonial d'eccezione che hanno aperto la manifestazione: il cantautore Roberto Vecchioni, il divulgatore scientifico Vincenzo Schettini e la pastry chef Debora Massari

Ognuno di loro rappresenta uno dei tre fili conduttori del Festival: Human, Stem e Hands.

Questa mattina si è anche svolto l’incontro con Filippo Magnini, nuotatore campione del mondo nel 2005 e nel 2007 e considerato il miglior esponente italiano dello stile libero di sempre.

L’incontro con studenti e studentesse è stata per l’atleta l’occasione di portare la propria esperienza e il valore del sacrificio, della passione e della perseveranza, qualità che dallo sport possono adattarsi a ogni ambito della vita.

Sono molto contento di incontrare i ragazzi - ha raccontato - penso che la mia esperienza possa aiutare ad avere una visione magari migliore della vita”.

Ricordando quando, da ragazzino, firmava autografi convincendo gli amici a tenerli, Magnini ribadisce: “Non ero spocchioso, ero convinto, sognavo di diventare campione del mondo, di fare l’atleta, ancora non sapevo che sarei diventato un nuotatore però sognavo”.

L'ex nuotatore ha anche sottolineato l'importanza di accettare il fallimento come parte del percorso di crescita, ricordando come le sconfitte siano state fondamentali per raggiungere il successo: “Ho vinto due campionati del mondo, sono considerato un vincente ma io ho partecipato a nove campionati, quindi vuol dire che sette li ho persi. La sconfitta fa parte del gioco, l’importante è continuare a rimanere concentrati sul proprio obiettivo”.

A fare gli onori di casa è stata Alice Arcuri, attrice genovese amatissima dal pubblico anche per la sua partecipazione a fiction come Blanca, Petra, Doc.

Lo dico sempre: io sono ancora una studentessa - racconta al termine della presentazione - così mi sento e così vorrò continuare a sentirmi. Quello di oggi è stato un bel momento. Parlare direttamente al cuore di tanti giovani vuol dire parlare a sé stessi, ricordarsi chi eri e ripercorrere la strada fatta. Sono stata entusiasta di incontrare Vecchioni, mi ha fatto tornare in mente la me bambina e parlare di sogni è sempre importante”.

A proposito di arte, forse uno dei mestieri più rischiosi in termini di rifiuti, Arcuri ha ribadito: “L’arte è un mestiere rischioso, doloroso. L’arte è una missione personale che significa anche conoscenza si sé stessi. Tutti i no della mia vita, non solo del lavoro, mi hanno fatto capire che per me l’arte è un luogo dove mettere tutto il mio dolore, tutte le mie rotture, il mio modo di vivere le sconfitte e trasformarle in qualcosa di bello per gli altri. Non solo: raccontare che io sono rotta ma che questa fragilità umana ha della bellezza, l’arte è un lavoro che fa parlare all’umanità attraverso sé stessi”.

Arcuri ha poi concluso: “Ho avuto un grande maestro che è stato Marco Sciaccaluga, mancato nel 2021. Per me lui è stato la figura più importane della mia carriera perché è stata la prima persona a farmi un regalo, l’unico che si può fare a un artista, cioè farmi trovare la fiducia in me stessa e la mia unicità. Me l’ha fatta scoprire lui ed è una cosa che adesso, a quarant’anni, quando mi trovo davanti a momenti difficili, nella vita o nel lavoro, entro dentro di me e mi ricordo di chi sono, come Billy Elliot mi ricordo perché ballo così ogni giudizio esterno si attutisce e diventa silenzio”.

Isabella Rizzitano

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