Si è ritratto così, seduto in giardino, intento a scrivere al computer. Le parole che accompagnano l’immagine lasciano un indizio chiaro: “In questi mesi, quante idee, riflessioni, emozioni e ricordi degli ultimi nove anni insieme. E quante cose da cambiare nel nostro Paese. Presto vi farò leggere tutti questi pensieri”.
Giovanni Toti, prima giornalista e poi presidente di Regione Liguria, sarebbe così pronto per fare il proprio ingresso nel mondo dell’editoria. Le sue parole lasciano trapelare l’intenzione di mettere nero su bianco in un libro i pensieri maturati nei tre mesi di arresti domiciliari nella sua villa di Ameglia, proprio nelle settimane in cui il suo caso giudiziario è entrato nella narrazione politica del Paese con il Governo pronto a mettere mano alle norme che riguardano, in particolare, la custodia cautelare. Senza dimenticare l’idea dello ‘scudo’ per i governatori di Regione.
Tutti elementi che lasciano intendere come la vicenda che ha travolto Toti il 7 maggio scorso sia destinata a procede su due binari mediatici: da una parte il processo che avrà inizio il prossimo 5 novembre, dall’altra la narrazione dell’ex governatore anche tramite una sorta di memoria editoriale.
D’altra parte lui stesso ci ha abituati nelle settimane della detenzione domiciliare a diverse forme di comunicazione epistolare. Prima la memoria a mo’ di comunicato stampa consegnata ai pm nel giorno dell’interrogatorio chiesto dallo stesso presidente, poi le comunicazioni attraverso il proprio legale, infine la lettera di dimissioni.
Le doti di comunicatore di Toti, d’altronde, sono state evidenti per tutti i nove anni in cui è stato presidente della Regione. Soprattutto sui social. E se la ‘macchina della comunicazione’ si è dovuta obbligatoriamente fermare durante la detenzione domiciliare (al netto delle eccezioni sopra citate), una volta tornato libero l’ex presidente sembra deciso a portare avanti la sua narrazione personale. Prima con una conferenza stampa fiume, poi con il ritorno sui social. Una comunicazione che sembra ora puntare a uno strascico anche nei mesi del processo e, soprattutto, nelle settimane della campagna elettorale.
Al momento non è ancora chiaro se e quando l’ex presidente sia intenzionato a rendere pubbliche le proprie riflessioni e se lo farà tra le pagine di un libro a sua firma. Ma tutti gli indizi portano in quella direzione, una sorta di nuovo memoriale per radunare le truppe e preparare così un eventuale ‘secondo tempo’ post processo senza finire nel dimenticatoio.