Politica - 26 agosto 2024, 16:38

Elezioni regionali, ora nel ‘campo largo’ è muro contro muro. Conte: “Per strada mi implorano di non imbarcare Renzi”

Il leader del M5S chiude la porta a Italia Viva: “Per aggregare un due o tre per cento di voti si farebbero scappare tutti gli elettori del M5s e anche una buona parte di quelli del Pd”

Giuseppe Conte (M5S)

Giuseppe Conte (M5S)

Con il passare delle ore il clima all’interno del ‘campo largo’ ligure si fa sempre più teso, animi incandescenti in attesa della nomina del candidato alla presidenza Andrea Orlando e nessun segnale di distensione.

La frattura tra Movimento 5 Stelle e Italia Viva ha sin da subito destato più di qualche preoccupazione, una distanza che sembra ora insanabile dopo le parole di Giuseppe Conte. E poco importa se la segretaria del PD Elly Schlein aveva parlato di una coalizione “testardamente unitaria” in vista delle regionali.

Il leader pentastellato è chiaro nel suo “no” all’ingresso di Matteo Renzi nella coalizione per le regionali liguri: “Mi fermano per strada e mi implorano di non imbarcare Renzi. Temono la sua capacità demolitoria, si è sempre distinto per farli cadere, i governi, anziché per farli durare”. Poi Conte va sui numeri: “Per aggregare un due o tre per cento di voti si farebbero scappare tutti gli elettori del M5s e anche una buona parte di quelli del Pd”.

Stessa linea per il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli: “Non si possono fare alleanze con Renzi, non si può basare un rapporto che deve essere serio su una fiducia che non c’è”.

Una spaccatura certificata dalla replica di Raffaella Paita, coordinatrice di Italia Viva, riferimento dei renziani in Liguria nonché promotrice dell’alleanza con il sindaco di Genova, Marco Bucci: “Provocatorio e sbagliato il veto di Conte, ma capisco che abbia difficoltà interne”. Per Paita è fondamentale il contributo del centro: “Se invece la spinta è andare come sinistra, punto e basta, vedo questo percorso più difficile, ma continuo a essere fiduciosa sul metodo Schlein”.

Ferruccio Sansa, il primo a rendere pubblico il proprio “no” a Italia Viva, quindi non è solo e ha aperto la porta a una nutrita schiera di detrattori di Matteo Renzi. Tesi sostenuta anche dalla governatrice della Sardegna, Alessandra Todde, eletta proprio grazie all’alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle: “Allargare il campo non vuol dire accettare tutti i compromessi”.

Uno scenario complessivo all’interno del quale sembra altamente improbabile che il ‘campo largo’ ligure possa in qualche modo trovare una sintesi nel giro di pochi giorni, convergere su un Andrea Orlando sempre più spazientito e presentarsi all’elettorato con una parvenza di un’unità anche solo accennata.

Pietro Zampedroni


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