Politica - 08 ottobre 2024, 11:34

Che fine ha fatto il tema ‘grandi opere’ nel programma di Orlando? Da Italia Viva Viscogliosi attacca: “M5S e sinistra ambientalista hanno avuto la meglio”

Analizzando il documento, in effetti, l’argomento compare solamente negli attacchi all’amministrazione di centrodestra uscente in due pagine su cinquantasette

Il cantiere della Gronda

Il cantiere della Gronda

Era impossibile ipotizzare che la cacciata di Italia Viva del ‘campo largo’ a sostegno di Andrea Orlando non lasciasse scorie in campagna elettorale.
E infatti, dopo qualche giorno di silenzio, a rompere gli indugi è ora Arianna Viscogliosi, la consigliera comunale di Genova che aveva abbandonato la maggioranza del sindaco Marco Bucci proprio per poter confluire nella coalizione progressista in vista delle regionali. Ora, palesemente infastidita, si ritrova nel ‘gruppo misto’ a Palazzo Tursi e fuori dalla contesa per il consiglio regionale.

Oggetto del contendere: le grandi opere. Tema cardine dell’area centrista del ‘campo largo’ e nervo scoperto per Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra.
Ho letto con stupore il programma presentato da Andrea Orlando per le elezioni regionali - scrive Viscogliosi sui social - evidenzia delle mancanze a dir poco clamorose: in primo luogo, la questione della Gronda, seguita dal Tunnel della Val Fontanabuona e, infine, dalla Diga. Queste opere sono fondamentali per Genova e la Liguria. Mi par evidente che nella coalizione di Orlando il Movimento Cinque Stelle e la sinistra ambientalista abbiano avuto la meglio, imponendo di non menzionare Gronda e Diga per mantenere la libertà di non realizzarle”.

Andando a sfogliare il programma di Orlando, in effetti, le opere citate da Viscogliosi compaiono solo per un fugace passaggio a pagina 5, peraltro in un attacco all’amministrazione uscente: “Nonostante la retorica del fare, i risultati della destra, anche sotto il profilo della realizzazione di infrastrutture strategiche, risultano pressoché nulli: lo si vede per lo scolmatore del Bisagno, per la Diga di Genova, per il Terzo Valico, per il raddoppio ferroviario del Ponente, per il Nodo Ferroviario Genovese, per il Tunnel Rapallo-Fontanabuona, per la Gronda, per la Pontremolese”.

Poco lo spazio anche per la parola ‘opere’ che appare solamente in due pagine, tra l’altro alla fine del programma. A pagina 48 si fa ancora riferimento all’operato dell’amministrazione di centrodestra: “Il modello Genova ha portato con sé distorsioni nei processi decisionali, in diverse occasioni anche rilevati da diversi organismi di controllo, reiterati tentativi di silenziare le voci critiche e un sostanziale immobilismo anche rispetto a quelle opere che si trovavano ad un passo dall’avvio dei cantieri e rispetto alle quali da anni si attendono risposte operative”. E poi: “Una logica da prendere o lasciare che per anni ha impedito lo sviluppo di una progettualità che tenga conto delle reali esigenze dei territori, delle persone, delle merci e della sostenibilità, economica ed ambientale, delle opere, grandi e piccole”. E, infine: “Riteniamo, quindi, necessario rimettere al centro dell’iniziativa di governo a livello regionale una progettualità che sia in grado di scardinare un metodo che si è rivelato inefficace e pericoloso per gli elementi distorsivi che ha generato e di portare a compimento le opere necessarie per migliorare la mobilità di persone e merci, la qualità della vita dei cittadini e l’impatto ambientale sui territori”.
Mentre, a pagina 53 si legge una proposta: “Favorire la decarbonizzazione definanziando le opere che tendono a prolungare l’uso di fossili e inserendo nella pianificazione il “phase out” da tutte le fonti fossili”.

L’analisi del programma di Orlando, in effetti, dimostra che lo spazio per le infrastrutture è dedicato principalmente agli attacchi verso la controparte.
Leggiamo, infatti, la parola ‘infrastrutture’ a pagina 10: “Vogliamo una Liguria sostenibile ed ecologica, che investa fortemente sulle fonti rinnovabili, che sappia fare della transizione ecologica ed energetica un volano di sviluppo e innovazione, di creazione di nuovi posti di lavoro e di benessere. Una Liguria che torni a prendersi cura dei propri versanti, dei fiumi e della costa tramite una cura attiva e preventiva e non solo gestendo le emergenze. Una Liguria che promuova i parchi e le aree verdi e protette, le comunità energetiche e che sostenga un’economia circolare capace di convertire le criticità in opportunità”. E c’è poi il passaggio ‘infrastrutture’ all’interno del capitolo “La Liguria connessa”.

È necessario, invece, uno scatto nell’azione di governo - conclude Viscogliosi - e un solido patto programmatico che vincoli le coalizioni di governo regionale che eviti qualsiasi pericoloso passo indietro rispetto alla realizzazione di infrastrutture che, come la Gronda, necessitano ancora di finanziamenti ma devono essere confermate come strategiche per la regione Liguria. Non vedere queste opere menzionate in un programma che discute di tutto, inclusa la creazione di numerose Agenzie con risorse non meglio definite, è preoccupante e clamoroso. Non possiamo permetterci di fare passi indietro sul collegamento e la connessione del territorio genovese e ligure con il resto d’Italia, l’Europa e il mondo”.

Pietro Zampedroni


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