Attualità - 12 agosto 2024, 12:04

Sicurezza in centro storico, lo sfogo dell'assessore Gambino: "Senza certezza del carcere alcuni reati continueranno a essere commessi"

Il punto dopo l'accoltellamento avvenuto sabato pomeriggio a Sottoripa: "Responsabili già conosciuti dalle forze dell'ordine, ma a piede libero. Su 258 arresti dello scorso anno, solo il 10% è in carcere"

Sicurezza in centro storico, lo sfogo dell'assessore Gambino: "Senza certezza del carcere alcuni reati continueranno a essere commessi"

Il tema della sicurezza nel centro storico genovese è tornato prepotentemente di attualità dopo l’accoltellamento avvenuto nella giornata di sabato 10 agosto, nel tardo pomeriggio a Sottoripa, davanti ai tanti turisti e ai cittadini che hanno assistito all’episodio, avvenuto proprio a pochi passi dal Porto Antico e dall’Acquario

Un episodio di violenza che ha visto protagonisti due uomini, di origine nordafricana, già noti alle forze dell’ordine per episodi legati allo spaccio: uno dei due ha colpito diverse volte con un coltello l’altro, provocandogli ferite gravi. L’aggressore è stato fermato con l’accusa di tentato omicidio e condotto nel carcere di Marassi, mentre la vittima è stata trasportata in codice rosso all’ospedale San Martino di Genova.

Abbiamo cercato di comprendere lo stato in cui versa il centro storico in particolare, e più in generale la città, con l’assessore alla Sicurezza e alla Polizia Locale del Comune di Genova Sergio Gambino.  

Dopo l’episodio di sabato, si sente di fare il punto della situazione? 

È estremamente difficile. Come Amministrazione stiamo facendo tutto quello che è possibile fare per poter contrastare questi fenomeni: stiamo cercando di recuperare dal punto di vista commerciale e urbanistico le zone di degrado, contrastando il più possibile i fenomeni criminosi in collaborazione con le altre forze di polizia con presidi costanti. Quanto accaduto sabato è simile a molti fatti analoghi, ma è degenerato in accoltellamento e quindi ha chiaramente attirato più attenzione. Di questi episodi, però, ce ne sono quotidianamente: i due soggetti coinvolti hanno decine di precedenti, tra furti, spaccio, risse e aggressioni. Però erano a piede libero. 

Ideologicamente, c’è chi pensa che sia più pericoloso un presidente di Regione, accusato di presunta corruzione, rispetto a violenti, spacciatori, ladri e persone che commettono ogni giorno reati. Per questi soggetti le misure cautelari sono sempre molto blande per colpa della legge, ma se solo si pensa di poter inasprire le pene o le misure cautelari nei confronti di questi soggetti ci sono le alzate di scudo”. 

La polizia locale sta lavorando nel modo migliore possibile secondo lei? 

Il problema sta a monte. Noi possiamo occuparci della riqualifica urbanistica, possiamo fare tutto il presidio del territorio che vogliamo, possiamo essere il più capillari possibili, ma se poi la gente non va in galera dopo aver commesso reati non ha nessuna deterrenza a commetterli di nuovo. Nel momento in cui sanno che non succede nulla ricominciano da capo appena sono fuori. Sono soggetti incontrollabili, e se si parla di minori è ancora peggio e ormai sanno di poter fare quello che vogliono. Dare le colpe all’amministrazione comunale o a quella nazionale potrebbe far stare più tranquille le persone perché così trovano un colpevole che non sta facendo il proprio lavoro, ma il problema così non lo risolviamo: il problema lo risolviamo solo ed esclusivamente se al commettere certi reati corrisponde andare in galera e, se si tratta di stranieri, all’essere espulsi. Non ci sono altre soluzioni”.  

Molti cittadini affermano che alcune zone del centro storico sono più problematiche a livello di sicurezza rispetto ad altre, e che proprio lì manchino i controlli delle forze dell’ordine... 

In questo momento le forze di polizia sono concentrate in maniera massiccia proprio nelle zone di spaccio, tra via Gramsci, Prè e Sottoripa, per cercare di contrastare il più possibile i fenomeni. Sabato pomeriggio, quando è avvenuto l’accoltellamento, la polizia locale è intervenuta in pochi istanti, gli agenti erano lì presenti. Non a Nervi, non ad Albaro, erano lì a pochi passi, e i due soggetti coinvolti hanno agito davanti a loro”.  

Non funziona assolutamente da deterrente il fatto che ci sia la presenza degli agenti?

No, non funziona da deterrente perché sanno esattamente che 12 ore dopo l'arresto saranno nuovamente liberi. Se non fosse stato un accoltellamento ma una scazzottata o una rissa a colpi di bottiglia non sarebbero stati neanche ammanettati”.  

Il fatto che episodi come questo avvengano di sabato pomeriggio, davanti a tanti turisti, non fa però una buona pubblicità alla città... 

Assolutamente vero, però trovare delle colpe su un presunto mancato coordinamento tra la polizia locale e le altre forze di polizia non è una soluzione. Non siamo mai stati così coordinati sulle attività come stiamo facendo in centro storico: tutti sappiamo esattamente cosa sta facendo l'altra forza e lo facciamo in maniera sinergica per evitare di accavallarci. La polizia locale l'anno scorso ha fatto 258 arresti, non dimentichiamolo”.

E di questi quante persone sono poi effettivamente rimaste in carcere?  

Un 10%. Ma non si tratta di un problema di Genova, è un problema che c'è in tutta Italia perché Genova è tra le città con meno fatti criminosi e molto limitati nello spazio. Perché noi alla fin fine di questi episodi così eclatanti ne abbiamo in due zone specifiche, che sono quelle di Pré e quelle di Sottoripa. Il resto della città metropolitana è mediamente tranquilla e sicuramente molto più tranquilla delle periferie romane o napoletane. A Palermo è un disatro, a Bologna, Torino, Milano anche… e non si tratta quindi di un problema di amministrazione di destra o di sinistra”. 

Il problema è quindi la mancanza di deterrenza?

Certo, se si pensa che scippare una collanina a Sottoripa è considerato un reato minore e la persona che lo commette non andrà mai in galera, perché dovrebbe non farlo?

Resta però l’annoso problema del sovraffollamento delle carceri...

Questo aspetto va risolto con l’edilizia carceraria: dare misure cautelari come l’obbligo di firma in questura a uno spacciatore che efficacia ha? Dopo averlo fatto sono liberi di tornare a fare quello che vogliono. Noi arrestiamo le persone e il giorno dopo sono libere. Ora l’aggressore protagonista della vicenda di sabato resterà in carcere perché è scattata l’accusa di tentato omicidio e quindi è prevista la detenzione fino alla fine del processo, ma di processi a suo carico ce ne sono stati molti altri, perché ha continuato a delinquere. Non serve svuotare le carceri per migliorare le condizioni di vita all’interno, serve costruire nuove strutture e assumere nuovi agenti penitenziari. Ma sono processi lunghi, ci voglio almeno 5 o 6 anni”. 

E nel frattempo che si fa? 

Non voglio accettare di dover continuare così, e lo dimostra l’impostazione che ho dato alla polizia locale, che è di massima presenza sul territorio: non faccio stare più nessuno in ufficio, li voglio tutti per strada. Eppure mi viene contestato che gli agenti fanno cose che non dovrebbero… Se però da domani togliessimo cento agenti dal centro storico e li mettessimo a multare chi getta le cicche di sigaretta per terra, non penso che le persone sarebbero contente, se smettessimo di contrastare i reati predatori, lo spaccio, i furti... E infatti le altre forze dell’ordine ci ringraziano per quello che facciamo”.

Chiara Orsetti

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A SETTEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU