Politica - 14 ottobre 2024, 20:10

Elezioni regionali, c’è vita oltre il dualismo Bucci-Orlando? Le parole degli ‘altri’ al dibattito alla Sala Quadrivium

Sei dei sette candidati alternativi ai due frontman di centrodestra e centrosinistra hanno preso parte al faccia a faccia organizzato dalla Diocesi di Genova

Il dibattito nella Sala Quadrivium

Il dibattito nella Sala Quadrivium

C’è vita oltre il dualismo Bucci-Orlando? Il confronto tra i candidati alla presidenza organizzato dalla Diocesi di Genova ha messo in luce anche tutto quel mondo che va al di là dei due candidati principali, i due frontman delle opposte coalizioni di centrodestra e centrosinistra che, per distacco, hanno catalizzato l’attenzione dei media nella corsa alle elezioni regionali.
Un panorama fatto di estremi che va da Nicola Rollando (Per l’Alternativa) ad Alessandro Rosson (Indipendenza), passando per l’ex grillino Nicola Morra (Uniti per la Costituzione), Francesco Toscano (Democrazia Sovrana Popolare), Daniele Felice (Forza del Popolo) e l’unica donna, Maria Antonietta Cella (Partito Popolare del Nord). Assente, per l’occasione, Marco Giuseppe Ferrando (Partito Comunista dei Lavoratori).
Giovani, sanità, denatalità. Questi i temi scelti dagli organizzatori, oltre al minuto a disposizione dei candidati per una sorta di ‘tema libero’. E nel popolo degli ‘altri’ c’è di tutto, dal lombardo sceso in Liguria per farsi conoscere a chi porta sul palco la filosofia, da chi svaria abbracciando ogni argomento dello scibile a chi fa bandiera della propria origine concreta, dalla terra.

Per Maria Antonietta Cella (Partito Popolare del Nord) la soluzione per trattenere i giovani è la formazione: “Bisogna integrare e creare una futura classe dirigente che parta dalla nostra storia, per creare giovani consapevoli dobbiamo essere attrattivi. Troppo spesso ci dimentichiamo degli istituti tecnici che consentono ai ragazzi di imparare una professione”.
Abbiamo problemi con gli spostamenti, bisogna creare dei pronto soccorso dotati di elisoccorso - ha proseguito Cella, passando al tema della sanità - dobbiamo considerare che il medico di famiglia si sta scollegando dalle persone, oggi non conoscono le dinamiche delle persone e in automatico ti mandano al pronto soccorso. E per chi vive nell’entroterra sono due ore e mezza di macchina. Serve la conoscenza dei problemi che ci sono sul territorio”.
Infine, per combattere la denatalità, Cella dà la propria ricetta: “Per fare figli serve tranquillità economica e sapere dove mandare i bambini quando si lavora. Dobbiamo dare servizi alla famiglia, dagli asili nido alle scuole. E poi far diventare la Liguria, una regione attrattiva. Altrimenti difficilmente i giovani si fermeranno e faranno figli. Dobbiamo creare quei collegamenti tra coste dentro terra che possano generare posti di lavoro”.

Daniele Felice (Forza del Popolo) propone le sue linee direttive per tendere la mano ai giovani: “Le abitazioni, la Regione deve fare da tramite con l'edilizia residenziale per permettere ai giovani di accedere ad appartamenti con prezzi calmierati. Poi il lavoro e affondare le radici nella storia. Se sapremo raccontare le storie del nostro recente passato, allora i giovani si affezioneranno a questi territori.
Siamo di fronte a una digitalizzazione, anche per prenotare le visite - ha detto Felice passando al tema della sanità - ci siamo chiesti come possono fare gli anziani e i più fragili. Un'azione concreta è quella di avere dei call center con persone fisiche con cui poter parlare direttamente e che possano capire il problema. Noi crediamo nella sovranità nazionale e crediamo che la sanità debba tornare pubblica”.
Infine, sul tema denatalità: “C’è sfiducia nel futuro, viviamo in una continua emergenza. In un panorama del genere chi vuole investire e creare una famiglia? Ci sono problemi, ma dobbiamo partire dal fatto che ci sono talenti e giovani che ce la fanno. Partendo da questi esempi positivi, possiamo dare una certezza nel futuro. Genova e i genovesi hanno nel DNA della loro storia il fatto di guardare oltre, credendo nelle radici e credendo nel passato si avrà quella positività. I giovani vedranno che le difficoltà non sono un limite ma un trampolino di lancio”.

L’ex presidente della commissione antimafia Nicola Morra (Uniti per la Costituzione) guarda oltre e non si ferma a temi locali, anche in relazione al rapporto con il più giovani: “La nostra società è nichilista, dà valore a ciò che non ha valore. Noi abbiamo messo lo sterco del diavolo al primo posto, questa è una società che produce ultimi, marginali. Nella città di Don Gallo e De André mi sembra opportuno lanciare un appello a tutti: dobbiamo investire in formazione, bisogna cambiare tutto invece che lavorare a progetti per edilizia di alto livello”.
Per quanto riguarda la sanità, Morra pensa che non debba “generare profitto, ma produrre cura e assistenza”. “Quando non pensavamo a portare i conti in pareggio, i conti andavano bene - ha aggiunto - poi sono entrati in gioco i partiti ed è esploso il problema. Ricordiamoci che in ospedale ci si deve andare come extrema ratio, perché un sistema efficace impedisce che il cittadino si ammali. In Liguria abbiamo diversi siti che dovrebbero essere bonificati, ma è stato fatto zero. Esiste un registro dei tumori in Liguria e perché esplodono malattie neurodegenerative?”.
Nell’economia capitalistica si guadagna poco facendo il rider o con il lavoro nero e in Liguria ce n’è tanto - ha concluso Morra parlando di denatalità - nelle vallate interne la fibra è arrivata? È ovvio che la gente se e va e va a intasare i centri abitati”.

Dai campi e dalla legna che orgogliosamente rivendica di aver spaccato, Nicola Rollando (Per l’Alternativa) parte da temi locali per andare sul nazionale e l’internazionale. “Nessuno dice che siamo in guerra, che per i giovani è morte e distruzione per un orizzonte terribile - ha detto parlando del tema ‘nuove generazioni’ - la guerra assorbe ricchezze e risorse che potrebbero andare altrove. Abbiamo in piedi anche una guerra dell’Occidente verso la povera gente. Quello che succede con gli studenti e il precariato è stato creato da chi ci ha governato fino ora. Noi abbiamo in lista giovani che portano le loro rivendicazioni”.
C’è carenza di medici e paramedici che possano essere utili per chiudere le liste d’attesa - ha aggiunto, passando alla sanità - la salute è una merce e il concetto è passato anche dai medici. Bisogna eliminare il numero chiuso all’università di Medicina e portare i medici a essere anche figli di operai. La sanità abbia anche una cultura umanistica e che non sia solo riferita al guadagno. La nostra sanità è stata privatizzata da chi oggi ci dice che la vorrebbe di nuovo pubblica”.
Bisogna puntare sul congedo parentale paritario in modo che non siano solo le mamme ad avere l’onere di crescere i figli - ha concluso Rollando, in tema denatalità - e poi asili nido e sostegno psicologico che siano pubblici e gratuiti. Serve un’integrazione a sostegno delle popolazioni migranti, porterebbe a un abbassamento dell’età media e a un aumento della natalità. Questo ci permetterebbe anche di popolare l’entroterra che ora è abbandonato”.

Alessandro Rosson (Indipendenza) per andare incontro ai giovani ha puntato su tre proposte: “I giovani in Liguria sono la minoranza non solo numerica, ma anche sociale. Molti emigrano nelle regioni dove trovano maggiori opportunità, oppure all’estero. Sembra che i giovani vengano ascoltati solo durante le campagne elettorali, poi ce ne dimentichiam. Bisogna cambiare il paradigma: incentivi all'imprenditoria giovanile, salario minimo di 1.200 euro al mese e uno sgravio per l'assunzione dei giovani oltre a un piano affitti”.
In chiave sanità Rosson è partito dai dati: “Nel 2050 le persone con oltre 65 anni saranno il 35% della popolazione, a fronte di un buco di 232 milioni di euro nella sanità ligure dobbiamo intervenire in modo deciso. Giorgia Meloni ha firmato il patto di stabilità con l'Europa, ma le spese sanitarie devono restarne fuori. Per la Liguria bisogna chiudere Alisa che costa e non produce. Dobbiamo risparmiare mezzi, risorse e uomini. Dobbiamo invertire il trend della mobilità sanitaria, abbiamo perso 600 milioni per i liguri vanno a curarsi fuori dalla regione
Infine, sul tema denatalità: “Sento di molte coppie che vorrebbero avere due o tre figli, ma perché allora il tasso di natalità è sceso? Perché restare a casa Costa le famigli, le donne con figli hanno un impegno che va al di là del più duro dei lavori. La Regione deve impegnarsi per il sostegno delle famiglie integrando con un fondo l'importo dell'indennità per il congedo parentale, la creazione di nuovi asili nido e la gratuità almeno fino alla fine del congedo parentale, incentivare con una cifra mensile le coppie che fanno figli

Francesco Toscano (Democrazia Sovrana Popolare) sceglie di puntare alto, già dal tema ‘giovani’: “Questo è un paese nemico dei giovani, il 90% dei ragazzi che nascono in una situazione svantaggiata finiranno la propria vita in condizioni di difficoltà, per contro chi nasce in una situazione privilegiata finirà in condizioni privilegiate. Il nostro Paese è una foresta pietrificata dopo anni di neoliberismo spinto. Tutto è appaltato al profitto”.
Nel PNRR sono pochissimi i fondi - ha proseguito sul tema sanità - il nostro sistema è meglio o peggio di alcuni decenni fa? La capacità di rispondere alla gente era migliore o peggiore? Perché non ci sono tanti pronto soccorso? Non dovete credere alle parole di una classe politica eterodiretta, dobbiamo smontare un discorso fasullo”.
Per lui stessa linea anche nel rispondere sul tema della denatalità: “Non si può risolvere il problema in natura economica, ci sono continenti che fanno figli perché credono nella vita, noi siamo un continente governato da oligarchie di individualismo spinto. Gli strumenti digitali che fanno crescere le nuove generazioni soli peggiorano le situazioni. Dobbiamo invertire il trend a livello filosofico e spirituale”.

Pietro Zampedroni


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