Con l'inizio dell'anno scolastico, studentesse e studenti della Liguria si mobilitano sin dal primo giorno per chiedere un sistema educativo diverso da quello attuale, criticando sia il governo nazionale che quello regionale. A guidare la protesta è la Rete degli Studenti Medi della Liguria, che punta il dito contro una serie di problematiche irrisolte e nuove riforme che, a loro dire, minacciano il diritto allo studio.
"Anche quest'anno – dichiara Francesco Devoti, coordinatore della Rete degli Studenti Medi della Liguria – il ritorno a scuola reca con sé le solite questioni problematiche: caro-scuola e strutture fatiscenti, trasporto pubblico inadeguato e mancanza totale di supporto psicologico nelle scuole, e quest'anno anche la grave riforma sull'autonomia differenziata, sono temi ancora troppo poco attenzionati e per i quali vogliamo ancora lottare. Questo governo non ci rappresenta. Questa giunta regionale non ci rappresenta. Siamo la voce di una generazione inascoltata e non permetteremo a questo governo, ai suoi provvedimenti e alle sue riforme, di indebolire ancora di più la scuola e di picconare il diritto allo studio."
La protesta degli studenti si concentra in particolare sui provvedimenti del governo e del ministro Valditara, con un occhio di riguardo all’impatto che questi avranno sul futuro della Liguria. La riforma sull'autonomia differenziata e il caro-scuola sono solo alcune delle questioni principali sollevate dagli studenti.
"Riteniamo sia vergognoso – continua Devoti – che dopo tutte le rivendicazioni di questi anni, questo esecutivo non ci abbia dato ascolto su niente. È ora più che mai necessario riportare al centro dell'attenzione i temi della scuola. Tra quelli citati prima, non posso non menzionare anche la lotta ai PCTO e la forte richiesta studentesca per il riconoscimento dello stato di Palestina. Questo sarà un autunno caldo e mobilitato e noi, studenti e studentesse, vi prenderemo parte convintamente. Lo sarà sul piano nazionale tanto quanto su quello regionale, dove auspichiamo che le forze politiche in campo, nel tentativo di sradicare il sistema di potere creato in regione dalla destra, mettano al centro il diritto allo studio. È da qui che vogliamo partire per liberare la scuola, liberare il paese, e liberare la nostra regione."
La mobilitazione studentesca si preannuncia quindi intensa per i prossimi mesi, con gli studenti decisi a far sentire la loro voce e a difendere il loro diritto a un’istruzione equa e accessibile.