La stagione estiva spesso coincide con la possibilità di avere città più libere dal traffico e dal passaggio dei cittadini. Questa condizione fa risaltare ancora di più la presenza di tanti, troppi cantieri avviati in diverse zone di Genova e che non sono mai stati completati. Sul tema, a distanza di un mese dalla lettera inviata al Prefetto, torna la consigliera comunale di Azione e capogruppo del Gruppo Misto Cristina Lodi, che dopo aver segnalato lo stato di abbandono in cui sembrano versare diverse opere in corso.
“Non serve esaminare la documentazione, basta muoversi per la città: oltre ai cantieri già segnalati, ci sono due zone strategiche che sono nuovamente emerse: la scala che collega via Chiaravagna a piazza Aprosio e la messa in sicurezza del Veilino a Staglieno - spiega Lodi -. Nel primo caso, era stata fatta una previsione di spesa complessiva per i lavori di sistemazione del ponte attiguo che è poi stata aumentata nel corso d’opera perché è stato smaltito dell’amianto trovato durante le operazioni dei tecnici. I lavori sono andati avanti per tre anni, dal 15 giugno 2020 al 9 maggio 2023, quando il ponte è stato riaperto, ma non la scala, che risulta ancora inaccessibile al passaggio. Era anche stata fatta un’inaugurazione, molto sotto tono, perché la parte che maggiormente interessava la popolazione era proprio il collegamento interrotto; non potendo percorrere la scala è necessario fare un giro molto più lungo.
“Lo stesso è accaduto all’entrata del cimitero di Staglieno - continua a spiegare la consigliera -: proprio in mezzo al parcheggio centrale è stata scavata una grossa buca per avviare i lavori di messa in sicurezza del Veilino. I proprietari delle attività commerciali sono disperati, perché dopo aver creato il cratere, la ditta ha lasciato l’area transennata e il lavoro non è stato più proseguito. Il motivo? Probabilmente questi contratti si basano su gare al ribasso, quindi le ditte vincitrici tentano, ma poi si rendono conto che i costi non sono sostenibili e se ne vanno via. La richiesta dei lavoratori della zona era almeno quella di circoscrivere il perimetro per consentire di parcheggiare almeno qualche veicolo, ma non si è mai visto nessuno neanche per questo. Oggi, quindi, non abbiamo neanche più certezza di vedere ultimate le opere anche nei momenti in cui, come è accaduto a Trasta, arriva la gara: lì il problema persiste dallo scorso novembre, tra pochi mesi sarà un anno dalla frana che ha colpito via Ca’ dei Trenta e ancora nulla è stato fatto.”
“Il Waterfront sta andando avanti, lì vanno a finire tutti i soldi: il resto della città, da levante a ponente, non si salva. Anche il progetto dell’Hennebique, che doveva terminare nel 2021, è ancora una grande incognita. In alcuni casi, fare velocemente significa far finta di fare: non si era mai vista una situazione così, in cui partono le opere e poi si fermano, con le ditte che scappano e nessuno sa più nulla.
In una città svuotata, continuano a emergere, con maggiore evidenza, cantieri in questo stato di abbandono, e la mia ricerca continua: le conferme che arrivano, però, sono purtroppo sempre negative e spicca ancor di più l'attivismo della giunta Bucci. Ora la grande preoccupazione riguarda l'assegnazione dei lavori per la messa in sicurezza del rio Maltempo: questa gara ha delle condizioni economiche che temo possa seguire la stessa sorte dei casi finora raccontati, con abbandono o peggio. In passato, quando si procedeva con la gara era fatta, ora la valutazione complessiva dei costi viene fatta in modo che le aziende non riescano poi a portare avanti i lavori” conclude.