Attualità - 02 settembre 2024, 08:15

Allarme mucillagine, l’appello del sub genovese: “Il Parco di Portofino è un paradiso in declino, ma insieme si può rallentare il degrado” (Video)

Pierluigi Negri è testimone diretto della situazione in cui versano i fondali marini: le maestose gorgonie e la vivace biodiversità che un tempo caratterizzavano l'area sono ora gravemente minacciate. E lancia la proposta: intraprendere un'azione meccanica di pulizia per liberare le gorgonie soffocate

Allarme mucillagine, l’appello del sub genovese: “Il Parco di Portofino è un paradiso in declino, ma insieme si può rallentare il degrado” (Video)

Un paradiso sommerso, quello nascosto dalle splendide acque dell’Area marina protetta del Parco di Portofino, che fino a qualche anno fa regalava emozionanti immersioni ai tanti appassionati di subacquea. Pesci in abbondanza e splendidi fondali erano osservabili con facilità, ma chi ancora oggi, dopo molti anni, frequenta queste zone non può fare a meno di notare preoccupanti differenze rispetto al passato. Per questa ragione Pierluigi Negri, un lettore della Voce di Genova, subacqueo che da anni frequenta il Promontorio di Portofino, ha deciso di scrivere una nota in cui segnala la situazione di degrado che sta colpendo i fondali, sperando così di ottenere attenzione sulla problematica e trovare una soluzione che, almeno in parte, possa rallentare il problema.  

Scendendo lungo la parete nord della secca dell’Isuela, i maestosi ventagli delle paramuricee hanno lasciato il posto a creature  aliene, che come fantasmi sono avvolte da un manto verdognolo ed evanescente. Le uova dei gattucci sono solo un lontano ricordo” spiega il sub, descrivendo la situazione anche in altre zone del parco: “In località La Torretta, il fondale che prima era una prateria fiorita di gorgonie ora è divenuto un paesaggio lunare. Le gorgonie sommerse dalla  mucillaggine sono mezze morte, e ora sembra di sorvolare una vecchia soffitta ricoperta da ragnatele. Il cuore si stringe e il ricordo di  quei fondali meravigliosi lascia una malinconia che fa male. Stessa situazione a Punta Faro e all’Altare, oramai tutto il fondale dell’AMP  per una fascia dai 10m ai 40m è ricoperto per buona parte dalla mucillaggine: un disastro ambientale! Le alte temperature e l’accumulo di nutrienti hanno fatto questo regalo e poco possiamo fare per contrastare il fenomeno”. 

Secondo Negri, potrebbe esistere una soluzione: “la mucillaggine si rimuove facilmente dalle gorgonie e un’azione meccanica unita alla raccolta con retini del materiale che si stacca, potrebbe dare sospiro alle colonie di polipini. È un’impresa smisurata, ma se è vero che l’unione fa la forza, si potrebbero coinvolgere i numerosi sub che frequentano i fondali. Una campagna di sensibilizzazione dei sub ricreativi coordinata da AMP,  Capitanerie di Porto e Diving locali, potrebbe svolgere un’azione  importante per attenuare il fenomeno e dare respiro alle gorgonie. Temo tuttavia che la burocrazia e la diffidenza verso i ‘non addetti ai lavori’ rappresentino un ostacolo difficile da superare e quindi il destino del Paradiso del Promontorio sia ormai segnato”. 

Fino a trent’anni fa, le condizioni dei fondali erano ben diverse. Il ricordo di Negri riguarda la Secca dell’Isuela, in cui “la parete nord precipita dritta nell’acqua limpida e cristallina, vengono incontro nuvole di castagnole che, sospese a mezz’acqua, ti avvolgono e pigramente si scostano per lasciarti passare verso un fondale mozzafiato. Grandi ventagli blu grossi come cespugli fanno bella mostra di sé ondeggiando sul filo della tenue corrente: all’accendersi della torcia, le Paramuricee rivelano tutto il loro purpureo splendore. I tenui ma fitti polipini che le abitano, si agitano nella speranza di procacciarsi il cibo. Le bianche uova dei gattucci, tenacemente legate ai rami delle gorgonie, sono in attesa di liberare il loro prezioso contenuto dando continuità all’elegante specie”. 

Guardando la Parete dell’Altare “si rimane estasiati di fronte allo splendore dei numerosi rami di corallo, intervallati qua e là dalle lunghe antenne delle aragoste che numerose fanno capolino dalle loro tane. L’acqua limpida permette di vedere tutta la meraviglia della parete che, tra gorgonie, corallo e aragoste, rivaleggia con orgoglio con i lontani paradisi tropicali”. A Punta Faro “le correnti fanno crescere i grandi rami coralligeni delle  paramuricee che, come all’Isuela, fanno mostra della loro bellezza cangiante all’illuminarsi dei fari dei sub”. Di questi scenari potrebbe rimanere solo il ricordo: la presenza delle mucillagini rappresenta una seria minaccia per l'ecosistema marino e per la biodiversità dell’area. 

Chiara Orsetti

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