Attualità - 18 ottobre 2024, 15:53

Rebus allerta meteo, ora la Regione pensa a una revisione del sistema: troppa confusione nei giorni di emergenza

Per la cittadinanza risulta complesso capire i diversi livelli di allerta tra piogge, fiumi e temporali. E poi c’è il nodo della chiusura delle scuole

Rebus allerta meteo, ora la Regione pensa a una revisione del sistema: troppa confusione nei giorni di emergenza

Alzi la mano chi può dire di aver capito che l’allerta massima per temporali è quella arancione e non la rossa, alzi la mano chi può dire con certezza di aver chiara l’assenza di correlazione tra la diramazione dell’allerta e la chiusura delle scuole, faccia lo stesso chi con certezza può dire di saper distinguere bacini grandi e piccoli e di conoscere la suddivisione delle zone della Liguria da A a E.

Studiato per essere chiaro e al servizio dei cittadini, il sistema di allerta meteo di Regione Liguria è finito per essere un vademecum per addetti ai lavori e che talvolta genera più di qualche grattacapo anche per chi ha l’arduo compito di informare la cittadinanza nelle ore in cui cresce il timore di possibili disastri. E così, come nel ‘giorno della marmotta’, a ogni diramazione di allerta nell’etere volano decine di migliaia di domande che ruotano sempre attorno agli stessi argomenti di maggiore interesse: chiusura o meno delle scuole, chiusura o meno di parchi e cimiteri, chiusura o meno degli impianti sportivi.

La cosa, dopo gli ultimi concitati giorni di allerta, sembra essere finalmente chiara anche dalle parti di piazza De Ferrari e ora la Regione sembra intenzionata a mettere mano al sistema per fare in modo che la popolazione abbia chiara la situazione senza incappare in possibili cattive interpretazioni. In prima linea c’è l’assessore regionale (uscente) alla Protezione Civile, Giacomo Giampedrone, che ora vuole portare all’attenzione della conferenza Stato-Regioni le possibili modifiche per cambiare i colori dell’allerta per temporali, vero oggetto del contendere quando sulla Liguria iniziano ad addensarsi nuvoloni neri.

Non è facile, infatti, far intendere alla popolazione (specie a chi ha qualche anno in più) che, mentre l’allerta per piogge e per la piena dei fiumi ha le tre colorazioni giallo, arancione e rosso, quella per i temporali si limita solamente a due: giallo e arancione. Comprensibile, quindi, che i liguri facciano fatica a capire di quale allerta arancione si tratti.

E se alcune Regioni sembrano intenzionate a uniformare le due scale introducendo anche l’allerta rossa per temporali, Giampedrone sembra orientato verso un’altra soluzione che va verso l’introduzione di colori diversi dedicati nello specifico ai fenomeni temporaleschi. Piogge e fiumi separati dai temporali, quindi.
Una decisione che, però, non dipende solamente da Regione Liguria, ma dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile che ora recepirà le proposte delle amministrazioni locali per poi ipotizzare un cambio di scala.

L’ultimo tassello per rendere tutto più chiaro sarebbe quello degli effetti dell’allerta sulle scuole. Ora, come noto, la responsabilità è dei singoli sindaci che possono indipendentemente scegliere di tenere le scuole aperte o chiuse in caso di allerta arancione. Diverso è nell’ipotesi di allerta rossa: in quel caso entra in vigore il piano di Protezione Civile e scatta la chiusura.

Un sistema generale che, per forza di cose, va rivisto nella sua comunicazione esterna verso una cittadinanza troppo spesso smarrita tra scale differenti di allerta e, soprattutto, nelle decisioni estremamente locali che variano da Comune a Comune, da torrente a torrente, da scuola a scuola. Con il risultato di intasare ciclicamente i centralini e ogni possibile fonte di informazione per sapere se il giorno dopo la campanella suonerà o no.

Pietro Zampedroni

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