Municipio Medio Ponente - 05 novembre 2024, 08:00

L’arredamento antico si rifà il look: l'arte del restauro esiste (e resiste) ancora

“L’obiettivo è invogliare le persone a non buttare via nulla, perché gli oggetti di una volta sono fatti per durare e passare di generazione in generazione”, racconta Paola De Francisci, titolare del negozio Dritto Filo a Sestri Ponente che propone corsi di restyling dei mobili

Paola De Francisci - Dritto Filo

Paola De Francisci - Dritto Filo

Il passato ci offre straordinari esempi di storie che si intrecciano con la realtà di oggi, sia attraverso monumenti, opere d'arte e tradizioni, sia riguardo semplici mobili che sovente troviamo nella vecchia casa ereditata dai propri parenti e dei quali non sappiamo cosa farcene. Eppure, spesso sono in grado di evocare emozioni legate a vite che si sono incontrate con quegli oggetti, riaffiorando nella memoria di ciascuno di noi specifici ricordi.

Un mobile antico rappresenta una parte tangibile di questa eredità storica, rendendosi un vero e proprio testimone silenzioso che ha vissuto diverse esperienze e che è giunto fino a noi, rendendosi un pezzo curioso, soprattutto per coloro che lo apprezzano e per chi si sofferma a riflettere sulla sua vita passata: quali stanze ha arredato, quali segreti ha custodito e quali mani lo hanno curato e usato nel tempo, per poi arrivare fino ad oggi nelle mani di qualcun altro. 

I mobili antichi racchiudono inevitabilmente il fascino di oggetti intimi, che hanno condiviso la vita di una famiglia e che portano con sé storie di affetto e quotidianità, amati o solo utilizzati, ma sempre custodi di ricordi e emozioni.

Proprio per questa serie di motivi preziosi, è un peccato abbandonarli nel famoso ‘dimenticatoio’, senza dare loro la possibilità di essere rinnovati a livello estetico, magari dopo qualche botta presa tra i vari traslochi, riportandoli al loro antico splendore. 

In questo contesto, si inserisce l’iniziativa di Paola De Francisci, titolare del negozio ‘Dritto Filo’ a Sestri Ponente, che da diverso tempo ad oggi propone al pubblico corsi di restauro di mobili. 

Paola qual è il percorso che hai intrapreso e che ti ha portato a decidere di proporre al pubblico dei corsi di restauro di mobili?

Si tratta di una scelta personale perchè volevo costruire qualcosa di esclusivamente mio, dato che ho sempre lavorato per attività di altri, trattando il negozio come fosse il mio. Io inizialmente ho fatto qualsiasi lavoro, dall’impiegata, alla commessa; perfino il detective. Però, mai mi ero buttata in qualcosa di veramente mio. Ad un certo punto, mi è capitata un’opportunità con una ragazza che aveva un negozio importante di tessuti a Genova che mi ha proposto di prendere le redini di un suo negozio a Sestri Ponente. Io l’ho ritenuta un’ottima opportunità e ho colto la palla al balzo. Da quel momento, dopo aver trasferito l’attività nel cuore di Sestri in via Paglia, ho iniziato a creare un qualcosa di diverso, inserendo e proponendo alla clientela tutto quello che riguardava il mondo del restyling dei mobili. Facendo imbottiti mi capitava spesso di comprare colori in tanti negozi ma non ero soddisfatta. Quindi, ad un certo momento, essendo alla ricerca di un prodotto che potesse soddisfare le mie richieste, mi sono imbattuta in un’azienda, la 'Magic paint', la cui titolare è Elisa Lunardon, che proponeva una linea di pitture a base gessosa in grado di aggrapparsi su tutti i materiali ed è proprio qui che sono nati i corsi per insegnare. Facendo un restyling su una piccola poltroncina, ho aperto gli occhi e ho deciso di inserirmi in questo settore. Inizialmente l’azienda mi ha invitato a partecipare a dei corsi per imparare nuove tecniche e come stendere bene i prodotti, così che potessi a mia volta proporre i corsi nella mia attività. Una volta conclusi, ho deciso di proseguire da sola e proporre i miei corsi a tutte quelle persone che hanno voglia di mettersi in gioco e imparare tecniche particolari”. 

Da quanti anni proponi questo corso? Come sta procedendo? 

Dall’inizio dell’anno scorso, dopo che ho aperto il negozio nel 2016, e direi che stanno andando molto bene. Le ragazze che si propongono hanno spesso dubbi e timori quando inizialmente prendono il pennello in mano, ma appena concluso il corso acquisiscono sicurezza e dimestichezza nell’utilizzo dei materiali e delle tecniche. Quando vanno via le persone, con in mano il loro oggetto restaurato, hanno sempre il sorriso stampato sul volto. Fra me e i corsisti che partecipano, si crea davvero un legame molto forte, talvolta si diventa amici. Qualche volta capita che mi portino anche la focaccia al mattino o delle caramelle nell’arco della giornata. Questa per me è la soddisfazione più grande”.

Come funziona la partecipazione ai corsi e come sono strutturati?

Per partecipare al corso devono portare un proprio oggetto, come un tavolino o una sedia, quindi non eccessivamente ingombrante, perché gli spazi a disposizione non sono grandi. Posso ospitare tre o quattro persone al massimo. Infatti, ammetto che avrei bisogno di uno spazio dedicato. Spero di trovarlo e mi sto già muovendo a riguardo. Attualmente, il corso lo realizzo il lunedì, giorno in cui l’attività è chiusa, anche perché essendo sola, non ho altri momenti dove poterlo organizzare. Spesso le persone mi chiedono anche il sabato, ma è un giorno critico essendo che ho tanti clienti che si recano in negozio per acquisti. Per il momento, mi devo accontentare, più avanti vedremo”. 

Qual è l’obiettivo di questo corso di restauro?

L’obiettivo in primis è quello di cercare di invogliare le persone a non buttare via nulla. Purtroppo oggi, in linea con le esigenze di mercato, è complicato acquistare degli oggetti di valida fattura, perché ormai non si produce quasi più nulla con l’intenzione di farlo durare nel tempo. Invece, restaurando dei mobili, che magari appartenevano ai nostri parenti o addirittura acquistati ai mercati dell’usato, noi andiamo a lavorare direttamente sull’oggetto risaltandone le qualità e riportandolo al suo stato originale. Spesso parliamo di materiali che hanno preso diverse botte nel corso del tempo; eppure, si palesano in buone condizioni perché fatti di un materiale, quale il legno, che è davvero duraturo e indistruttibile”.

Quali sono gli oggetti che le persone portano solitamente a restaurare?

Direi tantissimi comodini. Qualcuno invece porta poltroncine da imbottire e pitturare, ma anche tavolini e mobiletti. Solitamente oggetti piccoli. Capita anche di persone che portano delle scatolette da decorare ognuna diversa dall’altra così da imparare differenti tecniche. C’è un mondo dietro al restyling, dallo stencil, al decoupage e tanto altro”. 

E, oltre al voler ridare vita all’oggetto, quali sono altre motivazioni che spingono le persone a partecipare ai corsi?

A volte perché sono appartenuti a dei parenti ai quali erano particolarmente affezionati, mentre altre volte perché hanno semplicemente il desiderio di non buttare via nulla, quindi anche per un discorso ecologico”. 

Che tipo di pubblico si rivolge a te? Qual è il target? 

Principalmente sono tantissime donne. Onestamente, devo dire che non si è mai presentato un uomo. Comunque arrivano ragazze giovanissime, sui venticinque anni, fino alla signora anche di settant’anni che non vedeva l’ora di andare in pensione così da potersi dedicare a un qualcosa che l’ha sempre attratta”. 

Federico Antonopulo

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