Politica - 02 agosto 2024, 08:31

“Non chiamiamolo ‘campo largo’, ma ragioniamo di coalizione e se il partito lo vorrà mi candiderò”, intervista alla segretaria regionale di Azione Cristina Lodi

Il partito di Calenda si smarca dalle ultime frizioni tra AVS e Italia Viva: “Dare a tutti la responsabilità nel costruire una proposta portando dei temi”

Cristina Lodi

Cristina Lodi

Nei giorni delle prime tensioni interne al ‘campo largo’ ligure tra il caso Ermini e le frizioni tra Alleanza Verdi Sinistra e Italia Viva, Azione si smarca e cerca la strada della proposta al posto di quella della protesta.
Questo emerge dalle parole della segretaria regionale del partito, Cristina Lodi, pronta a evitare ogni qualsivoglia terreno di polemica per concentrarsi sulla preparazione della campagna elettorale che darà alla Liguria un nuovo governo dopo nove anni di amministrazione Toti e un finale con arresto e dimissioni del presidente.

Non avete mai nascosto la vostra posizione garantista anche in merito alla vicenda che ha coinvolto il presidente Giovanni Toti. Calenda ha sostenuto sin dal principio che Toti dovesse dimettersi, ma non per l’inchiesta. Come avete vissuto l’annuncio delle sue dimissioni?
Non c’è stato un sentimento particolare, si fa politica e quando c’è un fallimento politico si prende atto che serve un’alternativa per permettere alle persone di trionfare a curarsi, muoversi bene in regione e inserirsi in una dinamica di interlocuzione con le altre regioni. La Liguria sembra sempre la ‘Cenerentola’, ma è una regione importante per gli sbocchi sul mare, sia per le persone, sia per le merci. Ora ci si mette a lavorare iniziando dall’analisi del fallimento politico di Toti, partendo dalla sanità e, quindi, in quel giorno abbiamo sentito un richiamo alla responsabilità per arrivare con un’alternativa

Fino a qualche giorno fa il cantiere per il ‘campo largo’ ligure sembrava lavorare senza intoppi, poi c’è stato il caso Ermini e ieri la frattura tra AVS e Italia Viva. Qualcosa è cambiato?
Noi non parliamo di ‘campo largo’ che è quello tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Parliamo di coalizione e di proposta alternativa al governo della Regione. Stiamo lavorando per andare al voto, sapevamo che ci si sarebbe andati nel giro di un anno e mezzo. Come Azione avremo anche noi delle proposte e dei punti chiave di un programma costruito nel tempo. Si costruisce una coalizione partendo dai punti di governo, di prospettiva. Ragioniamo di coalizione, di solito non commento gli altri partiti. A differenza di altri penso che la dignità della politica sia dare a tutti la responsabilità nel costruire una proposta portando dei temi

Come sarà la convivenza all’interno dell’alleanza?
Non mi piace parlare di ‘convivenza’, mi piacerebbe parlare di come costruire un progetto di governo della Regione. Ci si limita a dire chi è con chi, ma non è sufficiente. La coalizione che porterà un’alternativa al governo Toti penso non debba basarsi su una sorta di convivenza perché non c’è altra possibilità, ma spero che il livello si alzi. Il tema è portare i liguri a votare, la disaffezione per la politica è totale. Quando c’è un clima come quello che si è creato in Liguria il timore è che i cittadini si allontanino dal voto. Dobbiamo creare una proposta che si basi sulla responsabilità, la politica non è solo mediazione ma anche rilancio e speranza

E come convincerete gli elettori?
Ho molta stima degli elettori e ho sempre pensato che quello che l’elettorato esprimeva, anche il non-voto, dovesse essere valutato come una sconfitta. Capire come andrebbe a votare l’elettorato mi sembra pregiudiziale. Penso che oggi, rispetto agli ultimi anni, la narrazione che la giunta Toti dava non corrispondesse alla vita di tutti i giorni dei liguri. Partendo dalla quotidianità dobbiamo rilanciare un tema di sistema. Se una persona non riesce a curarsi, dobbiamo rilanciare un sistema che è stato demolito per responsabilità di chi governa e che deve costruire un sistema che consenta alle persone di curarsi e di fare prevenzione. È un problema che nasce da una politica regionale che dopo la pandemia non è stata in grado di rilanciarsi. Non dimentichiamo che Toti è stato per molti anni assessore alla Sanità. Non mi piace usare l’espressione ‘convincere gli elettori’, spero non solo che votino un’alternativa al centrodestra, ma anche che vadano a votare anche tutti quelli che sono rimasti delusi dalla politica

In ottica regionali, il nome di Andrea Orlando le piace?
Abbiamo deciso che non è un referendum sul nome, lui stesso ha detto che è disponibile anche a mettersi al tavolo con altri nomi. Stiamo ragionando sugli obiettivi che una coalizione si deve dare

Lei sarà in pista?
Nel mio percorso amministrativo la sento come un’opportunità, ma rimando al mio partito la disponibilità e la necessità, come segretario regionale, di costruire una squadra e condividere un percorso con gli organi di partito. Mi piace la politica e mi piace la sfida, se il mio partito riterrà che sono utile sarò a disposizione come la sono stata per le europee

Pietro Zampedroni


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