Attualità - 07 ottobre 2024, 08:00

Pegli, pronto il progetto per riqualificare viale Modugno con gli aranci amari

Il piano, redatto da Aster e dal Comune di Genova, sarà presentato oggi alla Consulta del Verde. Nessuno spazio sarà lasciato vuoto

Pegli, pronto il progetto per riqualificare viale Modugno con gli aranci amari

Reimpianti, aveva promesso il Comune di Genova rispetto alla precaria situazione degli aranci storici di viale Giorgio Modugno a Pegli. Nessun taglio e, semmai, rimessa a dimora delle specie, nei punti in cui sono mancanti, e sostituzione degli alberi malati con alberi nuovi laddove vi siano particolari criticità.

Adesso quel piano del verde, annunciato per tutta l’estate, è finalmente pronto e Aster, insieme alla Direzione Verde Pubblico del Comune di Genova, guidata da Pierpaolo Grignani, lo presenterà oggi alla Consulta del verde, anche per ricevere ulteriori integrazioni e osservazioni.

Sul tema è da sempre molto attivo il consigliere comunale della Lista RossoVerde, Filippo Bruzzone, che è stato tra i primi a interessarsi della vicenda degli alberi di viale Modugno, in collaborazione con il Comitato Pegli Bene Comune, quando all’inizio sembrava che gli aranci sarebbero stati tagliati in ragione di un aumento dei posti auto.

Il progetto, che ha tra i curatori Giorgio Costa, responsabile del Settore verde di Aster, nasce "dall’esigenza di ricostruire l’impianto originale e migliorare la qualità della strada. Viale Modugno, simbolo di un’epoca di prosperità per Pegli, necessita di tornare, ove e come possibile, agli antichi sfarzi".

Lo studio redatto dai tecnici ricorda che oggi, nella zona, ci sono centotrentasei alberature, tutti aranci amari, a eccezione di un solo ligustro. Il progetto "interessa il tratto di viale Modugno tra l’incrocio con viale della Rimembranza e il bivio con via Mario e Nicolò Dagnino e prevede un reintegro delle alberature mancanti a completare il doppio filare di aranci amari che da sempre connota questa via del quartiere di Pegli".

La redazione del progetto prevede di "reintegrare, con quarantasette nuovi esemplari, i due filari, collocando gli aranci con un interasse di sei metri e concentrandosi sulle porzioni di viale più adeguate ad accogliere le nuove alberature. Così facendo, i nuovi alberi non vanno a creare incombo alle preesistenze né entrano in 'conflitto' con utilizzi specifici di alcune aree".

Si prevede, "per tutti i quarantasette nuovi esemplari, l’impiego di dissuasori resistenti all’urto. Tali sistemi permettono di proteggere le alberature, soprattutto nelle fasi iniziali dell’attecchimento, da urti causati da autovetture in manovra e in transito. Tale sistema verrà impiegato anche per gli esemplari che verranno messi a dimora lungo il filare lato monte".

Lo studio di Aster e del Comune di Genova è prezioso in quanto ricorda anche la storia di viale Modugno: una storia che meritava decoro, e non di finire nel dimenticatoio. L’attuale viale Modugno ha inizio con la costruzione della prima serie di ville (a opera della “Società dei Villini”) nei primi anni del secolo scorso. L’allora viale Umberto I, ricco di ville e dimore signorili, viene interessato dal fervente sviluppo urbanistico e turistico che coinvolge al tempo tutto l’attuale quartiere di Pegli.

"Nel 1901, quando Pegli è ancora un borgo lunga la cosata, separato dalla vicina Genova, gli abitanti risultavano essere 9226 e la capacità turistica e ricettiva era ai massimi livelli con ben cinque alberghi principali. Al completamento del quartiere denominato “Villini” (Villini Vecchi) in viale Umberto I (oggi viale Modugno), segue la costruzione dei “Villini Nuovi” in via Dante (oggi via Vespucci), compresi tra il parco della Villa Doria e il torrente Rexello. A caratterizzare sin dagli albori l’attuale viale Modugno sono gli aranci amari che formano il doppio filare di alberi posti ai lati della strada, tra il marciapiede e la porzione centrale".

Quegli aranci amari che oggi verranno rimessi a dimora in un progetto complessivo che la delegazione attendeva da anni, nel quale è stata coinvolta anche la Soprintendenza.

Alberto Bruzzone

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