Politica - 22 agosto 2024, 16:06

Elezioni regionali. Intervista al candidato ‘in pectore’ del M5S Luca Pirondini: “Nessun diktat sul mio nome, prima viene il bene della coalizione”

Poi la frecciata a Italia Viva: “Non si può stare con il centrodestra in via Garibaldi e con il centrosinistra in piazza De Ferrari, altrimenti è come stare sempre con chi vince e la cosa non ci appartiene”

Luca Pirondini (M5S)

Luca Pirondini (M5S)

Una proposta che non è un veto, un bene comune da preservare, un passo indietro pronto per essere compiuto senza rancori, un progetto da portare in fondo come contrapposizione all’amministrazione di centrodestra che ha guidato la Regione per nove anni.
Sono i pilastri che Luca Pirondini, senatore del Movimento 5 Stelle, porta al tavolo del ‘campo largo’ ligure. Quella stessa coalizione che qualche giorno fa ha preso atto (tra qualche malcelato stupore) del suo nome come candidatura pentastellata per la presidenza, proprio nei giorni in cui non si attende altro che l’ufficialità di Andrea Orlando quale portabandiera del centrosinistra ligure.
Una mossa che ha comprensibilmente agitato gli animi tra chi pensava a un colpo gobbo interno alla squadra progressista e chi, invece, dalle fila centrodestra gettava benzina sul fuoco sperando in una frattura.
A spegnere le fiamme è oggi lo stesso Pirondini che, nel confermare la bontà dell’iniziativa a firma Movimento 5 Stelle, è il primo a non ritenerla un diktat mettendo al primo posto il bene comune della coalizione.

Qualche giorno fa il Movimento 5 Stelle ha fatto il suo nome come possibile candidato presidente del ‘campo largo’ in contrapposizione ad Andrea Orlando. Come si è arrivati a questa proposta?
Non è una proposta in contrapposizione, ma una presa di responsabilità del Movimento sul territorio. Ci sembrava giusto con quello che è successo in una regione dove abbiamo sempre fatto bene anche quando i risultati nazionali non erano ottimi. La nostra iniziativa ha due requisiti importanti: non è in contrapposizione e non è un veto. Pensiamo che il progetto vada portato in porto per dare un’alternativa ai liguri rispetto agli ultimi nove anni. Siamo stati molto trasparenti e sinceri nel dire che il Movimento deve esprimere una candidatura sul territorio, poi ci saranno incontri per valutare il nome più idoneo e lo sosterremo con forza

Qualcuno l’ha letta come un’azione di disturbo…
Dipende da che concetto ha della democrazia. Avere nomi sul tavolo sapendo che non è un diktat non è un disturbo, per noi è l’opposto

Allora è stato un segnale per dire che ci siete anche voi e non sarete delle comparse all’interno della coalizione?
Il Movimento è una forza decisiva nella coalizione, deve avere un peso. Oltre al mio si era fatto anche il nome di altre persone come Tiziana Beghin, Roberto Traversi, Stefano Giordano

Lo ha già detto, ma glielo chiedo direttamente: sareste disposti a ritirare la proposta per il bene della coalizione?
Pensiamo che sia fondamentale mantenere in piedi questo progetto, la Liguria deve avere un governo che non sia quello da cui veniamo. È stato fallimentare sotto tutti i punti di vista. Sarebbe da irresponsabili guardare al proprio interno e non dare alla Liguria un’opportunità che sia alternativa al totismo

C’è qualcosa che non le piace nell’opzione Andrea Orlando?
È una persona di grande esperienza che non è mai stata coinvolta in vicende poco chiare, quindi non abbiamo nulla in contrario

Ora nel ‘campo largo’ il vero nodo è l’ingresso dell’ala centrista con Italia Viva e Azione. Come gestirete la convivenza con renziani e calendiani?
È un nodo più loro che nostro, mi sembrano molto indecisi se stare a destra o a sinistra. Non si può stare con il centrodestra in via Garibaldi e con il centrosinistra in piazza De Ferrari. Si devono mettere d’accordo e non è un problema nostro. Proporremo il nostro programma, se vogliono partecipare lo facciano con chiarezza. Se qualcuno oggi sostiene Bucci e vuole stare con noi deve prendere le distanze e dichiararlo, altrimenti è come stare sempre con chi vince e la cosa non ci appartiene

Chiederle un’opinione sull’amministrazione Toti sarebbe troppo scontato, le chiedo quindi cosa pensa dei nomi che stanno uscendo in questi giorni come papabili candidati alla presidenza per il centrodestra
Sul piano personale nessuna valutazione, ma politicamente mi sembrano in difficoltà. Tutta questa coda nel metterci la faccia per dire che Toti ha fatto bene…non lo vuole fare nessuno. Mi pare chiaro anche il nervosismo che Toti, con due mandati di arresto, palesa tutti i giorni in cui attacca i magistrati. Basta e avanza per commentare il nervosismo che c’è dalla loro parte

Siamo quasi alla fine di agosto, le elezioni saranno a fine ottobre o al massimo all’inizio di novembre. Non siamo andati un po’ troppo in là con i tempi?
Siamo perfettamente nei tempi. Ci sono ancora dubbi sulla data del voto, non c’è certezza. Tre mesi o due penso siano un tempo accettabile per la campagna elettorale

A che punto siete con la composizione delle liste?
Abbiamo le idee chiare, non avremo problemi a farle valorizzando le persone che hanno lavorato sul territorio”.

Pietro Zampedroni


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