Raccontare il programma spaziale italiano IRIDE attraverso i fumetti: questa è l’idea alla base di ‘Satelliti a fumetti’, l’esposizione in corso alla sala del Munizioniere al Festival della Scienza 2024 e visitabile fino al prossimo 3 novembre. A impreziosire il progetto sono gli inconfondibili disegni realizzati da Sio, il celebre autore di ‘Scottecs’. I visitatori potranno andare alla scoperta dei progetti destinati a monitorare il territorio, la qualità dell’aria e la sicurezza portati avanti dal governo italiano, come spiega Massimiliano Di Blasi, fisico e divulgatore scientifico impegnato a illustrare il progetto: “Il governo ha incaricato l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) di gestire il programma in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), con l’obiettivo di lanciare oltre sessanta satelliti per osservare la Terra dallo spazio. Il progetto prende il nome dall’iride dell'occhio umano, per via della sua capacità di osservare il mondo: allo stesso modo, i satelliti del programma Iride permetteranno di osservare il nostro pianeta con maggiore attenzione”.
Di Blasi spiega che il programma servirà a monitorare la qualità dell'aria, la salute della vegetazione, lo smottamento del terreno e a gestire le emergenze come alluvioni, incendi e siccità: “Alcuni satelliti saranno persino in grado di osservare attraverso il fumo degli incendi per guidare i soccorsi o monitorare la stabilità strutturale di dighe e altre grandi opere”.
La mostra nasce dalla collaborazione tra 'Iride' e la 'Scuola Romana dei Fumetti': ”Sio ha realizzato quattordici delle tavole esposte, che illustrano gli scopi del programma spaziale Iride. Altri artisti della Scuola hanno reinterpretato le tavole di Sio con il loro stile personale, sotto la direzione artistica di Simone Gabrielli. Sono presenti anche le tavole di altri personaggi del mondo dello spettacolo, come Greg e Valerio Lundini”.
“Sio ha mantenuto il suo stile ironico e divertente - conclude Di Blasi -, ma è riuscito a spiegare in modo chiaro e preciso gli aspetti del programma spaziale. La mostra risulta quindi adatta a un pubblico di tutte le età: abbiamo avuto scolaresche e visitatori adulti, il linguaggio è molto trasversale”.