Sta per iniziare il confronto fra candidati alla presidenza della Regione Liguria in vista delle prossime elezioni del 27 e 28 ottobre organizzato alla Sala Quadrivium di Genova. L’iniziativa è stata curata dal Percorso Diocesano di Formazione Politica coordinato da don Massimiliano Moretti, che spiega la motivazione di tale momento di confronto.
“Da otto anni abbiamo iniziato un percorso di formazione politica nella Diocesi, e fin da subito abbiamo iniziato a organizzare incontri nelle varie tornate elettorali. Cerchiamo di farlo perché la nostra idea è quella di ascoltare tutti: diamo infatti tempi uguali e le domande sono uguali per tutti, e sono state inviate in anticipo - spiega don Massimiliano Moretti - a noi serve una risposta ponderata, pensata, e la persona viene prima delle sue idee. Noi apprezziamo il fatto che la gente sia partecipe. Poi vorremmo che anche nel mondo cattolico, che forse è il più sofferente in questo momento perché spesso non trova una identificazione totale nei vari schieramenti, possa partecipare comunque al voto. Abbiamo già tolto il futuro ai nostri ragazzi per tanti motivi, sull’ambiente, sul debito che abbiamo creato: dobbiamo preservare quel poco di democrazia che viene sempre meno. Credo che andare a votare sia importante perché garantisce anche la forza delle assemblee elettive, che anche questa non è così scontata: a volte si prendono le decisioni fuori dalle assemblee. Il nostro essere qua tutti insieme e per dire che vogliamo ascoltarci, fare un po’ di discernimento perché poi ciascuno farà quello che ritiene più opportuno nella cabina elettorale, ma l’importante è andarci”.
“Come tematiche abbiamo preso a riferimento il discorso che l’Arcivescovo ha fatto alla città il 24 giugno: uno sguardo sulla città, soprattutto sulle opportunità e le tante ferite che vediamo quotidianamente - continua a spiegare - ci sono emergenze come quella della sanità: coloro che non possono pagarsi il privato con liste d’attesa lunghissime e sono spesso anziani e sofferenti. Poi i giovani, che vanno via dalla nostra regione senza tornare, perché fuori forse sono meglio pagati. Come possiamo trattenerli? Sono risorsa su cui abbiamo investito tanto, con lo studio, l’educazione, e poi portano le loro competenze fuori dalla regione. E poi il problema del precariato: aumentano i posti di lavoro ma se uno va a vedere le percentuali nel 2023 in Liguria quasi l’ottanta per cento è precario. E un ragazzo come fa a farsi una famiglia? Dobbiamo dare stabilità alle famiglie perché possano avere serenità nell’avere figli, senza pensare che sia un incubo perché non si sa come affrontarlo”.