Attualità - 26 agosto 2024, 14:35

Genova, insegnanti di sostegno e genitori in piazza: "Basta vite precarie"

La protesta ha causato il blocco temporaneo della viabilità. Molti docenti, nonostante gli sforzi e i sacrifici per ottenere l’abilitazione attraverso il TFA (Tirocinio Formativo Attivo), vedono ancora lontana la possibilità di un’assunzione a tempo indeterminato

Genova, insegnanti di sostegno e genitori in piazza: "Basta vite precarie"

Si è svolta oggi una protesta simbolica da parte di insegnanti di sostegno e genitori di alunni con disabilità. 

Il presidio, organizzato davanti al Provveditorato agli Studi in via Assarotti, ha visto la partecipazione di circa 30 manifestanti, tra cui docenti e genitori, che hanno denunciato la precarietà lavorativa e le politiche nazionali che minacciano l’inclusione scolastica.

La protesta ha causato il blocco temporaneo della viabilità, attirando l’attenzione su un problema che i manifestanti definiscono "di carattere nazionale". La questione centrale è la stabilizzazione dei docenti di sostegno, molti dei quali, nonostante gli sforzi e i sacrifici per ottenere l’abilitazione attraverso il TFA (Tirocinio Formativo Attivo), vedono ancora lontana la possibilità di un’assunzione a tempo indeterminato. Un tema, questo, particolarmente sentito in Liguria, dove le immissioni in ruolo risultano esigue rispetto al fabbisogno.

"Se ci tagliano il futuro, blocchiamo la città", è stato lo slogan ripetuto durante il presidio. I manifestanti chiedono, inoltre, che il corso TFA diventi gratuito, poiché il costo attuale di circa 3.000 euro dissuade molti insegnanti dal completare la formazione necessaria per accedere al ruolo.

La mobilitazione odierna rappresenta solo l'inizio di una serie di azioni che culmineranno il prossimo 6 settembre con una manifestazione nazionale a Roma, davanti al Ministero dell'Istruzione. L’obiettivo è sensibilizzare il governo e l’opinione pubblica sulla necessità di garantire continuità educativa agli studenti con disabilità, evitando che ogni anno debbano confrontarsi con insegnanti diversi a causa della precarietà lavorativa.

Il grido di protesta lanciato da Genova potrebbe quindi estendersi a livello nazionale, con famiglie e insegnanti uniti nel chiedere interventi concreti per un sistema educativo inclusivo e stabile.

Redazione

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