Buona la ‘prima’, e ora? Questo l’interrogativo chiave a margine del match della Nazionale femminile di basket che, di fatto, ha aperto simbolicamente il nuovo Palasport di Genova. Spalti semivuoti, ma grande entusiasmo per la serata d’esordio della rinnovata struttura di proprietà interamente pubblica che, dopo i lavori di restyling, è a disposizione del mondo sportivo cittadino.
Restano molti interrogativi sulle possibilità di utilizzo anche se, mano a mano, le varie federazioni stanno dando il loro ok, come ha fatto di recente Fitp Liguria (tennis) nel chiarire che “l’impianto è omologabile per qualsiasi evento internazionale”. E altri ne arriveranno nelle prossime settimane.
A rispondere al quesito iniziale è stato l’assessore ai Lavori Pubblici (e prossimo sindaco ad interim) Pietro Piciocchi, a margine della partita della Nazionale: “Oggi iniziamo con questo grande evento, ma nei prossimi giorni accoglieremo lo sport di base, le scuole, le associazioni e tutti coloro che vorranno fare sport. È un bel messaggio per la città. Il 23 novembre ci sarà il Grand Prix di Ginnastica con quattromila biglietti venduti”. “Uno spazio flessibile, la configurazione si può cambiare molto velocemente - ha concluso Piciocchi - non vedo l’ora di vedere qui scuole e giovani, invito tutti i genovesi a venire. È un luogo loro”.
“La pista di atletica sarà a Villa Bombrini, mentre tutti gli altri sport saranno qui - ha aggiunto il sindaco Marco Bucci - lo utilizzeremo per Euroflora ad aprile, poi per il Salone Nautico e anche per molte altre cose oltre a musica ed eventi”.
A novembre, quindi, il Palasport sarà nuovamente protagonista per il Grand Prix di Ginnastica che sembra abbia registrato il tutto esaurito, poi si attende che le varie federazioni si facciano avanti per portare i loro eventi in città.
Sembra risolta la questione dell’altezza, come ha confermato ai nostri microfoni il presidente del Coni Liguria, Antonio Micillo: “Le altezze ci sono. La struttura che si trova al di sotto dell’oculum serve a proiettare immagini sull’anello multimediale fonoassorbente. Senza quella si raggiungono i dodici metri e settantacinque. La ghiera era predisposta ma è dotata di un sistema di carrucole che permettono di traslarla in alto. Certo, questo fa perdere le proiezioni ma all’occorrenza si può sfruttare tutta l’altezza”.
Ma resta quella della capienza. Il Palasport di Genova è nuovo, moderno, bello, funzionale, ma non può ospitare più di cinquemila spettatori. Un po’ pochi per eventi di rilevo che possano portare il capoluogo al centro della narrazione sportiva del Paese. Idem per gli eventi.
Prima del restyling, infatti, il conteggio dei posti si aggirava attorno ai diecimila. Oggi, con la ristrutturazione e con le deroghe del caso, la capienza è di fatto dimezzata.
La configurazione di progetto nelle mani del Coni in estate faceva emergere come il Palazzetto genovese potesse ospitare competizioni regionali e nazionali di basket, futsal, futsal grande, pallavolo, tennis, arti marziali, pattinaggio, pallamano, ginnastica artistica, hockey su pista, badminton, danza sportiva e scherma, mentre le limitazioni arrivavano per le competizioni di portata internazionale. Nella configurazione di progetto risulta infatti non consentito svolgere partite di basket maschile, futsal, fustal grande, pallavolo, tennis, pattinaggio, pallamano e ginnastica artistica che escano dai confini nazionali.
Per quanto riguarda la capienza, inoltre, il limite massimo è fissato a 3.999 spettatori come da decreto Pisanu.
Nella voce configurazione a carico del gestore, invece, i no sembravano limitati a “competizioni internazionali di futsal, futsal grande, pattinaggio e pallamano, mentre per il tennis si legge ‘sì, in deroga numero spettatori e altezza a 12 metri’”.
Un documento in merito al quale ora dovranno fare chiarezza le singole federazioni, per fare in modo che il Palasport di Genova non resti un gioiello a metà.