Di fronte alla notizia dell'esclusione di circa 25 ragazzi da una scuola calcio del Piemonte perché ritenuti "troppo scarsi", l’indignazione è stata immediata.
Nei giorni scorsi abbiamo raccolto le critiche di un ragazzo di tredici anni, scartato dalla scuola calcio perché ha l’asma, ma anche i dubbi della Scuola Calcio Merlino 8 Marzo di Sestri Ponente e di Simone Melillo, responsabile del settore giovanile dell’US Sestri Levante 1919.
Fabio Rossi, presidente del Villaggio Calcio, ci ha fornito una riflessione su un fenomeno che sta gettando ombre sul futuro del calcio giovanile.
“La notizia ci ha lasciati sbigottiti”, esordisce Fabio Rosso, presidente del Villaggio Calcio, una realtà dilettantistica che da anni promuove il calcio come strumento di crescita e inclusione.
“Quello che è successo è semplicemente assurdo. In una scuola calcio, dove lo scopo è avvicinare i bambini allo sport e farli crescere, non si può escludere qualcuno perché non è abbastanza bravo. È una cosa che non dovrebbe mai accadere”.
In un contesto dilettantistico, dove lo sport dovrebbe essere accessibile a tutti, episodi del genere sono particolarmente gravi.
“Se parliamo di una società dilettantistica, questa deve rispettare una carta dello sport che tutela i bambini, quindi non può assolutamente compiere un atto come quello di escludere qualcuno. Diverso è il caso delle società professionistiche, dove esiste una selezione naturale, ma qui stiamo parlando di altro”.
“Noi spesso ci troviamo a fronteggiare situazioni difficili a causa di politiche poco sportive di altre società - spiega il presidente del Villaggio Calcio - Le società più grandi tendono a prendere i giocatori migliori, e questo fenomeno si verifica già nelle categorie più giovani. Si innesca così un meccanismo competitivo che va contro i valori dello sport di base.”
Le interferenze da parte di altre società, che tentano di attirare i giovani talenti anche durante la stagione, sono un fenomeno preoccupante.
“Ci sono allenatori che, durante le partite e i tornei, avvicinano i bambini con proposte per il futuro. Questo crea solo confusione e problemi, allontanando lo sport dal suo vero obiettivo: la crescita e lo sviluppo equilibrato dei ragazzi”, continua Rosso.
Un ulteriore ostacolo per molte società sportive è la mancanza di strutture adeguate.
“Noi, fortunatamente, non abbiamo grandi problemi di spazio, ma è una sfida continua riuscire a organizzare gli allenamenti in modo che tutte le squadre abbiano il loro spazio - spiega - In Liguria, il problema degli spazi è molto sentito, e rende ancora più difficile garantire a tutti i bambini la possibilità di fare sport”.