Politica - 29 ottobre 2024, 13:33

Elezioni regionali, il segretario regionale del Pd Davide Natale analizza la sconfitta e non esclude il passo indietro: “Se il 28% non è abbastanza, allora è giusto cambiare”

E poi, sul risultato della coalizione: “Abbiamo pagato divisioni nazionali che non hanno nulla a che fare con il territorio, il nostro avversario è stato l’astensionismo”

Elezioni regionali, il segretario regionale del Pd Davide Natale analizza la sconfitta e non esclude il passo indietro: “Se il 28% non è abbastanza, allora è giusto cambiare”

Il giorno dopo la vittoria di Marco Bucci, per il Partito Democratico è tempo della ormai proverbiale analisi della sconfitta. Una valutazione regionale che vive di sensazioni opposte: da una parte la batosta, dall’altra la soddisfazione per essere primo partito regionale (con ampio distacco) e per aver conquistato Genova, città del candidato presidente del centrodestra. Da qui riparte il mondo ‘dem’ che ora punta alle amministrative nel capoluogo, ma non può prescindere da decisioni da prendere nelle prossime ore e che sembrano destinate a lasciare il segno.

Gli occhi sono puntati sul segretario regionale, Davide Natale. Mutuando in politica un concetto caro al mondo del calcio, quando ci si trova davanti a sconfitte cocenti il primo a pagare è l’allenatore. Inevitabile, quindi, che la sua posizione ora sia a rischio, lui lo sa bene e non si tira indietro: “Chi conosce la mia storia sa che non sono legato ai ruoli, lungi da me qualsiasi tipo di attaccamento. Il mio mandato era collegato alle regionali, dovevano accompagnare il partito alle elezioni che nessuno di noi poteva immaginare sarebbero arrivate in anticipo. Quindi il mio percorso sarebbe dovuto arrivare al 2025. Il mio mandato è sempre a disposizione degli iscritti, sono sereno del lavoro fatto, ma se serve un cambio lo valuteremo tutti insieme e, come sempre, sono a disposizione del partito. Così mi hanno insegnato i vecchi e così voglio continuare a fare. Se poi il 28% non è un risultato soddisfacente, allora è giusto anche cambiare allenatore”.

Poi, andando sull’analisi del risultato elettorale: “Questa sconfitta è arrivata al rush finale, sapevamo che sarebbe stata una partita molto complicata dopo nove anni di governo di Regione, sette di governo dei principali Comuni, un governo perenne di una parte di regione. Non una partita semplice, era molto complicata, l’abbiamo giocata sino all’ultimo minuto senza risparmiarci con una candidatura forte e autorevole di Orlando che si è speso con tutte le sue energie. Un risultato che, però, ci dice che la candidatura di Bucci che doveva sfondare politicamente su Genova non ha colto questo obiettivo. È riuscito ad affermarsi perché nel Ponente c’è stato un risultato che ha confermato la forza di quello schieramento”.

Abbiamo pagato divisioni nazionali che non hanno nulla a che fare con il territorio - aggiunge, andando sulle dinamiche interne - il dato reale è che noi ci candidavamo per fare un cambiamento in questa regione sui temi che riguardano la vita dei cittadini, temi concreti per superare una difficoltà che oggettivamente c’è in questa regione. Possiamo dire che non siamo riusciti a penetrare in quel numero sempre più importante che rinunciano ad andare a votare, questo è il principale obiettivo che dobbiamo avere in futuro”.

Impossible non toccare il tema Italia Viva, escluso dal ‘campo largo’ dopo la battaglia di Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra per evitare l’ingresso in coalizione di Matteo Renzi. “Non so se sono mancati i voti di Italia Viva, ma il tema non è quello - commenta Natale - abbiamo pagato un fronte di oltre il 50% che non vanno al voto, il nostro cruccio è non essere stati efficaci nei loro confronti. Ovviamente, però, quella polemica che si è scatenata a pochi giorni dal voto non ha aiutato. Abbiamo fatto una campagna in cui la nostra coalizione non ha avuto nessun momento di lacerazione, abbiamo avuto una squadra compatta. Abbiamo provato a dire che noi non ponevamo veti su nessuno. Sono convinto che questa nostra impostazione abbia pagato e ha affermato nel Pd una forte crescita ed è il primo partito in regione, di gran lunga. Siamo arrivati a un soffio dalla vittoria per poche migliaia di vori, il vero tema è che è mancata questa impenetrabilità del fronte dell’astensionismo, è il vero problema”.

Ora l’attenzione del partito va a Genova e alle elezioni amministrative per il post Bucci: “Alle regionali partivamo con un distacco di 18 punti e ne abbiamo recuperati 16 con un lavoro importante. Il Comune di Genova è molto importante, il partito metropolitano avvierà un percorso di confronto e di dialogo con forse politiche e parti sociali, oltre a cittadini, comitati e associazioni, per una proposta autorevole e vincente. Ma non credo che questa mattina il Pd sia già in riunione per questo, i tempi ci sono ed è una delle priorità”.

Pietro Zampedroni


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