«Resteremo competitivi, non abbiamo mai rinunciato a investire e continueremo a farlo», operando sul mercato in tal senso: cedendo si, ma con l'obbiettivo «di rendere la squadra ancora più competitiva».
Ha scelto il Secolo XIX l'amministratore delegato del Genoa, Andrés Blazquez, per rompere quel silenzio societario che durava da qualche settimana, assecondando quella richiesta di chiarimenti e rassicurazioni dalle voci più autorevoli in seno alla dirigenza genoana, giunta da più da molti tifosi.
Non solo dopo le voci riguardanti un passaggio di guida al timone della nave rossoblù, e anche su questo il dirigente spagnolo ha garantito un costante impegno della proprietà «che non è cambiata, è sempre 777 Partners» mentre «A-Cap è un finanziatore» con decisioni prese in sede e avvallate dai “supervisori” Dransfield e Spors. Sono state le cessioni o le possibili tali, infatti, a scatenare le perplessità di alcuni (in vero molti) tifosi.
«Mateo (Retegui, ndr) ci aveva chiesto di andare via - ha spiegato Blazquez - lo avevamo messo in preventivo e per questo motivo abbiamo fatto un investimento complessivo da 27 milioni su Vitinha, un giocatore che ha grandi qualità e grande voglia di dimostrarle. Poi è arrivata l'Atalanta, ci ha dato quello che abbiamo chiesto e l'accordo è stato trovato in tempi brevi». L'ad ha aggiunto di puntare molto sui nomi attuali (citando in particolare i giovani Ankeye ed Ekhator) parlando comunque di «altri investimenti in attacco, alla ricerca di una punta con le caratteristiche che il mister ci ha chiesto, più adatta di Retegui al nostro modo di giocare».
Attacco dove resta in stand-by però la situazione Gudmundsson. Se sul collega italo argentino il sostituto designato era già stato Vitinha in un certo senso, per l'islandese le cose stanno diversamente: «Facciamo delle cessioni solo se ci conviene e se abbiamo già il sostituto - ha sottolinea l'ad spagnolo -. Abbiamo respinto le offerte della Fiorentina perché non abbiamo un sostituto all'altezza e quindi non possiamo privarci di Albert. La Fiorentina gli ha offerto quasi il doppio dell'ingaggio, noi gli abbiamo offerto un aumento ma ci ha fatto sapere che vorrebbe andare. Però non lo vogliamo cedere, non ci sono motivi economici: è un discorso tecnico, è un giocatore importante per noi».
Non c'è quindi aria di smobilitazione dalle parti di Villa Rostan. Sono state respinte offerte «per Marcandalli, poi una dello Stoccarda per Vasquez e anche Martin è stato chiesto da due club. Ma li teniamo» e anzi, «la proprietà mi ha chiesto di fare nuovi investimenti e nei prossimi giorni ci muoveremo per ingaggiare un giovane di valore in difesa» aggiunge. Senza dimenticare i paletti dell'accordo con l'Agenzia delle Entrate ma col risultato di aver «ridotto il monte ingaggi e fatto plusvalenze, però questo non significa che smetteremo di fare nuovi investimenti».
La chiosa è invece toccata al capitolo Coda. Blazquez ha ripercorso le trattative della scorsa estate con la Cremonese che ha fatto attendere quasi l'ultimo momento utile per chiudere i discorsi. «Siamo stati costretti a pagargli due mesi di stipendio» ha sottolineato il dirigente, rivelando poi come sia stata determinante la volontà del giocatore in questo caso: «Lui voleva la Sampdoria e alla fine ci è andato. Abbiamo risparmiato lo stipendio e prenderemo dei bonus».