Attualità - 16 agosto 2024, 08:15

Esclusi dalle scuole calcio perché "troppo scarsi": un fenomeno che tradisce i valori dello sport giovanile

L'episodio della Rivarolese, società piemontese, accende i riflettori su una pratica che mina l'inclusività nel calcio giovanile. La Liguria difende la propria attività nel settore

Esclusi dalle scuole calcio perché "troppo scarsi": un fenomeno che tradisce i valori dello sport giovanile

Nel mondo del calcio giovanile, episodi di esclusione come quello avvenuto alla Rivarolese in Piemonte, dove ventiquattro bambini sono stati esclusi perché considerati "troppo scarsi", sollevano interrogativi fondamentali sui valori dello sport e sulle pratiche delle società calcistiche. Questo episodio, che ha scatenato l'indignazione di figure di spicco come il Presidente della FIGC, Gabriele Gravina, e il Presidente della FIFA, Gianni Infantino, mette in luce una questione purtroppo non isolata.

Ricordiamo come, in un precedente articolo, un tredicenne aveva scritto alla nostra redazione per denunciare una pratica simile: "Sono stato scartato perché ho l'asma. Ma lo sport alla nostra età non dovrebbe essere inclusione?". Questa lettera toccava un nervo scoperto, evidenziando come, troppo spesso, le società calcistiche dimentichino il loro ruolo educativo e inclusivo, privilegiando una logica selettiva che contraddice i principi fondamentali dello sport giovanile.

Nello specifico, la pratica di escludere bambini perché considerati "troppo scarsi" è una deriva pericolosa che rischia di compromettere non solo il futuro dello sport, ma anche la crescita personale di tanti giovani.

Un fenomeno che contraddice i valori fondamentali dello sport: abbiamo dunque chiesto agli organi sportivi regionali se nella federazione regionale ligure si fossero registrati episodi simili e ci è stato detto che in Liguria non sono stati rilevati episodi di questo tipo

Nello specifico dagli organi sportivi liguri ci è stato detto che le società sportive in Liguria sono serie e si impegnano a fare del loro meglio per i ragazzi, smentendo categoricamente l’esistenza di problemi di questo tipo nella nostra regione. 

Inoltre siamo stati invitati a focalizzarci sulle iniziative positive realizzate localmente, piuttosto che diffondere notizie infondate. La persona che abbiamo contattato per chiedere un commento a riguardo ha preferito non essere citata direttamente nella discussione, ribadendo che il problema non esiste in Liguria e invitando chi cerca ulteriori dettagli a rivolgersi alle autorità sportive del Piemonte (dove è emerso il caso della Rivarolese appunto). 

La nostra intenzione non è mai stata quella di muovere accuse infondate nei confronti della gestione delle scuole calcio liguri. Piuttosto, abbiamo cercato di fare chiarezza su una pratica che, se accertata, metterebbe seriamente in discussione i valori fondamentali dello sport. La trasparenza e la correttezza sono essenziali per garantire che il calcio giovanile rimanga un luogo di crescita e inclusione per tutti i bambini.

Come sottolineato dalla Scuola Calcio Merlino 8 Marzo di Sestri Ponente, è possibile promuovere un ambiente inclusivo e formativo che valorizzi ogni bambino, indipendentemente dalle sue abilità tecniche. Tuttavia, la realtà ci mostra un panorama complesso, dove non tutte le società condividono questa filosofia.

Nel nostro reportage diverse società sportive, tra cui l'US Sestri Levante 1919 e il Villaggio Calcio, hanno espresso il loro disappunto per queste pratiche, ribadendo l'importanza di un calcio giovanile inclusivo. Eppure, il problema degli spazi limitati e delle risorse scarse rimane una sfida costante per molte di queste realtà.

La scarsità di strutture adeguate, un tema ricorrente in Liguria, rende difficile per le società accogliere tutti i ragazzi desiderosi di praticare il calcio, costringendole a fare scelte difficili. Questo problema, come evidenziato da Francesco Imperato dell'Athletic Club Albaro, limita la capacità delle società di offrire un'esperienza sportiva inclusiva e di qualità per tutti i giovani atleti.

Questi episodi e le riflessioni emerse ci portano a ribadire la necessità di riscoprire il vero spirito dello sport, basato sulla partecipazione, il divertimento e la crescita personale. Le società sportive devono adottare un approccio che valorizzi ogni bambino, indipendentemente dalle sue capacità tecniche, per garantire che il calcio giovanile rimanga un luogo di crescita e inclusione per tutti. Ignorare o nascondere questi problemi non farà che peggiorare la situazione. Al contrario, è fondamentale affrontare e risolvere queste criticità per migliorare l'ambiente sportivo per tutti i giovani atleti.

Marco Garibaldi

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